Feuilleton sobrio e freddo che si concentra sugli aspetti melodrammatici e sugli amori clandestini, privandosi così di quella componente gotico-orrorifica che renderà così affascinante la versione diretta da Lanfranchi l’anno dopo (Il bacio). Anche il cast non brilla per intensità d’interpretazione : la Dionisio è fuori parte e si concede un timido topless; Peter Lee Lawrence è più credibile nei western; Guerrini abbastanza spaesato; la Schubert poco convincente.
la storia è un melodramma d'amore; la prima mezz'ora è davvero molto buona, poi il film si "impianta" e si fa ripetitivo (se pur sempre gradevole); ottima la ricostruzione d'epoca, moltissimi i caratteristi presenti, splendida e sensuale la Dionisio, che batte 100 a zero una Schubert con i capelli rossi che il marito della Dionisio tradisce per lei (roba da matti!). Bravo Guerrini, molto meno Peter Lee Lawrence.
Grazioso melodramma tratto da un romanzo. Attori ottimi e in parte accompagnati da buoni caratteristi (Luciano Rossi, Carlo Gaddi). Da notare la buona sceneggiatura, le belle ambientazioni e l'interpretazione profonda della Dionisio, qui particolarmente casta.
Buio, il temporale, il cimitero, il ghigno di Luciano Rossi... ma l'inizio è soltanto uno specchietto per noi allodole. Si tratta in realtà di un noioso polpettone che non ha veri motivi d'interesse se non la presenza di qualche buon attore, ma siamo comunque dalle parti della calligrafia più insistita. Dopo 100 minuti, rimane nel ricordo solo Carlo Gaddi, chissà poi perché.
Vero è che portare sullo schermo la Invernizio in modo credibile è impresa ardua, ma pure è vero che qui, pur parlando di “liberamente tratto”, si affonda nell’inverniziume peggiore, senza un briciolo, non pretendo di ironia, ma almeno di ritmo, di fuga dalla banalità. Le inquadrature sono statiche (a mano sono ancor peggio, come nell’avvelenamento), teatrali. E lo spettatore resta desto solo perché vede un cast tutto sommato decente partecipare impotente al disastro, fino al catastrofico finale col processo, dove la scena madre sconfina nella farsa (involontaria, sia chiaro).
Melodramma d'amore che alla fine ha molte lacune, soprattutto se si considera il "poderoso" titolo che Infascelli dà al film, dal punto di vista del tragico: troppo scontato il tutto, in modo particolare negli ultimi 50 minuti della pellicola. Insomma, un prodotto che non va al di sopra della sufficenza. Interpretazioni disomogenee. Se infatti il bravo Orso Maria Guerrini e la come sempre splendida e bellissima Silvia Dionisio (particolarmente affascinante in versione nobile) se la cavano bene, la Schubert (orribile con i capelli rossi) e Laurenwce meno. 6=
Melodramma in costume (con anima da feuilleton) curato nel fornigli la patina necessaria al tipo di prodotto, con una Silvia Dioniso quasi in forma e un resto del cast quasi passabile. I toni sono un po' sopra le righe e il rischio di precipitare nel fotoromanzo con colpi di scena discutibili è in agguato. Ma credo che in fondo il prodotto lo si voleva così come ci è stato consegnato, quindi prendiamolo come modernariato in celluloide e amen.
Incresciosa rivisitazione viscontiana, plateale e assolutamente patinata. La vicenda, prevedibile in ogni suo snodo, si segue con fatica, pur mantenendosi, figurativamente, almeno sopra il livello di guardia. L'unica nota di un certo rilievo è il cast: Orsini ha, se non altro, il fisico del ruolo mentre Lawrence si limita a deloneggiare in modo piuttosto sciapo. La Schubert fa la Schubert ("La carne brucia..."). Silvia Dionisio è, al solito, molto carina, tanto che risulta difficile capire come Orsini la possa scaricare con tale disinvoltura.
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Per quanto possa sembrare strano, la Casina Valadier, qui sopra riproposta e presente nel film, era il locale in cui si recavano a mangiare in compagnia due noti deputati, sorprendentemente diventati amici personali: Curzi (PCI) e Almirante (MSI).
HomevideoGeppo • 1/11/09 12:14 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ed ecco a voi la rarissima fascetta cartonata CVR di "Il bacio di una morta" (anno circa 1981) direttamente dalla Geppo Collection.