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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Hunter Killer
Anno: 2018
Genere: action (colore)
Regia: Donovan Marsh
Note: Adattamento del romanzo “Firing point” (2012), di Don Keith e George Wallace.
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Nei film girati all’interno di sottomarini la claustrofobia dell'ambientazione rischia sempre di trasmettersi anche allo spettatore e liberarsene, per il regista, non risulta sempre facile. Forse anche per questo motivo HUNTER KILLER procede parallelamente via terra (pur se in misura minore), cercando di riconquistare in tal modo un po' di varietà, da alternare in aggiunta a qualche ripresa nelle sale decisionali, dove si si gioca la pericolosissima partita a scacchi che può portare al temuto Terzo Conflitto Mondiale.
Tutto comincia nel mare di Barents, a nord della Russia, a due passi dal Polo Nord. Un sottomarino americano, il Tampa Bay, ne segue invisibile a breve...Leggi tutto distanza uno russo quando due siluri colpiscono sorprendentemente entrambi. Com'è possibile? La soluzione è semplice: in Russia è in corso un colpo di stato e un generale ha preso in mano la situazione catturando il presidente. Gli americani, che ancora nulla sanno, sono agli ordini del Capo di Stato Maggiore Charles Donnegan (Oldman) il quale invia un nuovo sommergibile, l'Arkansas, per andare a ritrovare il Tampa Bay, di cui hanno perso le tracce.
Nel frattempo via terra un manipolo di ardimentosi viene spedito a cercare di capire cosa stia succedendo in Russia. Un'azione congiunta che porterà a recuperare prima il capitano russo che era rimasto intrappolato nel sommergibile bombardato e in seguito addirittura il suo presidente, sottratto alle mani dei perfidi generali. L'Arkansas, guidato dall'imperturbabile capitano Joe Glass (Butler), si ritrova quindi a bordo una patata bollentissima, inseguito da navi e radar nemici.
Il doppio binario permette di riemergere di tanto in tanto dagli abissi per lasciare spazio a lampi di guerra più tradizionali, mentre buona parte della tensione si consuma nella sale dove si decidono i destini del mondo. Ciò che invece deve semplicemente fare Glass è riportare a casa il suo sommergibile con relativo equipaggio e "vip" d'accompagnamento. Schivare i siluri, le bombe di profondità, sfilare tra le rocce... la normale amministrazione, insomma, in film così, e difatti nulla di nuovo brilla sotto il sole. Butler però è un bell'animale da cinema e il physique du rôle ce l'ha (molto meno chi conduce le operazioni via terra); per questo anche il clima che si instaura nell'equipaggio permette di vivere qualche buon momento di tensione, considerato che a bordo c'è un comandante “nemico” e non si sa mai fino a che punto stia realmente collaborando.
Assistito da buoni effetti speciali, da un colpo di scena finale ben congegnato che può chiudere sorprendendo e da una valida gestione dell'azione, il film ha le carte in regola per soddisfare i fan del genere pur scontando una parte centrale debole dovuta probabilmente alla durata eccessiva e non giustificata (si superano le due ore). Il doppiaggio italiano diverte per come abilmente riesce a evitare i sottotitoli (russi e americani parlano tutti la stessa lingua, i primi con un leggero accento locale), la confezione non ha molto da rimproverarsi e il film fila discretamente; accelerando nell'ultima parte, quando il fiato sospeso per una situazione che gli americani non sanno proprio come risolvere ci porterà a godere del finale. Poi certo, l'impostazione è classicamente americana, sa di studiata a tavolino senza alcun volo di fantasia, i personaggi sono stereotipati e privi di sfumature, ma i dialoghi sono curati più della media e nell'insieme siamo al cospetto di un war movie moderno quanto basta.
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Tutto comincia nel mare di Barents, a nord della Russia, a due passi dal Polo Nord. Un sottomarino americano, il Tampa Bay, ne segue invisibile a breve...Leggi tutto distanza uno russo quando due siluri colpiscono sorprendentemente entrambi. Com'è possibile? La soluzione è semplice: in Russia è in corso un colpo di stato e un generale ha preso in mano la situazione catturando il presidente. Gli americani, che ancora nulla sanno, sono agli ordini del Capo di Stato Maggiore Charles Donnegan (Oldman) il quale invia un nuovo sommergibile, l'Arkansas, per andare a ritrovare il Tampa Bay, di cui hanno perso le tracce.
Nel frattempo via terra un manipolo di ardimentosi viene spedito a cercare di capire cosa stia succedendo in Russia. Un'azione congiunta che porterà a recuperare prima il capitano russo che era rimasto intrappolato nel sommergibile bombardato e in seguito addirittura il suo presidente, sottratto alle mani dei perfidi generali. L'Arkansas, guidato dall'imperturbabile capitano Joe Glass (Butler), si ritrova quindi a bordo una patata bollentissima, inseguito da navi e radar nemici.
Il doppio binario permette di riemergere di tanto in tanto dagli abissi per lasciare spazio a lampi di guerra più tradizionali, mentre buona parte della tensione si consuma nella sale dove si decidono i destini del mondo. Ciò che invece deve semplicemente fare Glass è riportare a casa il suo sommergibile con relativo equipaggio e "vip" d'accompagnamento. Schivare i siluri, le bombe di profondità, sfilare tra le rocce... la normale amministrazione, insomma, in film così, e difatti nulla di nuovo brilla sotto il sole. Butler però è un bell'animale da cinema e il physique du rôle ce l'ha (molto meno chi conduce le operazioni via terra); per questo anche il clima che si instaura nell'equipaggio permette di vivere qualche buon momento di tensione, considerato che a bordo c'è un comandante “nemico” e non si sa mai fino a che punto stia realmente collaborando.
Assistito da buoni effetti speciali, da un colpo di scena finale ben congegnato che può chiudere sorprendendo e da una valida gestione dell'azione, il film ha le carte in regola per soddisfare i fan del genere pur scontando una parte centrale debole dovuta probabilmente alla durata eccessiva e non giustificata (si superano le due ore). Il doppiaggio italiano diverte per come abilmente riesce a evitare i sottotitoli (russi e americani parlano tutti la stessa lingua, i primi con un leggero accento locale), la confezione non ha molto da rimproverarsi e il film fila discretamente; accelerando nell'ultima parte, quando il fiato sospeso per una situazione che gli americani non sanno proprio come risolvere ci porterà a godere del finale. Poi certo, l'impostazione è classicamente americana, sa di studiata a tavolino senza alcun volo di fantasia, i personaggi sono stereotipati e privi di sfumature, ma i dialoghi sono curati più della media e nell'insieme siamo al cospetto di un war movie moderno quanto basta.
Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/11/18 DAL BENEMERITO DIGITAL POI DAVINOTTATO IL GIORNO 1/10/24
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- Davvero notevole!:
Digital, Jandileida - Quello che si dice un buon film:
124c, Galbo, Taxius, Nando - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Rambo90, Daniela
Piacevole ritorno all'action anni 80, con trama che coniuga classiche situazioni di tensione in un sottomarino alla Caccia a Ottobre Rosso a guerriglia armata sulla terraferma tipica dei war movie con Chuck Norris. La trama offre anche un paio di situazioni quasi inedite (un'alleanza russo-americana), ma a tratti è appesantita da un ritmo non sempre fluido (soprattutto nella prima parte). Bene Butler, ormai nuova icona del genere, più sprecati Oldman e Nyqvist.
Mandato nelle profondità del mare per rintracciare un sottomarino americano, il capitano Joe Glass si trova a dover fronteggiare un colpo di stato russo. Action movie che mantiene ciò che promette: tensione, azione a più non posso e un dispiego non indifferente di effetti speciali. Butler è come sempre a suo agio nel ruolo di salvatore della patria, ma anche il cast di contorno si comporta degnamente, con un ottimo Nyqvist e Michael Gor psicopatico ammiraglio sovietico (di contro vi è un Oldman mal sfruttato). Intrattenimento assicurato.
Fa tornare alla mente classici come Caccia a Ottobre Rosso e Allarme rosso, ma anche un po' Alba rossa. Dai a Gaerard Butler un sottomarino americano e lui, ex-Leonida, si troverà a fronteggiare, assieme al suo equipaggio, una crisi dove un folle ministro russo rapisce il suo presidente per minacciare una guerra nucleare. Fra colpi di scena e FX all'avanguardia, spicca la partecipazione di un Toby Stephens rossiccio e con la barba alla Chuck Norris, che comanda egregiamente un commando di soldati a terra. Gsry Oldman poco incisivo.
Thriller fantapolitico in parte ambientato su un sommergibile della marina americana. Si ricollega direttamente ad uno dei capostipiti del genere per la contrapposizione tra due dei personaggi principali. L’alternanza tra le scene in mare e quelle a terra aumenta efficacemente ritmo e tensione, rendendolo film piacevole da seguire, anche perchè molto curato nella recitazione, affidata ad un buon gruppo di attori, tra i quali spiccano Oldman e il compianto Nyqvist. Buoni gli effetti speciali.
Fantapolitico il cui il Presidente russo, che non somiglia a Putin, viene sequestrato da un suo ministro fanatico, ma per fortuna dall'altro fronte ci sono eroi con i soldi saldi, agli ordini di un Presidente più sensato di Trump, che faranno di tutto pur di evitare lo scoppio della terza guerra mondiale... Action vecchio stile che ricorda altri celebri modelli subacquei, a parte qualche aggiornamento political correct. Buona confezione, discreto ritmo, niente di nuovo nei contenuti anche se fa sempre piacere vedere messi all'angolo o peggio i guerrafondai di qualunque bandiera si ammantino.
Divertente e adrenalinico action movie in puro stile anni 80 con scontri tra sottomarini, bombe, pericoli nucleari, umanità in pericolo e chi più ne ha più ne metta. Nel suo genere è sicuramente tra i migliori degli ultimi anni e questo grazie a un ritmo sempre altissimo, ai notevoli effetti speciali e a un convincente Gerard Butler nei panni del salvatore del mondo. Il film funziona perché mantiene alta l'adrenalina dall'inizio alla fine senza avere punti morti.
Action bellico che vede le due maggiori potenze mondiali collaborare per disinnescare un pericoloso golpe. Dialoghi discretamente realizzati e ambientazioni all'interno di un sottomarino. Indubbiamente la seconda parte è molto più interessante e probabilmente molto enfatizzata. Valido il cast, con Butler oramai a suo agio nell'eroe americano ben coadiuvato da un intenso Nyqvist.
Butler tutto preso a evitare la fine del mondo, i russi e gli americani, i sommergibili e un'operazione a terra, praticamente suicida, in una base artica: ce n'è abbastanza per mandare in brodo di giuggiole qualsiasi appassionato di azione. E infatti il risultato non delude: piace parecchio l'alternanza tra le profondità del mare e i duelli terrestri, il comparto attori è più solido della calotta polare e l'iniezione di fantapolitica dona oltretutto quel qualcosa in più. Marsh imprime un gran ritmo dall'inizio alla fine e mette segno almeno un paio di scene davvero ad alta tensione.
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