Un melodramma freddo e morboso, girato quasi tutto in interni e non privo di scene forti (più o meno accorciate, a seconda delle versioni). Molto lento e a tratti piuttosto macchinoso, ma anche intenso e senza dubbio interessante, anche in virtù del curioso cast, dal nostro Testi (decisamente bravo, a mio parere attore sempre troppo sottovalutato) fino a Kinski (spiritato come al solito), passando per la Schneider e Dutron (entrambi ottimi). Colonna sonora azzeccata. Non riuscitissimo ma da vedere.
Elaborato ed estetizzante, il primo film francese del polacco Zulawski si tinge dei colori lividi di una tragedia shakespeariana - non a caso viene messo in scena il "Riccardo III" - nella quale agiscono esseri deboli, falliti, delusi, disperati. Le solenni musiche di Delerue intervengono con prontezza sia nei silenzi che nei dialoghi e gli attori sono al livello richiesto: la Schneider è opportunamente triste e sfiorita, Testi s'impegna e Kinski come guitto gay sfoggia il suo istrionismo; parimenti incisivi il laido Dauphin e il macilento Rodin. Piccolo ruolo per una ricciuta Machiavelli.
Non posso dire che non sia fatto bene, anche se il regista ripeterà gli stessi canoni (inserendo però una violenza quadrupla) in lavori successivi e per me molto più riusciti. Testi mi è piaciuto il giusto, Kinski è di rendimento costante, mentre è veramente al meglio come tutto la Schneider. Visto che vengono trattati a fondo l'amore platonico, la pietà e certe sensazioni in netto contrasto con la natura umana, io proporrei la visione di questo film agli amanti dei reality show e del bunga bunga...
MEMORABILE: La testata del gorilla "vecchietto". Ogni tanto Testi si ricorda dei poliziotteschi e mena anche lui.
Bel film dove troviamo sentimento, botte, omosessuali supersignorili e ancora botte. La Schneider qui non mi è piaciuta non solo a livello di attrice, mi sembra proprio sciupata. Film che tutto sommato merita tranquillamente i tre pallini; Testi drammatico completamente diverso dal duro visto in altre opere.
Possiede molti dei tic e dei vezzi di certo cinema intellettualistico anni '70; eppure, al contrario di altri esempi di questo tipo, non risulta quasi mai fastidioso. Forse perché si intuisce un'ispirazione sincera e non stucchevole; forse perché il film mostra una galleria di personaggi ora malinconici, ora grotteschi, non risultando mai noioso; forse perché gli attori sono bravi o comunque in parte, compreso il nostro Testi, qui alla sua prova migliore. Su tutti svetta una Schneider angosciata, conscia della propria sconfitta, mai così brava.
Zulawski cala un classicissimo plot (qui il fotografo ama l’attrice, sposata con un cinefilo) in un'atmosfera in cui, a parte i protagonisti, tutto è caricatura, eccesso, grottesco, barocco. Come se l'amore puro provasse a farsi largo, inutilmente data la mancata congiunzione dei due, in un mondo abnorme, caratterizzato dall'alterazione e dal commercio, con un beffardo finale che richiama lo squallido inizio. Davvero intensa Romy Schneider, ma l'intero baraccone risulta eccessivo, finendo per impastoiare il tutto e per inchiodarlo agli Anni Settanta.
Melodramma classicamente inquadrabile nei crismi tipici di certo cinema settantiano, girato da Zulawski in Francia e con buona parte del cast transalpino; l'influenza del cinema autoriale d'Oltralpe si sente, ma al tempo stesso il film non risulta particolarmente pretenzioso, nonostante l'ambientazione teatrale si sommi spesso e volentieri a interpretazioni altrettanto sopra le righe. Prevedibilmente e gustosamente esagitato Kinski, serioso e convincente Testi, fragile ed enigmatica la Schneider; non male nemmeno il finale. Un buon film.
MEMORABILE: Kinski che attacca briga e riempie di botte due cafoni; Il pestaggio di Testi.
Definibile il Lynch dell'Est, Andrej Zulawski ha portato avanti un determinato filone, suggestivo e difficilmente collocabile nella logica del cinema convenzionale. "L'importante è amare", del 1975, è un film ermetico e poetico. Poca narrazione a favore di un gioco (pseudo)psicologico, amplificato e melodrammatico. Fabio Testi una sorta di Daniele Dominici ancora più rigido; Romy Schneider in un ruolo pesante. Film dedicato a chi predilige il significante al più semplice e "universale" signifato.
Fotografo pornografico si innamora di un'attrice sul viale del tramonto. Sceneggiatura dal soggetto poco originale (lei, lui e l'altro) rivisitata da Zulawski intorno al male di vivere generale. Messa in scena ridondante, ma meno del consueto per il regista, nella quale ognuno ha modo di esprimere la propria natura anche grottesca. La Schneider si mette (letteralmente) a nudo e sprigiona una disperata sincerità; discreto anche Testi - che all'inizio sembra non centrare molto - mentre Kinski si rivela adatto, nel suo salire sopra le righe (soprattutto in teatro).
MEMORABILE: Le foto sul set pornografico; Kinski al ristorante; Sul feretro del marito.
Andrzej Zulawski HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoXtron • 25/10/12 16:28 Servizio caffè - 2200 interventi
Il dvd MEDUSA:
Audio italiano e francese
Sottotitoli in italiano
Formato video 1.66:1 16/9
Durata 1h48m48s
Nessun extra sul dvd, ma in allegato c'è un booklet di 38 pagine dal titolo "Occhi in trance: Dalla Polonia alla Francia storia di un cinema di frontiera"
I titoli di testa e coda sono in italiano ed hanno una qualità inferiore rispetto al master del film.
Un'immagine dal dvd (si trova al min. 23:32)