Lui e lei, clienti del medesimo albergo, si vedono assegnare due camere attigue. Nottetempo, le loro scarpe, lasciate fuori per l’ordinaria pulizia, fanno amicizia. E loro due? Il finale – per dirla alla contemporanea – è aperto (e promettente). Cortometraggio di Cohl (meno di sei minuti), in cui la parte animata dura meno di metà tempo, inserendosi armoniosamente nella narrazione. Gradevole anche il siparietto con i due inservienti dell’albergo. Grazioso.
Davvero brillante e spiritosa l’idea delle scarpe di lui e delle scarpe di lei che si innamorano nel corridoio di un hotel, portando i rispettivi proprietari a conoscersi. La confezione narrativa e la realizzazione del racconto alberghiero non sono particolarmente ricercate e memorabili, ma l’animazione delle calzature è impagabile per la carica d’ironia nel corteggiamento. Peccato per lo sviluppo minimo di un’idea formidabile e, per così dire, para-futurista (proprio nell’anno di nascita del futurismo), ma la godibilità è comunque assicurata.
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