Famiglia survivalista è sull'attenti per un lupo che s'aggira attorno alla loro spelonca ma come si sa, l'uomo è il vero animale di cui aver paura... Curioso thriller che parte come una sorta di dramma rurale per poi mettere in scena un twist abbastanza telefonato, che arriva comunque un po' troppo tardi; la prima parte è uno slow-burner fin troppo dimesso che rischia di far calare la palpebra e l'ultima mezz'ora risulta sbrigativa, con un finale girato con piglio artistico per dissimulare la violenza splatter che però lascia alcune domande senza risposta. C'era potenziale, ma...
Una famigliola vive in una casupola isolata campando a stento con la vendita di pellicce. Il babbo rustico insegna alla figlia adolescente come cacciare e scuoiare le bestie, metre la madre è preoccupata per la presenza nei dintorni di un grosso lupo che però si rivela il pericolo minore... Per buona parte della sua durata, un thriller boschivo dal ritmo piuttosto blando che sembra facilmente prevedibile. La virata degli ultimi venti minuti iverso lo splatter più feroce costituisce uno sviluppo inatteso che rende più interessante un film fino ad allora piuttosto modesto.
MEMORABILE: Prima la gamba, poi il braccio; Bambi; Il coniglio inebetito; La macellazione finale.
Famiglia che vive nel bosco e un pericoloso lupo nelle vicinanze. Tra il thriller e il dramma se non fosse per gli ultimi minuti finali che esplodono in un'efferatezza horror da far concorrenza ai 1000 corpi di Rob Zombie e da far sbiadire lo scuoiamento dello sceriffo da parte di Chaco/Milian. Tralasciata questa inaspettata conclusione, il soggetto appare fuori fuoco per tutta la durata, e ciò non giova sicuramente né alla sceneggiatura né alla fruibilità; diciamo che in generale si respira aria di noia e non basta una buona confezione/fotografia per raggiungere la sufficienza.
Un test di concentrazione: se non si vuol rimanere sospesi per una ora abbondante nella lenta diluizione degli eventi, rarefatta dall’incertezza della minaccia (l’uomo? l’animale? forse l’isolamento?), individuare quante e quali incongruenze popolino la foresta (un aiuto: sono tante...) può essere stimolante per la propria pigrizia. Finita qui? No, perchè la svolta è fragorosa: l’ultimo quarto d’ora è un tir in corsa, squassa e lascia di stucco, riscatta i vuoti che l’hanno preceduto e eleva la Sullivan nel gotha del revenge movie. Prodotto medio, ma liberarsi del finale è faticoso.
Una discreta idea (il vero predatore assassino) sfruttata però in maniera un po' troppo maldestra. Qui tutti, tranne la ragazzina, non dicono la verità per evitare di preoccupare (una sciocchezza, soprattutto quando non si ha la possibilità di proteggere i propri cari). In più, la figura della guardia forestale sembra lì solo per testare le tagliole; e il finale, per quanto di sicuro impatto visivo, è difficilmente credibile (va bene il trauma ma...). Comunque l'ambientazione è quella giusta e non dura troppo, rendendo la pellicola nonostante tutto vedibile.
MEMORABILE: Il ritrovamento, che parte da un braccio masticato; Faccia a faccia col lupo; Bambi e Tamburino fanno una brutta fine.
L’opera prima di Shawn Linden mette in scena le gesta di una piccola famiglia dalla maschera tragica, auto reclusa, antisociale e racchiusa in un angolo di mondo dalla paranoica perfidia. Inizia come un survival-thriller e finisce come un dramma-gore, raggiungendo in più di un'occasione tocchi di imperturbabile violenza. E tutto quello che il bosco custodisce senza però mostrare si può paurosamente udire. Bellissimo.
Maschio-alpha e famiglia danno la caccia ai lupi vivendo in uno sperduto "villino" in mezzo alla boscaglia. La moglie sogna una tranquilla vita condominiale, ignorandone le altrettanto animalesche riunioni, la figlia impara a squartare le prede del padre. Ma le bestie sono altre. Un modesto racconto tra il selvatico e l'ansiogeno con troppe aspettative che per tre quarti del film appaiono pure ripagate; poi avviene il macello, in tutti i sensi. Lo scioccante finale vorrebbe riscattarne l'attesa, in realtà l'eccedenza horror sembra voler riempire un vuoto predestinato. Carnivoro.
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DiscussioneDaniela • 17/01/22 01:27 Gran Burattinaio - 5944 interventi
DiscussioneDaniela • 17/01/22 01:44 Gran Burattinaio - 5944 interventi
x Schamm Ti segnalo questo film perché, avendo visto ad un giorno di distanza da Tuftland, una differenza vistosa mi è saltata subito agli occhi: Tuftland può essere preso ad esempio come un buon horror che cede nell'epilogo, mentre questo è modesto per buona parte della sua durata ma colpisce duro negli ultimi venti minuti.
L'altra faccia della medaglia di un guaio insomma... :D
beh così è anche peggio: quando vedo un'opera toccare l'eccellenza solo negli ultimi minuti mi sale la cavalcata delle valchirie proprio a fronte di tutto il resto in balia della negligenza e della sciattezza, e parte l'urlata domanda: ma i tre quarti prima li hai dimenticati alla moviola? come da recente esempio. quei casi in cui ti domandi perché non ci si sia limitati a un buon mediometraggio.
la cosa buffissima è che ce l'avevo anche pronto al lancio, ma se mi dai questo altolà temo che retrocede tra le visioni meno impellenti.
DiscussioneDaniela • 17/01/22 12:47 Gran Burattinaio - 5944 interventi
x Schramm In effetti ripensandoci non so se consigliarne o meno la visione - gli ultimi venti minuti sono d'impatto, ma quel che precede mi ha lasciato davvero perplessa. In particolare il pater familias si comporta in modo talmente insensato e pericoloso che mi è venuto il dubbio di aver perso qualche passaggio - chissà se Herr ha avuto la stessa impressione di inverosimile bastardaggine. Non mancano neppure un paio di momenti di umorismo involontario, tipo quello di cui si rende protagonista un poliziotto fantozziano. Bah! Ci vorrebbe un dottor Frankestain in grado di innestare la cattiveria dell'epilogo di questo Wolf Hunter in coda al prologo troppo lungo ma intrigante di Tuftland.
Sì, mi ricordo che anche qui i tempi erano davvero sbilanciati, con una prima parte quasi addormentevole. A memoria, pare anche a me che alcuni personaggi facessero imprudenze senza senso al solo scopo filmico di finire vittime. In generale, lavoro con potenziale sfruttato maluccio, pur se guardabile.