Monumentale opera ambientata nella Russia degli zar, si conferma essere uno dei film più tediosi che abbia mai visto. Un concentrato di nostalgia zarista e retorica nazionalista miscelata a stucchevoli scenette sentimentali, il tutto corroborato da artificiali atmosfere dorate e melensi paesaggi color pastello. 3 ore sottratte alla propria vita.
Costosissimo e indigeribile dramma sentimentale dalle velleità epiche, voleva forse celebrare il fastoso passato della Russia pre-rivoluzionaria agghindandolo con storie accattivanti, personaggi di spessore e, magari, un tocco di surrealismo. Il tutto però procede sconnesso e inconcludente, senza ritmo né capacità narrativa, gli attori sono deludenti, la fotografia è televisiva e le musiche di appendice. Troppo lungo, una noia mortale.
Produzione russa firmata da Nikita Mikhalkov il quale si lascia prendere un pò troppo la mano dalla retorica nazionalista: il risultato è un film tanto faraonico nella realizzazione quanto narrativamente debole, che rappresenta il paese in cui la vicenda si svolge (e i personaggi che la popolano) in modo irreale, fantasioso e folcloristico. Il film è inoltre debole proprio nella regia, che mostra pochissimo senso del ritmo e allunga il brodo in modo insostenibile. Tedioso.
Non basta prendersi tre ore per creare un'epopea forte e carismatica, se poi metà del tempo viene impiegata in quisquilie evitabili (in primis le lunghissime buffonate della scuola militare) e alla fine la vicenda si risolve in una convenzionale e travagliata storia d'amore commentata da una rutilante colonna sonora. Se si ha un po' di pazienza lo si vede senza troppa noia e dietro varie barbose inutilità vengono alla luce alcuni momenti affascinanti: il giuramento dei soldati, la festa prima della Quaresima e il "barbiere di Siberia" in azione.
L'amore tra un'americana intraprendente ed un cadetto militare russo incontrato casualmente su un treno in viaggio verso Mosca... Grossa produzione internazionale con quel che solitamente ne consegue: dispendio di mezzi, eterogeneità del cast, durata fluviale. Forse l'ambizione era quella di proporre un nuovo Dottor Zivago, ma il risultato, al di là di qualche bella ambientazione e del virtuosismo di talune sequenze, è assai più modesto: un film dispersivo negli intrecci temporali, poco interessante dal lato romantico, edulcorato nella visione della Russia zarista. Sbadigliabile.
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CuriositàDaniela • 22/11/20 16:18 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Nel cast anche lo stesso regista Nikita Mikhalkov, che interpreta il ruolo di Alessandro III, imperatore di Russia dal 1881 al 1894. Autocrate in politica interna e nazionalista in quella estera, annullò buona parte delle riforme liberali fatte dal padre Alessandro II e rischiò di far entrare il paese in guerra con l'Inghilterra.