Le due inglesi - Film (1971)

Le due inglesi
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/05/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 10/05/08 11:15 - 5534 commenti

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Letterario, arduo. Romanzo d’amore d’altri tempi che, portato suillo schermo, finì in un insuccesso perché narrava una storia d’amore con due che finivano a letto dopo sette anni, in un periodo in cui lo si faceva dopo sette minuti. Intenso, sempre garbato e mai ruffiano, spesso pittorico, sempre di grande eleganza formale. Affascinante la Markham, mentre Léaud, qui non-Doinel, qua e là pare un po’ rigido. Da guardare solo se si ha pazienza, ovviamente nella versione di oltre due ore (incomprensibili alcuni tagli censori italiani).
MEMORABILE: La partenza dall'isola svizzera con due barche.

Homesick 22/03/09 18:23 - 5737 commenti

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Fisico, esplicito e carezzevolmente doloroso. In pregevole forma diaristica – il film adatta un romanzo autobiografico di Roché – il ménage à troi e l’amour fou tipici di Truffaut avvicinano due opposti mondi: un’Inghilterra immobilizzata dalla morale tradizionale in un passato letterario di pudicizia, trine e innocenti passeggiate all’aperto e una Francia al contrario moderna e trasgressiva, in piena liberazione sessuale. I tre protagonisti sono profondi, complessi, sensibili e rientrano tra le figure più emblematiche create dal Maestro.

Caesars 20/05/10 11:34 - 3794 commenti

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Triangolo (e non solo) amoroso molto complesso che vede impegnati un francese e due sorelle inglesi. Si tratta di una pellicola molto particolare, a tratti anche spiazzante, che ha i suoi punti deboli in un'eccessiva lunghezza e nel ricorrere ad un uso spropositato della voce narrante. Il che non esclude però che si tratti di un'opera valida, ben interpretata (soprattutto dal cast femminile) e degna di essere vista (rigorosamente in edizione integrale. I tagli effettuati a suo tempo in Italia sono veramente assurdi). Fotografia assai pittorica.

Pau 9/04/10 18:32 - 125 commenti

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Due donne, due sorelle, due declinazioni della parola "amore". Un sentimento proteiforme, che può assumere la veste del sorriso, del gioco, della lacrima, del rimpianto. Ma una volta che esso è andato, non resta che specchiarsi e constatare amaramente di essere invecchiati di colpo. Truffaut parla di sentimenti con la delicatezza di tocco ed il profondo rispetto verso i suoi personaggi che sempre lo caratterizzano; un film di bellezza quasi calligrafica nella messa in scena, ma mai fine a se stessa, anzi funzionale a ciò che viene raccontato.
MEMORABILE: Claude si specchia nel finestrino di un'autovettura e si accorge con doloroso stupore di assomigliare ormai ad un vecchio.

Stefania 23/05/10 20:11 - 1599 commenti

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E' un film sulla distanza: quella culturale tra l'Inghilterra puritana e la Francia, se non libertina, certo più libera, la distanza caratteriale tra la timida Muriel e la più estroversa Ann, per Claude incarnazioni di due "eterni femminini", due anime del sentimento amoroso. E sulla distanza nella quale l'amore si consuma, e di cui si nutre. L'impressione è che Claude, voce narrante, sfogli partecipe ma incredulo un album di vecchie foto: solo, come chi non ha saputo amare nient'altro che una sua idea dell'amore. Sensuale e accademico, una provocazione...
MEMORABILE: Il tipo di inquadratura che chiude certe scene, in cui i volti dei personaggi sembrano ritratti incorniciati da un'ombra.

Giùan 20/06/12 22:03 - 4562 commenti

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Impresa ardua e perigliosa cui il tempo cinematografico ha dato ragione. Questa ripresa di Rochè da parte di Truffaut, a 10 anni di distanza da Jules e Jim, è quello che banalmente diremmo un film difficile, ma che più onestamente dovremmo definire un'opera adulta, compendiando sofferenza e complessità. Un film che pare procedere per scene finali, intese come distacchi e separazioni, in ognuna delle quali si olezza funereo dolore esistenziale. Imponente ma ingombrante, denso quanto respingente. Almendros gli regala una luce sepolcrale.
MEMORABILE: Le chiusure ad iride; Le lettere, i libri, la voce narrante che imperversano in ogni inquadratura.

Beffardo57 26/08/13 21:31 - 262 commenti

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Straordinario film che racconta una storia d'amore speculare a quella di Jules e Jim: questa volta due sorelle inglesi si legano, in tempi e modi diversi, allo stesso giovane francese. Assolutamente singolare è l'arte narrativa del regista: i toni sfumano impercettibilmente dalla commedia lieve dell'inizio, con un progressivo incupirsi che sfocia nel desolato e amarissimo finale. È cinema allo stato puro, capacità rara di armonizzare dialoghi, ambientazioni, immagini, musiche in una sintesi conseguita senza apparente sforzo. Indimenticabile.

Deepred89 17/10/14 22:59 - 3709 commenti

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Altro tassello dell'amore truffautiano per l'universo femminile, in grado di farci innamorare, insieme all'attorialmente impacciato Léaud, dell'una o dell'altra inglese grazie alla magia del suo tocco. Il tutto scorre ironico e affascinante, nonostante la colonna sonora da melodrammone smorzi un po' l'atmosfera. Belle ambientazioni (la casa in Gallia!) e meravigliose attrici; peccato solo per qualche caduta di tono (le pene d'amore alla Adele H.) o di gusto (una deflorazione con esiti degni di Excision), ma rimane un piacere per occhi e mente.
MEMORABILE: Il notevolissimo monologo sulla masturbazione recitato da colei che sta per diventare cieca. Umorismo volontario?

Ryo 13/08/15 20:36 - 2169 commenti

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Curiosa storia d'amore e di vita, girata come se a tratti fosse un romanzo-video, con numerosi episodi non visti ma raccontati e la corrispondenza fra i personaggi che gioca un ruolo fondamentale nella narrazione. Deliziose le location montane dove si svolge la metà delle scene. Il turbine realistico di tira e molla fra i tre personaggi (l'alter ego di Truffaut e le due sorelle) è talmente realistico e verosimile che per certi versi sembra un film di Yasujiro Ozu. Fondamentale autobiografia del regista francese.
MEMORABILE: La deflorazione con la telecamera che indugia sul sangue: lo schermo diventa rosso!

Saintgifts 8/10/17 11:07 - 4098 commenti

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Truffaut riesce a trasportare sullo schermo le pagine del romanzo (autobiografico) di Roché con stile ed eleganza; con una "semplicità" non facile entra nell'intimo dei personaggi e descrive magistralmente l'idea che dell'amore e del sesso aveva la borghesia europea (Inghilterra e Francia) all'inizio dello scorso secolo. Tutto parte dal romanzo naturalmente, ma la sceneggiatura e la direzione di Truffaut sono sopraffine e questi, grazie alle interpretazioni femminili (Léaud anche se funzionale, appare troppo ingessato), fornisce un buon esempio di cinema.

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Reeves 20/09/20 20:10 - 2226 commenti

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Praticamente un seguito di Jules et Jim, che era stato un successo straordinario: stessa origine letteraria, stesso triangolo amoroso (ma qui ci sono due ragazze e un ragazzo), stessa leggiadra capacità da parte di Truffaut di condurre una storia d'amore con il ritmo di Mozart e la leggerezza di una piuma. Eppure ebbe molto meno successo, forse perché quando Truffaut dirige Leaud tutti si aspettano Antoine Doinel... Però il film è godibilissimo, divertente profondo, uno dei Truffaut migliori.

Myvincent 6/02/21 12:35 - 3744 commenti

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Due donne, un uomo, due culture a confronto, quella francese discinta, quella inglese morigerata; all'inizio granitiche, poi si contamineranno, proprio nelle intenzioni di chi, a causa della poca esperienza di vita, si trova a spaziare dentro e fuori il proprio bagaglio esistenziale. Truffaut traduce il tutto in un'opera carnale, fisica, mai volgare, in cui, come spesso, è l'uomo a non farci una bella figura. Leaud, meno artificioso del solito, offre un'immagine calzante del giovane francese alla ricerca di se stesso.
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