Il commissario Torrente - Il braccio idiota della legge - Film (2011)
Il commissario Torrente - Il braccio idiota della legge
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Torrente 4
Anno: 2011
Genere: comico (colore)
Regia: Santiago Segura
Note: Terzo seguito di "Torrente, the stupid arm of the law".
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Quarto capitolo di una saga spagnola che in Italia fa capolino solo adesso ignorando i tre capitoli precedenti (e recuperando il sottotitolo che in originale era assegnato al primo capitolo), IL COMMISSARIO TORRENTE lascia comunque intendere che i suddetti non dovevano essere poi troppo differenti. D'altra parte la forza sta tutta nel protagonista (Santiago Segura), laida figura di ex commissario sessista, razzista, volgare, spregevole sotto ogni punto di vista e per questo inevitabilmente divertente. Il politicamente scorretto diventa la regola, l'umorismo scatologico una necessità, e ciò che conta non è tanto quel che...Leggi tutto si racconta (buona parte delle gag sono riciclate) ma il come lo si fa. Preso atto che l'originalità non sta nella sceneggiatura ma semmai nell'atteggiamento sbarazzino, spontaneamente burino di Torrente, è compito dello spettatore giudicare se premiare o condannare l'operazione, che in ogni caso - è ovvio - non ambisce a stabilire nuovi standard in campo comico. L'inizio lascia interdetti: par di vedere una sorta di rivisitazione in chiave iberica dei vecchi film con Vitali e Montagnani... Poi invece si comincia a prendere in simpatia questo squallido ex rappresentante della legge per il quale ogni sorta di vizio e corruzione rappresenta la norma; gli propongono di andare ad ammazzare qualcuno e lui accetta senza fare una piega, salvo farsi beccare e finire in prigione. Qui organizza una partita tra carcerati e secondini pensando di rifare FUGA PER LA VITTORIA favorendo un piano di evasione, ma non tutto andrà per il verso giusto. Il difetto però sta nel manico, in una regia cioè (sempre di Segura) incapace di organizzare l'azione, incappando in fasi decisamente deboli che sgonfiano il film e attenuano la verve del protagonista, circondato da comprimari quasi mai all'altezza. A tratti si ride, ci si compiace dell'arroganza volgare di Torrente mescolata a un'ipocrisia e una codardia non comuni, che ne fanno un personaggio simpaticamente idiota (come recita il sottotitolo italiano). Insolito, pur nella sua elementare beceraggine, finirà col dividere.
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ChiudiTITOLO INSERITO IL GIORNO 4/05/13 DAL DAVINOTTI
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- Grande esempio di cinema:
Schramm - Quello che si dice un buon film:
Markus - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Redeyes - Mediocre, ma con un suo perché:
Puppigallo - Gravemente insufficiente!:
Cloack 77
Pellicola e personaggio sono talmente squallidi da avere un perchè. Lui è un essere immondo ("Ho visto stronzi più eleganti di lui scivolare nel cesso"), lercio, privo di dignità e coscienza. Ma proprio per questo, qua e là, dando il peggio, riesce a ritagliarsi un suo piccolo spazio nel museo degli orrori comici (la si butta sul pesante, ma anche sul semplicemente disgustoso, come la visita del travestito con consegna "speciale" da orifizio al protagonista carcerato). Non lo si rivedrebbe mai, ma una volta si può anche sopportare, pur nella sua inevitabile mediocrità da grana ultragrossa.
MEMORABILE: La strage in piscina; Torrente cerca di tagliare la gola con un biglietto della Metro; "Alla Casa Bianca c'è un P. nero"; Il Colibrì "Nano di merda!".
Cinico, putrido, volgare e senza morale alcuna: questi i connotati dell’ex commissario Torrente (Santiago Segura), personaggio notissimo in Spagna e che da noi esce in sordina solo al quarto capitolo. Con queste ridanciane caratteristiche di base s’imbastisce una vicenda senza troppe pretese e priva di originalità, ma che poggia la struttura narrativa sulla forza del personaggio così caratteristico. Una regia svelta e alcune trovate regalano allo spettatore smaliziato più di un momento d’allegria.
Un film di tette (tanto per non far mancare nulla), di scoregge, di esplosioni "spettacolari", di disquisizioni e azioni riguardanti il sedere maschile, con belle riprese al seguito. La volgarità è comunque il "pregio", perché il ridicolo affiora nell'utilizzo di un 3D da parco giochi, in una sceneggiatura in bianco da riempire con le esibizioni dei protagonisti. Che bella soddisfazione deve essere stata per Arbeloa, Fabregas ecc. apparire in un film del genere...
Torrente non fosse per un' eccessiva goffaggine sembrerebbe il famoso Lercio di Welsh e ci piace per questo suo sudicio alone di mediocrità. La quarta storia parte a mille con una barely legaly tettona e la sua ars oratoria per poi calarsi in una realtà di sozzume urbano. Non manca una parentesi in prigione con luoghi comuni annessi e rimandi dufresniani. Trash? Certo, ma persino meglio di molti commissari "seri" e con alcune situazioni esilaranti nella loro grossolanità.
MEMORABILE: Ho visto stronzi più eleganti di lui scivolare nel cesso; L'abbigliamento; La scena del cellulare, quasi da Troma.
Segura non teme depotenziamento sequelativo: alla sua quarta esondazione Torrente solca la più profonda tacca sulla cadrega di una spregevole trivialità da far venire incubi e ictus a wokers e tribuni della cancel culture. Sempre più irrefrenabilmente crasso coprolalico meschino maneggione maialesco sciovinista profittatore ancorché cripto-pedofilo, il cabotin di Segura (primatista di grinta e simpatia) manda i più acidi Alex e Pedro a borseggiar pensionate, facendo della comicità un affogato alle secrezioni corporee e del cinema un turpe solluccherificio per l'impenitente badtaster.
MEMORABILE: Incipit e opening credits; Al cimitero; Raccolta peti; Metodo Peter Pan; Saponetta in carcere; Cellulare; Sfottò razziali; Ghiacciolo; Bambina.
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- il sottotitolo italiano è in realtà il titolo del primo capitolo. no comment. w l'italia.
- Di Torrente 3 c'è anche il gioco per Playstation 2, simile a GTA
