Certamente non uno dei migliori Jack Arnold, nonostante il lodevole messaggio pacifista e qualche buon momento riconducibile all’esperienza del regista nel saper gestire la materia fantascientifica. La “cosa da un altro mondo” è questa volta una sorta di massa cerebrale che ci appare quasi come un dolce caramellato, grande quanto un pugno ma destinato a crescere giorno dopo giorno. A incontrarla, in una grotta, sono i figli di scienziati e fisici giunti in zona per seguire il lancio di un missile esplosivo americano da far orbitare intorno alla Terra. Il cervello alieno condizionerà le menti dei bambini i quali a loro volta bloccheranno i muscoli dei genitori, resi incapaci...Leggi tutto di avvertire della minaccia i loro superiori. Nessun effetto speciale, un soggetto ingenuo condotto senza molta fantasia, i soliti ragazzini dall'aria catatonica, madri apprensive e padri che provano inutilmente a ribellarsi. Il tutto ambientato tra unità abitative montate per l'occasione sul litorale di una spiaggia abbandonata. I fanciulli sono visti come le uniche menti sagge e innocenti sulla Terra, scelti per questo e arruolati dall’alieno come soldati della pace. La durata molto contenuta del film (si fatica a raggiungere l'ora e dieci) non permette fortunatamente di annoiarsi troppo, ma l'evidente appartenenza a una fantascienza datata e scontata rende difficile appassionarsi. L’incipit è interessante, il clima generale poteva diventarlo, ma nel complesso si è visto di meglio, in tema. Tra i genitori compare Jackie “zio Fester” Coogan.
So d'andare controcorrente, ma ho sempre apprezzato questo film "minore" di Jack Arnold (non fateci caso, a me piace anche Ricerche diaboliche!), che considero un poetico apologo sullo sguardo "altro" dei bambini - come sosteneva Wim Wenders - "la loro capacità d'osservare le cose senza necessariamente averne un'opionione immediata o trarne delle conclusioni" e di superare i pregiudizi degli adulti. Forse gli effetti speciali (il cervellone alieno) risultano un po' ridicoli, ma il resto andrebbe riconsiderato con più attenzione.
Fantascienza che non punta certo sugli effetti (ciò che arriva dallo spazio sembra più una luminosa funzione corporale espletata da un alieno che non l'alieno stesso), ma che basa quasi tutto sul messaggio, sull'altolà alla diffusione di bombe, missili, satelliti per ritorsioni e così via. E bisogna dire che gli attori se la cavano, compresi i bambini, credibili nel loro ruolo di innocenti che vengono scelti per la missione, mentre i grandi, come al solito, pieni di problemi, non vedono al di là del proprio naso. Pur non succedendo chissà che, nel complesso non è male.
MEMORABILE: Scena comico involontaria nella quale militari e scienziati parlano di tecnologie ultra avanzate e, all'improvviso, rimangono al buio, senza corrente.
Tra l'oceano e il deserto un gruppo di bambini (magistralmente diretti) alle prese con una specie di cervello luminescente venuto dallo spazio che cresce di ora in ora. Scopo dell'alieno è il sabotaggio militare con l'aiuto dei frugoletti. Antimilitarismo affidato alle giovani generazioni in una pellicola non eccelsa ma con il nobile tocco alla Arnold e bella musica elettronica d'antan. Un cartiglio evangelico precede i titoli di coda (per chiarire del tutto le idee sul messaggio).
Un'entità aliena, dopo essersi stabilita in una caverna nei pressi di una base militare dalla quale sta per partire un missile con testate nucleari, entra in contatto telepatico con un gruppo di bambini, figli dei dipendenti della base stessa... Considerata opera minore nella filmografia di A., lo è certamente per quanto riguarda la dimensione produttiva per gli evidenti limiti di budget e la pochezza degli effetti speciali, ma non per i temi affrontati e la sincerità del messaggio pacifista. Fantascienza magari ingenua, ma paradossalmente, vista l'età dei protagonisti, adulta e matura.
Lodevole apologo pacifista sul tema "Il mondo salvato dai ragazzini". La materia è nobile; i materiali approntati da Arnold sono, però, come di consueto, grezzi e l'analisi psicologica risulta di grana spessa. Apprezzabile, almeno all'inizio, un certo tono ambiguo e sospeso che, purtroppo, viene liquidato nel finale sbrigativo e semplicistico. Un reperto d'antiquariato, simpatico e nulla più.
Il film appartiene al filone fantascientifico in cui i protagonisti sono i bambini che qui agiscono in modi "oscuri" che solo alla fine si chiariranno. La storia è semplice, così come i suoi risvolti e non è certo impossibile capire quale sarà il colpo
di scena finale e l'epilogo. Ciononostante i risultati sono accettabili e non ci si annoia anche grazie ad una durata di appena settanta minuti. Fantascienza d'antan che pur non memorabile, non manca di quel certo fascino che avevano le
pellicole d'altri tempi.
Bello e intrigante per il messaggio, nei confronti del quale la storia è semplicemente un espediente simbolico privo di una sua dimensione. I simboli sono i bambini, che rappresentano la pace, la genuinità e la saggezza persa dagli adulti, impegnati nella costruzione di armi di distruzione. Il film si tinge anche di note spirituali e filosofiche, come Arnold ama sovente fare. Nel complesso eccessivamente sintetico, ma offre spunti interessanti.
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DiscussioneZender • 13/11/10 11:06 Capo scrivano - 47782 interventi
Beh chiaro, non sempre si trovano i poster italiani dei film. Questo comunque rende l'idea...
Lo zio Fester! Ebbene sì, il padre della ragazzina è Jackie Coogan, lo zio Fester della vecchia serie TV "La famiglia Addams".
Un motivo per correre più veloce Il violento e ubriaco patrigno del ragazzino lo sta inseguendo. Per convincerlo ad arrestare la sua corsa e consegnarsi, gli dice però la frase più sbagliata del mondo: "Torna indietro, che ti prendo a legnate!".
CuriositàDaniela • 25/02/17 01:49 Gran Burattinaio - 5927 interventi
A giudicare dai modesti effetti speciali che si vedono in questo film non si direbbe proprio, ma il loro autore è stato uno dei più grandi nella storia del cinema: John P. Fulton.
A lui si devono gli effetti speciali di molti film del genere fantasy e fantascienza, compresi capolavori come L'uomo invisibile (il suo lavoro più celebre ed acclamato) e La moglie di Frankenstein, e quelli di altre famose pellicole di altro genere, da Sabrina di Wilder a Colazione da Tiffany di Edwards.
Di particolare rilievo la produzione per Hitchcock, con il quale collaborò in ben sei film, compresi La finestra sul cortile e La donna che visse due volte.
Ricevette tre Oscar per gli effetti speciali dei seguenti film: L'uomo meraviglia (1945), I ponti di Toko-Ri (1952), I dieci comandamenti (1957).