Il modello esplicito è l’Indiana Jones di Spielberg, al quale il nostro Antonio Margheriti (sotto l'abituale pseudonimo di Anthony M. Dawson) si rifà chiaramente per questa sua avventura tra templi maledetti e sette turche indispettite. Il protagonista David Warbeck, in verità, sembra assomigliare di più a uno dei tanti James Bond, piuttosto che all’eroe di Harrison Ford (non è un caso che a un certo punto si lasci andare a un “per questo lavoro andava bene Roger Moore” di chiara interpretazione), anche per il tipo di ironia del personaggio. Muovendosi tra le strade di Istanbul prima e tra le rocce della Cappadocia poi, l'avventura si sviluppa in modo canonico senza vergognarsi di proporre...Leggi tutto dei cattivi da barzelletta che trasformano il tutto in un fumettone zeppo di stereotipi da pura serie B. E in effetti, considerata la povertà dei mezzi a disposizione, non c'è rischio di sbagliarsi. Fortunatamente Margheriti in questo ambito sa muoversi con dimestichezza fornendo una regia solida che, nonostante tutto, rende il film adeguato alle aspettative di chi ama il genere, con un finale (quasi) spettacolare, inseguimenti e - va rimarcato - un'ironia capace di farci soprassedere sulla scarsa plausibilità dei dialoghi. John Steiner, per una volta, lotta dalla parte giusta (anche se il suo personaggio non è comunque del tutto trasparente), la biondina di turno si rivela una sorta di ninfomane (ad ogni incontro con Warbeck propone l'amplesso), il protagonista se la cava senza troppo eccellere. Sceneggiatura molto modesta, fotografia e musica e pure. Certo non un gran film.
Simpatico Indiana Jones-clone firmato Antonio Margheriti. Buona parte dal discreto risultato è merito del sempre bravo David Warbeck e delle belle ambientazioni. La storia vede i protagonisti impegnati nella classica ricerca di un tesoro (la città morta). Molto divertente.
Un tesoro fa sempre gola a molti e ad accorgersene saranno Warbeck e compagnia bella, partiti per la Cappadocia alla ricerca di uno scettro magico. Per alcuni un fantahorror, per altri un adventure, per altri ancora un thriller postatomico... Unica certezza che è un pessimo film che la critica cerca di rivalutare solo perchè partorito dal grande Margheriti, capace sempre di grandi opere di serie minore ma che stavolta fa una sonora cilecca!
Uno dei film più deboli nella carriera di un grande regista. Non basta l'ottimo cast, la storia è risibile e davvero poco originale. Oltretutto, data la leggerezza di alcune scene, sembra di assistere a un film da destinare a un pubblico di ragazzini.
Margheriti è sempre riuscito a trasformare produzioni a bassissimo budget in film più che dignitosi. Lo stesso accade con questo avventuroso, che oltre a un discreto cast, tra cui il mitico Warbeck (un attore che avrebbe meritato più fortuna, secondo me), offre qualche buon momento di entertainment senza pretese. La parte più interessante è l'ultima mezz'ora nel tempio, molto alla Indiana Jones; se la prima parte del film fosse stata un po' più brillante il voto sarebbe stato anche migliore. Comunque un prodotto onesto. Belle le location turche.
Assistere ad un film di Margheriti è sempre un piacere, anche quando imita un kolossal come I predatori dell’arca perduta: c’è genuina passione per il cinema e grande competenza nell’utilizzo di un budget limitato per realizzare trucchi, effetti speciali ed emozionanti scene d’azione, in questo caso riguardanti esplosioni, crolli di caverne e immensi incendi; il racconto procede speditamente, con gustose spruzzate d’ironia da parte di Palacios e Collins. Warbeck si conferma attore tuttofare del nostro cinema di genere e Steiner è un finto paraplegico come ne Il ritorno di Zanna bianca.
Divertente film d’avventura il cui personaggio di un versatile Warbeck oscilla a metà tra Indiana Jones e James Bond. Lo stile rimanda chiaramente ad altri tempi in cui a prevalere è l’abilità registica che cerca di continuo di oltrepassare tutti i limiti di una produzione non sfavillante. Nonostante le imperfezioni e la scarsa credibilità di alcune situazioni ci si diverte a sufficienza perché non si prende mai troppo sul serio e l’azione non manca. Titolo emblematico che rispecchia i contenuti.
Simpatico avventuroso che fa il verso (smaccato) a Indiana Jones (che lo faceva a Carl Barks, ma non si dice). Alla fine la differenza è nei soldoni della produzione. Warbeck è guascone il giusto e la combriccola con Palacios e Pigozzi (e il contraltare Steiner) funziona niente male. Le ingenuità (e le indigenze) si fanno sentire inevitabili, ma i novanta minuti filano via con impreveduto piacere. Graziosa la Sudlow, star del fotoromanzo.
Indiana Jones ispira questo avventuroso film italiano. Nel cast il solito Warbeck, onnipresente del cinema bis, coadiuvato dalla starlette di turno e dal mitico Pigozzi. La trama è un tantino ingenua e rispecchia piacevolmente lo stile Margheriti. Un film ben girato, leggero nei contenuti ma divertente. Location turche immagine di un budget modesto e grande utilizzo di modelli in scala per le sequenze d'azione, tutto come copione.
MEMORABILE: L'inseguimento creato con modellini di auto.
I film d'avventura dovrebbero essere avvincenti. Questo di avvincente non ha proprio nulla. Sceneggiatura confusissima e recitazione pessima i peggiori difetti (si salva a tratti John Steiner, simpatico Ricardo Palacios). Si scimmiotta a tutto spiano Indiana Jones, compresi alcuni inserti comici che però qui sono francamente stucchevoli (qualsiasi sia la situazione i protagonisti hanno sempre la battuta pronta). Anche gli effetti lasciano a desiderare. Da dimenticare.
Nonostante la riconosciutagli abilità di saper cavare il sangue dalle rape, in questo caso il materiale su cui Margheriti ha potuto lavorare era davvero scarso. Il regista romano riesce comunque a fornire una prova decorosa, superando il budget spartano, lo script inadeguato e un cast a disposizione in cui pochi recitano bene. Il livello sale quando il ritmo cresce, nella seconda parte e anche qui si deve indulgere parecchio per crederci davvero, ma questo vale anche per il più blasonato episodio di Indiana Jones cui si ispira apertamente. Per appassionati.
Anthony Dawson (Antonio Margheriti) HA DIRETTO ANCHE...
Un Indiana Jones in sedicesima firmato dal buon Margheriti, che riesce a mettere in piedi un prodotto non certo appassionante ma in fondo capace di soddisfare le aspettative del tipo di pubblico a cui era rivolto. Decisamente sottotono nella prima parte ambientata a Istanbul, nell'ultima mezzora sullo sfondo degli scenari incantati della Cappadocia, fra grotte e misteriosi templi sotterranei, acquista un po' di vigore sorvolando ovviamente sulla modestia degli effetti speciali. Recitazione di routine per Warbeck, Steiner e Pigozzi. Piacevolmente ornamentale la biondina Susie Sudlow.
MEMORABILE: Steiner che si alza dalla sedia a rotelle.
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