Il più classico tra i temi trattati da Alfred Hitchcock (l'innocente in fuga dalla polizia cerca di discolparsi trovando i veri colpevoli) viene sviluppato in SABOTEUR secondo uno schema tradizionale. Robert Cummings interpreta il protagonista Barry Kane senza brillare, né meglio di lui fa l'occasionale compagna Priscilla Lane. Una coppia modesta che ben si adatta alla mediocrità del film, condotto da Hitchcock curando più lo spettacolo che la storia. In tal senso esemplificativa la tanto citata scena finale sulla Statua della Libertà, dove tuttavia i momenti di vera tensione si riducono a un paio di minuti (effettivamente girati con maestria). Per il resto,...Leggi tutto al di là di qualche altro break d'effetto in cui il tocco felice del regista è evidente, non si segnalano particolari picchi. Pare di esser tornati ai tempi di GIOVANE E INNOCENTE (con tanto di ricevimento), e i progressi rispetto all'originale non sono poi molti. Le situazioni tendono ad assomigliarsi e la variante dei sabotatori (già sperimentata sempre cinque anni prima in SABOTAGGIO) non aggiunge significative differenze agli effetti del coinvolgimento. Il problema di SABOTEUR è proprio questo: non ci si riesce ad appassionare, a condividere le emozioni dei protagonisti. La storia scorre anonima facendo loro incontrare ostacoli ampiamente prevedibili, personaggi che si comportano (cieco compreso) proprio come ci si aspetterebbe. Ma forse gran parte delle colpe sono da attribuire a Cummings, qui poco espressivo e poco grintoso. Molto meglio di lui, ad esempio, Norman Lloyd (il sabotatore Fry) o Otto Kruger (Charles Tobin). C'è la quintessenza di Hitchcock, qui, ma forse al suo peggio.
Tra i primi film "americani" di Hitchcock è anche uno dei suoi più riusciti (e sottovalutati). Thriller bellico, riprende un tema narrativo caro al regista, quello del protagonista accusato ingiustamente (in questo caso di sabotaggio) che fugge in cerca di redenzione trovando sulla sua strada una preziosa alleata. Girato su un'ottima sceneggiatura che dispensa sapientemente parecchi momenti di suspance, presenta alcune scene memorabili (tipo quella finale rimasta famosa) e un cast molto valido in cui spicca il protagonista Cummings.
Bel film di spionaggio di Hitch, ben girato e molto teso. Robert Cummings è un ottimo protagonista, Priscilla Lane splendida presenza femminile; e poi c'è il mito Norman Lloyd. Eccellente intrigo, da vedere la scena d'apertura. Segnalo la sequenza nel vagone-letto del circo (cita forse Freaks?)
Accusato ingiustamente di sabotaggio, alla vigilia della guerra mondiale, scappa e cerca il vero sabotatore. Hitchcock costruisce un classico plot dell'innocente in fuga infiltrandolo di sani valori americani contro i nemici. Purtroppo l'effetto propaganda con la netta divisione tra buoni e cattivi non aiuta la visione, ma il film contiene momenti belli e di tensione (come il finale alla Statua della Libertà). Visto con il senno di poi sembra quasi un'anteprima della grande fuga di Intrigo internazionale.
Un pizzico di Sabotaggio e un'abbondante spruzzata de Il club dei 39 per il lampante precursore di Intrigo internazionale. Ingarbugliato e precipitoso nella prima metà (d'altronde ad Hitchcock interessava perlopiù la costruzione dell'espediente e non la pretesa di verosimiglianza), ingrana finalmente la decisiva marcia nella magnifica sequenza del ballo di beneficenza: venti minuti buoni di suspance pura. Le sensazioni d'oppressione e d'impotenza sono le stesse che si provano col già citato Il club dei 39; peccato per l'andatura altalenante. ***1/2
Ci sono molte sequenze di forte impatto in questo film, direi che tutta la prima parte avvince abbastanza, anche se gli avvenimenti fluiscono in modo facile per il protagonista, ancora una volta innocente ma che, creduto colpevole, deve darsi da fare per dimostrare la sua sincerità, trasformandosi in astuto detective. Molte persone lo aiutano, mettendo in evidenza lo spirito libertario degli americani che, istintivamente parteggiano per chi è braccato dalla polizia. Poi il film si siede un po', per arrivare a un buon finale marcato Hitchcock.
Godibile film del primo periodo americano di Hitchcock. I temi e le situazioni sono
quelle care al regista: l'uomo accusato ingiustamente e preso in un vortice di eventi
lo troveremo spesso nei suoi lavori, con esiti ben più maturi e riusciti, così come pure tante altre "cose". Si pensi alla scena finale che tornerà, parzialmente modificata in Intrigo internazionale. Niente di memorabile, considerando
anche da chi è stato girato, ma neppure un brutto film. Il ritmo è buono, la regia pure, non tanto il cast. In ogni caso molto hitchcockiano.
Film lungo come un treno che percorre gli Stati Uniti in lungo e in largo, arricchendosi via via di situazioni e personaggi variegati che rendono la trama molto complessa, rasentando l'assurdità. Tutto questo rientra nei disegni di Hitchcock, che qui dispiega tutti i suoi elementi: il Mac Guffin, il rapporto verosimiglianza/inverosimiglianza, l'ambiguità del reale, l'accidentalità. La logica qui come non mai lascia il posto alla spettacolarità di alcune scene, specie quelle finali sulla Statua della Libertà.
Intreccio molto intrigante, ben strutturato, non troppo complesso; va da sé che con l'ottima regia di Hitchcock non può che venir fuori un grande lavoro, ricco di suspense fin dalle prime scene. La trama è in effetti essenziale, come tipico dei film di Hitchcock: solo un paio di minuti è dedicato all'episodio iniziale, lasciando molto spazio così all'interminabile ma comunque avvincente inseguimento fra poliziotti, sabotatori e innocenti. Solo il finale non convince assai. Affascinante il personaggio di Tobin. Bravi Lane e Cummings.
MEMORABILE: Il momento in cui Tobin svela alla signora Sutton e agli altri la verà identità di Kane; Il momento in cui Pat vede le manette di Kane.
Venti di guerra in atto, prossimi a farsi tempesta; un ragazzo incontra una ragazza... Sì, ma prima gli accade qualcosa che lo stringe a tenaglia: l'uomo sotto minaccia (qui in fuga per districarsi); con il tema della donna in pericolo è una scintilla narrativa che al Maestro torna spesso utile per accendere i suoi fuochi cinematici. Qui l'intrigo spionistico è anche in forma di road-movie; la tonalità rosa ha sfumature curiose, con dei dribbling funzionali al racconto. Qualche rigidità d'insieme è causata dall'intreccio spesso artificioso.
Hitchcock doveva ingegnarsi di più per sfruttare meglio una buona sceneggiatura che poteva regalare sequenze tecniche stupende come nel finale sulla Statua della Libertà. Invece ha optato per una regia normale, senza nessuna ricercatezza degna di nota, senza nessun colpo alla Hitch. Ad ogni modo non è male; certo non sarà il suo film migliore, ma si lascia vedere con sufficiente interesse, in fin dei conti c'è sempre un innocente da scagionare. Poco incisiva la figura femminile, di solito uno dei punti di forza delle sue pellicole.
Meno ispirato rispetto ad altre opere con la stessa tematica del regista (lo spunto ricorda molto Giovane e innocente e Il club dei 39) ma comunque con un ritmo efficace e alcuni momenti di ottima tensione. Forse a stonare sono alcuni inserti di comicità grottesca troppo prolungati, ma è indubbio che sequenze come il finale sulla Statua della Libertà o l'incontro con il cieco siano da ricordare. Bene Cummings e la Lane, che danno vita in alcune parti anche a divertenti dialoghi quasi da screwball. Buono.
Un onesto lavoratore si ritrova suo malgrado coinvolto in una drammatica operazione di sabotaggio. Ben presto verrà accusato del fatto e dovrà dimostrare la sua innocenza. Dopo l'inizio drammatico il film è un susseguirsi di inseguimenti ben congegnati che mettono in risalto la forza delle sceneggiature del regista britannico. Alla fine il protagonista per scagionarsi diventa una sorta di Agente 007 ed è anche per questo che la resa dell'opera è alta.
MEMORABILE: Il salto nel fiume e la visita al cieco.
Arrestato con l'accusa di sabotaggio, un giovane operaio riesce a fuggire e cerca di rintracciare il vero responsabile... Il tema dell'innocente che deve lottare contro le apparenze era stato già brillamente svolto pochi anni prima e sarà ripreso più volte da Hitchcock. Qui il focus è proprio sull'apparenza ingannatrice: se il protagonista sembra colpevole, il capo delle spie appare come un nonno affettuoso e la sua complice si presenta come una ricca signora dedida alla beneficienza. Film non pienamente riuscito ma avvincente e con alcune sequenze memorabili, epilogo compreso.
MEMORABILE: L'incontro con il cieco; La donna barbuta; Il finale in vetta alla statua della Libertà (ripreso con diversa ambientazione in Intrigo internazionale)
Ritenuta opera minore del regista è invece tutt'altro che trascurabile e foriera di spunti per film a venire, vedi Il fuggitivo. Straordinari i personaggi di contorno che il protagonista incontra lungo la sua fuga; su tutti quelli del circo freak o il vecchio pianista cieco. Messa in scena perfetta (spaventoso l'incendio iniziale) e finale memorabile con una ricostruzione in scala 1:1 della Statua della Libertà. Il cameo di Hitchcock (in cui si esprimeva a gesti) venne censurato perché irrispettoso verso la disabilità: ne rimangono pochi istanti.
La mano di Hitchcock si vede e si percepisce facilmente nella qualità delle sequenze dell’attentato e della statua della libertà. Non di meno, la sceneggiatura dimostra di possedere piccoli accorgimenti in grado di conferire spessore che forniscono una visione d’insieme ben delineata e sagace, soprattutto se contestualizzata al periodo storico. Peccato che la parte centrale non sia incisiva quanto il resto e perda il mordente necessario per tirare ai titoli di coda con vivida gratificazione; la narrazione si normalizza e si adagia su livelli che poco si addicono al miglior Hitchcock.
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Stavolta Hitchcock appare ben due volte: è il cowboy con i baffi che porta una lettera al ranch; è l'uomo sul marciapiede a New York vicino alla macchina dei sabotatori.