I due magnifici fresconi - Film (1969)

Film a episodi dimenticabile. Girolami riprende spezzoni di film precedenti e li unisce creando una sottotrama che colleghi il tutto. Ma il risultato inevitabilmente è uno solo, come prevedibile. Le gag non sono granché, le storie prevedibili e la confusione regna sovrana.

Caos totale. Girolami prende tre episodi “Franco&Ciccio” da tre film, e li inserisce in una trama unica, grazie a una cornice in cui si vedono suo figlio, Balsamo, Fogliani, Littera e Adami. La cosa si complica perché la cornice ha senso col primo episodio riciclato, ma fa a pugni con gli altri due. Il tutto inframmezzato da momenti in cui Fogliani e Littera “inseguono” il duo che, per ovvi motivi, non è mai inquadrato con loro. Per rendere la cosa ancor più surreale, la Spina è presente in ruoli diversi in due episodi e la Polesello, presente nel secondo episodio riciclato, appare pure nella cornice... *½

Operazione Frankenstein (& Ciccenstein) rispetto alla quale i fresconi sono gli spettatori. I tre spezzoni incollati hanno la stessa coesione dell'Unione europea, e fanno ridere di meno, nonostante la consumata bravura del duo. L'effetto complessivo è tutt'altro che smagliante. Singolare la sorte della canzonetta di Guido Lamberti in arte Ugolino, proveniente da un film di tutt'altre atmosfere (e ambizioni)

Confuso, banale e spesso noioso film con la famosa coppia di comici siciliani. Nel cast è facile riconoscere un giovane Girolami senza baffi (figlio del regista). Elementi di interesse ce ne sono proprio pochi: gli si può concedere l'attenuante dell'operazione azzardata, vale a dire che rimontare diversi film in uno non è semplice. Qualche momento comico, giudizio mediocre.

Marino Girolami rimonta tre episodi da altrettanti suoi film. Il materiale di partenza non è affatto buono (Queste pazze pazze donne, Veneri al sole e Le tardone). L'unico episodio memorabile è il secondo, con Franchi che infastidisce Ingrassia! (*!) Il primo e il terzo sono davvero brutti e poco interessanti: *. Girolami aggiunge come intermezzo aberranti spezzoni con due irritanti mafiosi che dovrebbero amalgamare il tutto e invece fanno il contrario confondendo le idee. Pessima e mal condotta operazione di montaggio. Media: *

Un disastro! Marino Girolami prende tre episodi di Franco e Ciccio diretti precedentemente da lui per unirli in una sola pellicola presentandola al pubblico come un film intero. Fino a qui tutto bene, se non fosse per l'episodio aggiunto coi due sicari siciliani (tra l'altro antipatici e non fanno nemmeno ridere), che serve per unire e completare i tre episodi in una sola trama. In sostanza, l'episodio aggiunto ha un senso solo col primo episodio. Trovo terribilmente fastidioso il master che varia, di diversi colori. Esperimento non riuscito.

Marino Girolami tenta la furbata del film con tre episodi tratti da altrettanti film con protagonisti Franco e Ciccio e ci appiccica delle scenette (spesso penose) con due mafiosi. Il risultato è francamente deludente (la pellicola che cambia colore a ogni scena, poi, è alquanto irritante). Invedibile e noioso tanto da snaturare i due comici.

Se non è il peggiore episodio della carriera di Franco e Ciccio poco ci manca. Tuttavia la colpa di un tale disastro non appartiene a loro ma a chi ha realizzato quella che si può definire una vera e propria accozzaglia senza un filo logico. I tre capitoli sono inframezzati da un’altra coppia che interpreta due mafiosi, senza riuscire a concludere nulla di buono. Che sia un progetto nato male lo testimonia anche l’orrenda canzone della sigla e il continuo e inspiegabile viraggio di colori che aumenta soltanto il caos. Come direbbe Franco: a schifio finì!