The Irishman - Film (2019)

The Irishman
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Irishman
Anno: 2019
Genere: gangster/noir (colore)
Note: Il soggetto del film di Martin Scorsese è tratto dal saggio del 2004 intitolato "L'irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa" (I Heard You Paint Houses) scritto da Charles Brandt, a sua volta basato sulle memorie di Frank Sheeran.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Per il suo ritorno ai temi più amati Scorsese chiama a sé tre autentiche icone del genere facendo loro ripercorrere (con effetti digitali ahinoi talvolta grotteschi), attraverso lunghi flashback, epoche diverse. L'uomo attorno al quale ruotano gli avvenimenti è Frank Sheeran (De Niro), passato dai piccoli furti commessi durante il trasporto della carne col suo furgone a lavorare e uccidere per la mafia. E' il suo avvocato a fargli conoscere il boss Russell Bufalino (Pesci), del quale diventerà uomo di fiducia fino ad entrare in contatto con Jimmy Hoffa (Pacino), il leader della Teamsters, un potente sindacato di camionisti arrivato a gestire miliardi di dollari. Hoffa...Leggi tutto è personaggio singolare, a dir poco eccentrico: non sopporta ritardi oltre i dieci minuti, odia i Kennedy e quando Bobby diventa procuratore generale saranno scintille. Frank diventa grande amico di Hoffa, quasi il suo braccio destro, sicuramente più fidato dell'uomo scelto per sostituire Jimmy quando finirà in prigione e il film riesce molto bene a descrivere gli anni di Hoffa al potere, lasciando alla coppia Pacino/De Niro, finalmente insieme sullo stesso set (e non quasi sempre a distanza come in HEAT - LA SFIDA), campo libero per duetti memorabili. Tra i due, Pacino è il più estroso, un argento vivo cui il doppiaggio di Giannini rende un ottimo servizio (ma anche De Sando su De Niro è come sempre una garanzia, così come Gullotta con Pesci), capace di prolungati dialoghi saggi e miti come di esplosioni improvvise di follia, che lo portano ad esempio per ben due volte ad accapigliarsi con l'avversario Tony Provenzano (Graham), in apparenza per futili motivi. De Niro è più sornione, imperscrutabile nello sguardo, difficile da comprendere nei suoi pensieri nonostante sia lui la voce narrante. Tendenzialmente si mette al servizio di chi serve cercando di svolgere al meglio le sue mansioni ed estremamente godibili sono anche certi scambi con un Joe Pesci meno irrequieto di quanto ci si aspetterebbe, al contrario il ritratto del boss che soppesa ogni parola e discorre sottovoce. Per quanto suddivisa in periodi diversi che si alternano creando di tanto in tanto un discreto caos nella narrazione, le vicende sono meno complesse di quanto si potrebbe pensare, rese spesso più criptiche dall'uso eccessivo di nomi e personaggi secondari che rischiano di confondere fin troppo le acque. Quanto accade a Frank avrebbe al contrario una sua linearità facilmente comprensibile; è in ogni caso talmente uno spettacolo poter godere di tre attori di simile calibro diretti con tale perizia da Scorsese che si riesce persino a passar sopra agli evidenti, goffi movimenti dei protagonisti da giovani, che un uso sconsiderato della computer graphic non riesce a sposare coi volti correttamente ringiovaniti. Fotografia di grande valore, ma tutto nel film sembra scomparire di fronte all'intensità degli sguardi dei protagonisti, a una forza interpretativa che ha del commovente. Non siamo agli stratosferici livelli di CASINO o QUEI BRAVI RAGAZZI, anche per un finale eccessivamente tirato per le lunghe (con gli ultimi anni di vita di Sheeran) di cui non si sentiva la necessità, eppure resta immensa la magia evocata da certe scene, grande il consueto gioco di sottintesi, la tensione che si respira nell'approssimarsi alla scena chiave prima del trascinato epilogo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/11/19 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/12/19
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Rocchiola 6/11/19 10:52 - 966 commenti

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Il tanto pubblicizzato ritorno di Scorsese al mafia-movie non risolleva una carriera in declino irreversibile. Certo meglio dei film con Di Caprio ma comunque distante dai capolavori passati, è un film lungo, lento e a tratti noioso che sconta un’estetica di stampo para-televisivo. A mancare è soprattutto quel flusso ininterrotto e frenetico di musica e immagini che era il tratto distintivo di Quei bravi ragazzi e Casinò. E anche i vecchi amici De Niro e Pesci rivestono stancamente i cliché del genere, ormai pronti per la pensione.
MEMORABILE: "Quando ero giovane pensavo che fossero gli imbianchini a dipingere le case".

Il ferrini 29/11/19 23:59 - 2357 commenti

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Se dietro alla macchina c'è Scorsese e davanti De Niro, Al Pacino e Pesci che sia grande cinema è scontato. E infatti lo è: regia, fotografia e scenografie sbalorditive, recitazione impeccabile (Pacino sopra tutti) e una storia così densa da raccontare che nonostante i 210 minuti l'immersione è totale. A volergli trovare un difetto si potrebbe additare l'uso massiccio di CGI per il de-aging del protagonista, ma trattandosi di un'epopea lunga una vita era inevitabile. Un'operazione monumentale, con un cast incredibile, certamente da vedere.
MEMORABILE: I vani tentativi di Joe Pesci di piacere alla ragazzina.

Matalo! 26/11/19 01:10 - 1378 commenti

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Straordinario. Elegia negativa affidata al racconto dell'"imbianchino" (amico di Hoffa) impersonato da De Niro. Un ritorno e un rendiconto del suo cinema crime senza indulgenze leoniane, affidato ai grandi vecchi del suo cinema migliore con la novità Pacino. Storia della linea di sangue degli USA dai 50 ai 90 raccontata con meno barocchismi del solito e con pacata sconsolazione. Buona la cgi che invecchia e ringiovanisce gli attori. Un film di un vecchio saggio che è anche un giovane entusiasta.

Tomastich 5/11/19 07:59 - 1255 commenti

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La storia di certa criminalità organizzata, la storia dell'America (Baia dei Porci, Kennedy): tutto è collegato nell'epopea narrativa e visiva di Martin Scorsese. Tutto è tenuto insieme da performance giocate tra il puro realismo e il sogno del realismo digitale (fin troppo invasivo), tra malinconia e tentativi di redenzione in extremis. Quello di Scorsese, pur nella sua popolarità - oggi ovviamente meno che 35 anni fa - è un cinema degli eccessi che ti prende per sfinimento o per fascinazione. E' uno dei pochi, uno degli ultimi.

Cotola 4/11/19 20:18 - 9043 commenti

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E così Martin chiude la sua "trilogia" mafiosa. Lo fa in modo magistrale, regalandoci un film scorsesiano fino al midollo, nello stile, nei temi, negli sviluppi: bastano le primissime immagini, i primi minuti per capire che si è in un territorio protetto e meraviglioso: quello del grande cinema. Rispetto al passato "mancano" quella frenesia (ma in più di tre ore non ci si annoia mai) e quella violenza sfrenata che qui sono più contenute. Ma ciò non è un difetto e si adatta perfettamente ai toni crepuscolari e malinconici del film. Trio di attori super. Cinema classico come non se ne vede più.
MEMORABILE: L'inizio col piano di sequenza nella casa di riposo; "Pistola, aggredisci! Coltello, scappa!".

Beffardo57 6/11/19 12:15 - 262 commenti

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L'ultimo Scorsese non aggiunge purtroppo nulla alla straordinaria filmografia del regista. E i suoi attori prediletti fanno il verso a sé stessi. La durata, poi, è assolutamente sfiancante anche per uno spettatore appassionato e gli esiti della tecnologia digitale di ringiovanimento dei protagonisti molto discutibili e artificiosi, quasi come un trattamento con il botox. Geriatrico.

Rambo90 28/11/19 01:18 - 7697 commenti

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Canto del cigno plurimo. Di Scorsese, di un genere, del cinema neoclassico americano e delle tre leggende protagoniste di questo affresco. Premettendo che confezione e ricostruzione storica sono un po' annacquate rispetto al passato e che il ringiovanimento non è granché, il film rimane comunque uno spettacolo da gustare; per la bravura dei suoi interpreti, per alcune scene che da sole sanno di cinema e per una sceneggiatura che in tre ore riesce a non annoiare. Finale molto molto malinconico. Notevole.

Herrkinski 29/11/19 14:39 - 8109 commenti

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Degna chiusura di un'ideale saga, è in tutto e per tutto un'operazione magica; gli anziani protagonisti rivivono attraverso le varie epoche dell'America mafiosa tramite un processo di ringiovanimento in CGI incredibile, restituendoceli come li conosciamo a seconda dei decenni. Il narrato è puro Scorsese; per limiti d'età generali è meno scattante ma comunque favoloso, con una ost ad hoc e la durata mastodontica non inficia affatto il risultato. Splendido vedere dei mostri sacri chiamati a raccolta per quel che sarà probabilmente l'ultima volta.

Capannelle 1/12/19 20:30 - 4411 commenti

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Un testamento di Scorsese, dal tono sapiente e crepuscolare, ma i fasti e il brio delle precedenti opere si sono persi. La prima parte spazia su diversi temi e periodi temporali ma tende a riproporre le stesse modalità espressive, a diventare didascalica e solo l'emergere di un Pacino sopra le righe contribuisce ad alzarne l'intensità. La durata monstre non pesa più di tanto e va riconosciuto al regista un approccio maturo e articolato che lascia spari, sesso e violenza fuori dalla porta. Ma come emozioni e coralità era lecito aspettarsi di più.

Tarabas 2/12/19 16:31 - 1878 commenti

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Difficile commentare il "greatest hits" (il testamento?) di un regista simile. Dai tempi delle gang di Five Points NY, tutta la storia USA è passata al vaglio di Scorsese. Il film tira idealmente le fila di un lungo racconto, riunisce (per l'ultima volta?) un cast scorsesiano da manuale, ci porta a spasso per quarant'anni nel milieu criminale, usando prodigiosamente (ma con un che di artificioso) la CGI per i flashback. Curato nei minimi dettagli, affascinante e autoreferenziale. Il ricatto dei sentimenti dice 5 pallini. La ragione dice 4.

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Vice 3/12/19 12:03 - 33 commenti

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Sicuramente non il miglior Scorsese ma un buonissimo film. La prima parte è un po' pesante per l'uso eccessivo della CGI che pare forzata, sopratutto se vuole ringiovanire corpi che presentano però movimenti da anziani e per il plot visto e rivisto nei film del regista. L'entrata in scena di Al Pacino, da questo punto di vista, rianima la storia. Interessante e inesplorata da Scorsese, la riflessione sulla vecchiaia e sulla morte. Buon film, ma era lecito aspettarsi qualcosa di più. De Niro leggermente sotto i colleghi, Pesci da Oscar.

Xamini 4/12/19 17:25 - 1252 commenti

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Il mestiere di Scorsese sul tema non si discute, lo spessore del trio De Niro-Pacino-Pesci men che meno. Il problema è costruirci sopra un film che affronti diversi periodi storici, la cui struttura renda necessario il ringiovanimento digitale degli attori. Scorsese rinuncia a giovani comparse e utilizza il fisico dei suoi fedelissimi attempati, con il volto ritoccato in CG: il risultato è grottesco, con personaggi che paiono pupazzi di cera e che diventano ridicoli quando chiamati al dinamismo. Se a questo si somma una durata di tre ore e mezza per un solo, spiluccato, colpo di scena, beh...

Kinodrop 5/12/19 20:45 - 2948 commenti

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Una specie di summa dei rituali, dei personaggi, degli intrecci con politica e business e tutto il già visto e rivisto legato alla criminalità mafiosa. Scorsese dirige i suoi anziani amici e coetanei, per "rinverdire" una certa epopea cinematografica sorvolando sulla verosimiglianza, incurante del passare del tempo narrato e affidandosi allo sfiancante minutaggio per rendere fascinoso e ancora attraente un ambiente violento e dai metodi spicci. Certo non mancano i momenti intensi, ma sono isole in un mare di parole. Tutti bravi nel loro mestiere.
MEMORABILE: Il determinato accerchiamento per "escludere" Hoffa.

Jandileida 5/12/19 20:46 - 1565 commenti

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Un crepuscolare Martino che reagisce a modo suo alla fuga del tempo realizzando un gangster movie testamentario dalla durata infinita. Ma le tre ore e passa non pesano sulle spalle dello spettatore perché viene riassunto tutto quello che ha reso Scorsese un regista unico: stile, temi, piglio dietro la macchina, simbiosi con gli attori, afflato religioso. In questo senso non si sente la mancanza di scene impostate freneticamente, come d'uso in altri suoi film. L'unica pecca è il ringiovanimento, un po' da videogame, degli attori principali. Gran cinema.

Ira72 8/12/19 22:38 - 1313 commenti

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Il cuore dice 5, la ragione 3 pallini. Finalmente De Niro e Al Pacino tornano a recitare davvero. E lo fanno alla grande, con l’ammaliante Pesci. Stelle nel panorama che si rimpiangeranno sempre. Pare un commiato questo film e gli ultimi trenta minuti sono permeati di tanta malinconia. Scorsese dirige magistralmente l’ultima fase dedicata alla mafia e Netflix ne supporta le spese (altissime), dovute essenzialmente a effetti speciali di ringiovanimento poco riusciti, che sono la nota stonata di una imperdibile melodia.

Thedude94 11/12/19 21:47 - 1096 commenti

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Arrivati tutti a una certa età nasce l'esigenza di fare un film definitivo, che metta assieme i racconti di una vita e gli amici di sempre; così Scorsese decide di far interpretare a De Niro, Pesci e Pacino i ruoli che li renderanno famosi alle nuove generazioni, facendo conoscere un certo genere cinematografico che ricorda i meravigliosi fasti di un tempo. Già, perché nonostante non si tratti di un capolavoro rimane la sensazione di aver visto un bellissimo film, coinvolgente emotivamente e tenero, nonostante la ferocia dei protagonisti.
MEMORABILE: "E' il mio sindacato!"

Daniela 10/12/19 19:46 - 12661 commenti

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Film-testamento di uno dei più grandi registi contemporanei? Capolavoro che chiude una trilogia eccelsa? Piuttosto un ripasso di temi e personaggi già affrontati, diretto con stile e arricchito da belle sequenze (!) ma compromesso in maniera irrimediabile dal ricorso ad una tecnica di de-aging, tra l'altro applicata in modo maldestro, che trasforma gli attori principali in avatar plasticosi di loro stessi, Il rischio è far sembrare il racconto, potenzialmente tanto intenso e ricco di eventi, una rappresentazione semovente degna del museo di Madame Tussauds, settore "malavita americana".

Nicola81 14/12/19 23:13 - 2857 commenti

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Una rimpatriata che ha il sapore del canto del cigno. Mancano la spettacolarità e il respiro epico che contraddistinguono altri grandi classici del genere (d'altronde l'età dei protagonisti non lo consente) e si privilegiano piuttosto i toni malinconici e crepuscolari, ma questo imponente spaccato di storia della mafia italo-americana non annoia praticamente mai e non sono molti i film di durata superiore alle tre ore di cui possiamo dire lo stesso. Regia e interpretazioni ovviamente ottime per un gangster movie maestoso. E forse definitivo.

Smoker85 16/12/19 23:22 - 487 commenti

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Atmosfere da grande classico che riportano lo spettatore ai tempi di Casinò e di Quei bravi ragazzi. Tuttavia è meglio non attendersi da questo film un ideale "sequel" di quei capolavori ormai cristallizzati nella storia. Scorsese usa le sue stelle come argilla, ringiovanendole e invecchiandole con la CGI a suo piacimento. Molti dialoghi, azione lenta, qualche sprazzo di violenza. Grande prova di Pacino, mentre De Niro riesce a dare la sua zampata solo nel finale. Pesci da standing ovation. Meritevole anche il doppiaggio di Giannini e Gullotta.
MEMORABILE: Lo stile di Hoffa e le sue manie per i gelati e la puntualità.

Hackett 26/12/19 11:26 - 1867 commenti

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Il grande Scorsese torna e lo fa in superbo stile, raccontando come solo lui sa fare una storia di malavita e politica vista in prima persona dai protagonisti ormai giunti alla fine del loro percorso. La nostalgia per un certo tipo di cinema e un certo tipo di ispirazioni è palpabile, ma il regista riesce comunque a dare un'impronta indipendente a quella che sembra essere una summa della sua opera gangsteristica. Superbi i tre protagonisti per tre ore e mezza di film che letteralmente volano.

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Deepred89 27/12/19 13:06 - 3706 commenti

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Ambiziosissima epopea gangsteristica sorretta da una scrittura inattaccabile (tolto l'evitabile finale in anticlimax, che peraltro giunge quando la durata ha già varcato la soglia delle tre ore) e da una regia, come previsto, di assoluta perfezione classica, senza picchi cruenti, coerentemente con l'andamento misurato ed elegiaco. Straordinari Pacino e Pesci, De Niro un po' imbronciato, inevitabilmente sopra le righe quando, ringiovanito digitalmente (con effetti non miracolosi), insegue movenze ed espressioni ormai impossibili.

Redeyes 30/12/19 11:05 - 2449 commenti

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Scorsese gira una lunga lunghissima rimpatriata dei vecchi ragazzi ma senza aggiungere niente o comunque poco di quello che già ci aveva detto in modo eccellente, anzi. Terribile l’irishman DeNiro ringiovanito nel volto (una sorta di maschera di cera ambulante) ma non nelle movenze, che per quanto piuttosto in parte, non riesce a creare empatia. Tale assenza d’empatia annichilisce tutto il racconto che finisce per affaticarci e farci rimpiangere i “vecchi” Martin, Joe, Al e Robert.
MEMORABILE: La tecnica del De-aging (ma in negativo).

Rigoletto 12/02/20 12:19 - 1786 commenti

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Nuovo tuffo nel mondo del crimine organizzato da parte di Scorsese, che si porta dietro attori-feticcio (Pacino, De Niro, Pesci) e li pone in ruoli che conoscono bene in cui possono offrire performance eccellenti. Molta curiosità sul ritorno di Joe Pesci, ma l'attesa è ampiamente ripagata. Più defilato Keitel, che assieme agli altri avrebbe potuto formare un quartetto di moschettieri tra i più invidiabili della storia del cinema. Tolto questo aspetto di facciata, l'opera di Scorsese è compiuta senza diventare un malinconico tramonto. Epico.

Galbo 11/01/20 18:49 - 12392 commenti

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Martin Scorsese firma film ipertrofico nella lunghezza quanto minimalista nei toni, sommessi e a tratti funerei, anche nelle fasi più concitate della vicenda. Accantonando le “escalation visive” dei suoi classici, l’autore compie una riflessione amara sul tempo, plasticamente rappresentato da un personaggio che termina i suoi giorni riflettendo sugli affetti perduti. Film di estrema eleganza, dove nessuna inquadratura è fuori posto e in cui i protagonisti (il più convincente è Pesci) offrono agli spettatori una lezione sulla recitazione.

Paulaster 23/01/20 10:36 - 4417 commenti

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Storia del sicario mafioso Frank Sheeran. Scorsese ripercorre la vicenda americana affrontando temi scomodi per i kennediani dell'epoca: mafia, intrecci e sporca politica (esaustiva su Hoffa). Durata extralarge con qualche dialogo che poteva esser sforbiciato, girato con perizia (più brillante la prima parte) e senso retrò. Tra i mostri sacri De Niro è il migliore, discreto Pesci, mentre Pacino ha qualche sbavatura. Conclusione ellittica a chiudere un'epoca quasi con malinconia, sebbene di malavita si parli.
MEMORABILE: I taxi buttati in acqua; Il battibecco in carcere; La preparazione all'omicidio nel bar; La cremazione.

Minitina80 26/01/20 09:55 - 2984 commenti

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Ancora un’opera sull’America connessa alla corruzione e alla violenza. Scorsese cambia leggermente la pelle mostrandosi meno dinamico ed eccessivo che in opere precedenti a favore di una lentezza narrativa cui ci si deve un po’ abituare. Non si può negare il primo impatto negativo con il ringiovanimento dei volti tramite l’ausilio del digitale: l’artificiosità si nota e stona non poco, malgrado le buone intenzioni. Data l’abbondanza di materiale si poteva pensare a una miniserie, forse più redditizia e fruibile.

Noodles 7/02/20 21:11 - 2227 commenti

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Ok, la fotografia è magica. Ok, Roberto De Niro, Al Pacino e Joe Pesci sono sempre dei grandi. Ma il film è un'enorme delusione. Martin Scorsese non racconta nulla di nuovo e questo nulla di nuovo ha l'estenuante durata di tre ore e mezza, che si completano veramente a fatica. Buona la gangster-story ma non c'è tutto il resto che di solito rende indimenticabili questi film. E hai voglia a truccare Robert De Niro: che gli anni sono passati si vede da come cammina. Noioso e triste.

Lou 9/02/20 22:50 - 1121 commenti

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Operazione nostalgia di Scorsese, che ripropone il suo format di successo con i suoi grandi attori di sempre. Tutto ben fatto e di alto livello, solo che sembra di conoscere già tutto e il ringiovanimento digitale degli attori lascia perplessi, in particolare quello di De Niro, le cui movenze tradiscono l'età avanzata. La lunghezza poi è eccessiva e tener duro fino alla fine risulta impegnativo.

Magi94 12/02/20 23:22 - 952 commenti

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Scorsese con il pilota automatico ha carta bianca per filmare i suoi gangster di sempre, con la regia di sempre e i dialoghi di sempre. Insomma, il film male non potrà andare e si apprezza un nuovo racconto di storia americana che ruota attorno alla figura del sindacalista Jimmy Hoffa. D'altra parte l'opera non può sorprendere: non dice nulla di nuovo e, sebbene le tre ore e venti passino senza problemi, a volte pare cincischiare troppo. Più incisiva nel finale, che sembra un testamento di Scorsese sullo scorrere del tempo. Bruttino il digitale.
MEMORABILE: L'infermiera che prima non riconosce e poi ammette di non sapere chi sia stato Jimmy Hoffa.

Domino86 23/03/20 14:53 - 607 commenti

I gusti di Domino86

Cast altisonante con nomi che sono capisaldi del cinema americano e, anche questa volta, rendono giustizia a loro stessi e al ruolo che gli si affida dando vita a una pellicola avvincente e che tiene lo spettatore incollato allo schermo per tutta la sua durata (quantitativamente importante). Tutto è al suo posto e il film fila liscio come un treno. Grande storia, grande cast, grande regista.

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Taxius 22/03/20 16:15 - 1656 commenti

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Testamento cinematografico per uno dei più grandi registi della storia del cinema che, con "The Irishman", gira un'altra epopea sulla mafia. Visto il cast e la regia le aspettative erano forse troppo alte; ecco perché l'ultima fatica di Scorsese, per quanto valida, si rivela una mezza delusione. La storia già raccontata più volte e l'eccessiva lunghezza influiscono sul risultato finale a cui bisogna aggiungere un ringiovanimento facciale mediocre. Pesci monumentale, due/tre spanne sopra i pur notevoli De Niro e Pacino. Comunque un bel film.

Enzus79 25/03/20 15:35 - 2895 commenti

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Storia di Frank Sheeran, che fece da tramite fra il noto sindacalista Hoffa e la mafia. Non è certamente un capolavoro, ma come non si fa a non essere coinvolti dall'apprezzabilissima regia, dai dialoghi da Oscar e dall'ottima fotografia? Tutto sommato la durata di tre ore e mezza è sopportabile. Ottimo il cast, su tutti un Robert De Niro che in certi ruoli è ineguagliabile.

Ryo 25/05/20 21:42 - 2169 commenti

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Un po' troppo lungo, forse, ma non si può negare che sia un gioiello. Vedere tre leggende del cinema, di nuovo insieme vale la visione. È sorprendentemente divertente, ha alcune scene molto dure e non evita di farci provare una certa nostalgia, ogni tanto. Sceneggiatura, montaggio e fotografia da Oscar, imperdibile e lode a Scorsese che ha fatto quello che sa fare meglio realizzando il film che voleva fare.

Il Dandi 11/10/20 12:15 - 1917 commenti

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Scorsese realizza su Netflix il suo film più neoclassico: diciamo subito che il discusso ringiovanimento digitale è l'aspetto meno convincente (fra qualche anno apparirà probabilmente ingenuo e preistorico) e meno interessante (se Coppola avesse potuto avvalersene con Brando, probabilmente De Niro non sarebbe mai esistito). Resta inappuntabile il resto (ricostruzioni ambientali, piani sequenza, scene madri, giogionerie attoriali) ma il ripasso, pur pregevole, non aggiunge nulla: un capolavoro cotto a puntino sulla carta, ma anche privo di un'anima che giustifichi tanta ipertrofia.
MEMORABILE: Il meeting fallito tra Hoffa e Joe Provenzano (che si presenta in ritardo e in pantaloncini corti).

Giufox 1/04/21 14:55 - 324 commenti

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Scorsese polarizza il suo universo nel nuovo secolo e, non chiamato ad evolverlo, ci si siede sopra. Una lauta disponibilità di mezzi e il confortevole target della piattaforma Netflix hanno forse qui limitato un regista artisticamente sempre pragmatico. Da sottolineare quanto, costruendo un film attorno a un effetto digitale (vedi Matrix, Avatar, etc.), i risultati sono sempre da ben ponderare: a prescindere dalla loro valenza estetica, hanno il merito di nutrire lo spirito pioneristico sul quale il cinema è nato. Vivace e geometrico, resta sempre un piacere per gli occhi.
MEMORABILE: La dimensione storico/politica apportata dal personaggio di Hoffa, vera innovazione rispetto ai precedenti; Il pane inzuppato nel vino e nei succhi.

Anthonyvm 28/03/22 16:22 - 5686 commenti

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Monumento di Scorsese al suo stesso cinema: sontuoso, fluviale, nostalgico e malinconico punto di arrivo di un autore che, recuperati gli argomenti, i volti (segnati dal tempo, a prescindere da ogni rivoluzionario intervento di maquillage digitale) e i trademark registici che lo hanno innalzato al clamore di pubblico e critica, contempla il percorso decennale di una carriera meditando su una conclusione che non sia "così definitiva", congedando il pubblico senza chiudere del tutto le porte. Certo che, fra ovvi ricicli stilistici e una durata eccessiva, il coinvolgimento è relativo.
MEMORABILE: Gli inizi di De Niro come "pittore di muri"; I comizi di Al Pacino; La notizia dell'assassinio di Kennedy; L'esecuzione di Jimmy; Giocando a bocce.

Giùan 27/02/23 09:51 - 4559 commenti

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Al contempo Thanksgiving movie e funerale solenne di un modo irripetibile di girare cinema. Scorsese torna a far i conti coi suoi bravi ragazzi mostrandoci il viale del tramonto delle strade malfamate e donandoci un C'era una volta in cui a ogni secondo di pellicola si rimpiange dolorosamente il fatto che la fine si avvicina. Il dinamitardo dinamismo di altre occasioni lascia il posto a un montaggio temporale di avveniristica classicità, mentre la morte (e la CGI) al lavoro sui volti di Bob, Joe, Al e Harvey toglie il respiro. Ho sentito che fai film Martin. Questo è quello che è!
MEMORABILE: La straordinaria preparazione all'assassinio di Hoffa; Gli sguardi ammonitori di Peggy, la figlia di Frank; I confronti tra Graham e Pacino.

Ultimo 7/04/24 10:23 - 1655 commenti

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Scorsese ritorna al tanto caro genere del gangster movie e confeziona un buon film, pur lontano dai livelli dei suoi migliori prodotti. La durata di oltre tre ore a tratti appesantisce, ma la sceneggiatura è valida e confluisce in un finale non perfetto ma riuscito (e a tratti malinconico...). Bravi De Niro e Pesci, ma il migliore è Al Pacino, eccellente nella caratterizzazione del suo personaggio. Nella norma il cast di contorno. Sicuramente consigliato ai fan del genere.
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  • Discussione Raremirko • 20/11/19 00:59
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    La storia di Hoffa mi pare venne portata in immagini già da Nicholson e De Vito.
    Ultima modifica: 20/11/19 07:11 da Zender
  • Discussione Digital • 27/11/19 20:49
    Portaborse - 3994 interventi
    Habemus The Irishman doppiato in italiano..STRAMEGASLURPS!
  • Discussione Raremirko • 27/11/19 21:51
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Digital ebbe a dire:
    Habemus The Irishman doppiato in italiano..STRAMEGASLURPS!


    Ma esce solo su netflix?
  • Discussione Digital • 27/11/19 21:57
    Portaborse - 3994 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Digital ebbe a dire:
    Habemus The Irishman doppiato in italiano..STRAMEGASLURPS!


    Ma esce solo su netflix?

    Pare di si, da me a Pisa lo hanno portato al cinema "solo" in lingua originale..
  • Discussione Raremirko • 27/11/19 22:12
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Digital ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Digital ebbe a dire:
    Habemus The Irishman doppiato in italiano..STRAMEGASLURPS!


    Ma esce solo su netflix?

    Pare di si, da me a Pisa lo hanno portato al cinema "solo" in lingua originale..



    Eh te credo, 3 ore e mezza...
  • Discussione Daniela • 13/12/19 16:48
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    La storia di Hoffa mi pare venne portata in immagini già da Nicholson e De Vito.

    Il film è Hoffa - Santo o mafioso?
    del 1992, sceneggiato da David Mamet e diretto da Danny De Vito, con Jack Nicholson nel ruolo principale.
    Nel 1978, il personaggio del sindacalista interpretato da Silvester Stallone in F.I.S.T. diretto da Norman Jewison era stato palesemente ispirato alla figura di Jimmy Hoffa.
    Ultima modifica: 13/12/19 16:50 da Daniela
  • Discussione Daniela • 13/12/19 16:49
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Frank Sheeran, che nel film è interpretato da Robert De Niro, effettivamente confessò nel 2003, poco prima di morire, di essere stato l'autore materiale del delitto ma la scomparsa di Jimmy Hoffa rimane tuttora caso irrisolto per la giustizia statunitense.

    Sulla figura di Sheeran si può leggere qui:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Sheeran
    Ultima modifica: 13/12/19 17:48 da Zender
  • Discussione Raremirko • 14/12/19 21:46
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    La storia di Hoffa mi pare venne portata in immagini già da Nicholson e De Vito.

    Il film è Hoffa - Santo o mafioso?
    del 1992, sceneggiato da David Mamet e diretto da Danny De Vito, con Jack Nicholson nel ruolo principale.
    Nel 1978, il personaggio del sindacalista interpretato da Silvester Stallone in F.I.S.T. diretto da Norman Jewison era stato palesemente ispirato alla figura di Jimmy Hoffa.


    Già.
  • Curiosità Siska80 • 14/02/20 19:04
    Comunicazione esterna - 672 interventi
    Per invecchiare e ringiovanire gli attori del film, l’Industrial Light and Magic ha utilizzato effetti speciali simili a quelli già testati con successo ne Il curioso caso di Benjamin Button, il film di David Fincher del 2008 con Brad Pitt e Cate Blanchett.

    Fonte: http://barracudastyle.com/it/the-irishman-dieci-curiosita-film-martin-scorsese/
  • Curiosità Siska80 • 19/02/20 12:10
    Comunicazione esterna - 672 interventi
    The Irishman è il ventiseiesimo film di Martin Scorsese. Il regista ha impiegato 106 giorni per filmarlo e con le sue tre ore e mezza di durata è la pellicola più lunga diretta da Marty. Data la sua lunghezza, la produzione a un certo punto aveva pensato di distribuirlo in due parti, seguendo l’esempio di Kill Bill di Quentin Tarantino. Il primo cut aveva invece una durata totale di oltre quattro ore.

    Fonte: http://barracudastyle.com/it/the-irishman-dieci-curiosita-film-martin-scorsese/