Forse in assoluto il più sciocco, insulso film mai interpretato da Franco Franchi. La sua partnership col pur bravo Luigi Pistilli (è il detective Tony Mangialafoglia, detto "La volpe delle metropoli") è del tutto fallimentare. Lungi dal cercare di assomigliare alla spalla perfetta Ciccio Ingrassia, Luigi Pistilli si pone invece come vero, reale e infuriato "punitore" delle ingenuità di Franco (che è Frank Lonego, dello appunto "il Gatto di Brooklin"). Dopo una breve presentazione dell'inedita coppia di investigatori, in cui vediamo i due alle prese con un assurdo caso di "furto di latte appena munto", il film ci porta subito...Leggi tutto all'interno di Villa Allegra, la casa intestata da fantasmi che per tutta la durata della pellicola si dedicheranno a stupidi giochetti di apparizione-sparizione. Giunti infatti lì, Franchi e Pistilli si trovano in completa assenza di uno straccio di sceneggiatura. Il regista Oscar Brazzi (con un passato nell'erotico soft) dispone, assieme al creatore di... ehm... effetti speciali, una serie di scheletri semoventi, armature "abitate", vampire assatanate e amenità simili in presenza dei quali Franchi si deve inventare per forza di cose qualche battuta divertente. La cosa non gli riesce e si limita, ad ogni apparizione, a contorcere il viso nelle sue solite smorfie di terrore. Dispiace vedere, in cotanto squallore, il simpatico Gianni Agus impersonare il conte Bacherozzo de' Porchis e finire subito vittima, per via del cognome, di uno dei penosi giochi di parole di Franchi, il quale si riscatta solo in parte con un'imitazione del mostro di Frankenstein.
Girato nel periodo della rottura artistica tra Franchi e Ingrassia, è una dimenticabile farsa prodotta e diretta (dal solo Oscar) dai fratelli Brazzi. Pistilli, che riprende il ruolo che sarebbe stato naturale dare a Ciccio, è fuori parte e non in sintonia con la comicità di Franchi. Il quale, dal canto suo, si affida al consumato mestiere ma non è certamente una delle sue prove e pellicole, migliori. Sprecati Gianni Agus e Alfonso Thomas. Da evitare.
Non si può spendere una parola positiva su questo film, senza idee e senza sceneggiatura: non c’è una battuta, una gag, una situazione che vada a segno. Brazzi, abituato al pruriginoso, non è in grado di muoversi in una commedia che si vorrebbe rivolta soprattutto al pubblico infantile. Franchi, senza Ingrassia, è chiamato ad improvvisare sul nulla: altre volte gli è riuscito, qui decisamente no. Oltre al protagonista, tutto il cast è sprecato: Agus (stranamente doppiato), Tomas e persino Baccaro.
Durante la loro breve separazione artistica, sia Ciccio che Franco si dedicano alla parodia: il primo dirige e interpreta L’esorciccio, il secondo – spalleggiato da Pistilli in un inconsueto ruolo comico – è ingaggiato da Brazzi per questa squinternata farsa gotico-investigativa con presunti fantasmi e vampiri. C’è qualche momento spassoso garantito dalle facce di Franco, ma in generale dominano noia e ripetitività. Per i cultori di cinemabis va segnalata l’apparizione della Marani, qui cameriera dal capello corto biondo.
MEMORABILE: Implicato con la mafia, Franchi fischietta il motivo de Il padrino ogni qualvolta Pistilli minaccia di licenziarlo.
Commentare questo film provoca metafisiche vertigini: è un niente su cui è già stato detto tutto. Fra miscasting (Pistilli? La Keaton??), a-regia (la dice lunga il fatto che l'aiuto sia un valente stuntman come Marturano), de-sceneggiatura con battute che avrebbero provocato lanci di gatti morti negli infimi teatrini di rivista, abbiamo un'autorevolissima candidatura al premio "peggior film di Franco Franchi". Bizzarria: Agus doppiato da Pino Locchi - sarà stato in tournée teatrale durante la post-produzione?
Terribile film con Franco Franchi. Poverissimo in ogni senso, non fa neppure sorridere e si trascina a lungo sulla ripetitività. Nella catastrofe è coinvolto Luigi Pistilli, totalmente fuori ruolo nella commediaccia: cerca di creare contrasto umoristico con un perfetto aplomb, ma risulta rigidissimo. Gran ruolo per Baccaro. Ci sono due icone come la Keaton e l'Incontrera, ma si ricorda Imelde Marani, cameriera con capello corto e sorriso largo.
Bruttarello e non poco questo "comico" di Brazzi, autore in futuro di opere ancora peggiori di questa. Pistilli e Franchi sono sprecatissimi in questo pasticcio che mescola male diverse situazioni, battute idiote e scenette ancora peggio. Alquanto scadente.
Forse l’unica buona idea comica è stata trovare una spalla antipatica come Pistilli, molto diversa dalla comicità di Ingrassia. Per il resto il film lascia a molto desiderare: Franchi non essendo bilanciato va a briglia sciolta con le sue continue (ed eccessive) smorfie che si vorrebbero (ma non sono) il punto forte del film. Il colpo di grazia viene dato da un soggetto banale e già visto (vedi Riuscirà l'avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingra?). Ci sono persino Agus e la Keaton.
C'è un elemento che permette all'appassionato di bis italico di reggere fino alla fine nonostante il livello agghiacciante del tutto: la curiosità che suscita osservare un cast che sembra estratto a sorte scaraventato a forza in tale universo poveristico e dilettantesco. Il risultato è allucinante e si tira avanti solo per vedere quanto in basso si possa ancora scendere. Questo cast? Franchi, a briglia sciolta, è sballatamente sopra le righe; Pistilli teatralissimo e completamente fuori luogo; le donne pura decorazione. Incredibile.
MEMORABILE: L'apparizione improvvisa di Salvatore Baccaro.
Il povero Franco Franchi, in questo caso, non riesce a strrappare una sola risata, stretto com'è in una storia improbabile con fantasmi, vampiri e uomini lupo. Ma l'elemento più folle è promuovere come suo complice Luigi Pistilli, qui completamente fuori ruolo. Si salva solo Salvatore Baccaro, in un ruolo più consistente del solito: quando appare con la mela in bocca è il momento migliore del film.
L' inizio esilarante è stato probabilmente fonte di ispirazione e la sequenza (girata come un vero film giallo e che crea un po' di tensione) in cui il detective sembra stia fuggendo da un agguato è un momento di alta comicità; purtroppo, tuttavia, il seguito si perde in uno snodo banale citazionista che fa il verso al filone horror sulle case maledette. Che Franchi sia scatenatissimo è solo un valore aggiunto, mentre Pistilli non sfigura (è giusto che si tenti l'innovazione facendolo diventare contraltare del collega e non supporter, come invece è sempre toccato a Ingrassia).
Nella scena delle palle di fieno le musiche di Continiello citano (o meglio, plagiano) palesemente Popcorn di Gershon Kingsley (1969), o più probabilmente la celebre cover realizzata dagli Hot Butter nel 1972.