Hotel Gagarin - Film (2018)

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La nostra recensione di Hotel Gagarin

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I soliti maneggi dei cinematografari nostrani: per intascare i fondi europei, un trafficone futuro eurodeputato chiama un amico per fargli fare il produttore improvvisato di un film ambientato in Armenia. Deve scovare un qualsiasi copione ambientato lì e assemblare una troupe da mandare in loco a girare; o almeno a farlo per il tempo necessario a permettergli di scappare il prima possibile coi soldi. Contattata una vecchia amica specializzata nell'organizzare eventi, Valeria (Bobulova), incarica lei di guidare l'operazione proponendole di entrare nell'affare e di fuggire poi a sua volta al momento giusto. Parte il reclutamento ed ecco in breve trovati l'attrice principale Patrizia...Leggi tutto Affogalasino (D'Amico), prostituta romana doc, il tecnico delle luci (Amendola), l'operatore (Argentero) e naturalmente il regista/sceneggiatore, Nicola (Battiston), un professore di storia che prova da sempre a trasmettere la passione del cinema ai suoi incolti alunni. Arrivati nella fredda Armenia tra la neve, i nostri prenderanno alloggio all'hotel del titolo in attesa di capire come possano procedere i lavori, ma verranno presto confinati lì a causa di una crisi militare nei dintorni. Non gli ci vorrà molto per capire come sotto ci sia una truffa. Chiusi tra le mura di uno spazio enorme tutto per loro si conosceranno meglio e avranno modo di mostrare ognuno le sfaccettature del proprio carattere; chi in modo deciso (Battiston, Argentero), chi rimanendo più sullo sfondo senza incidere (Amendola), chi rinchiudendosi in uno scorbutico silenzio (Bobulova), chi esibendo una spontanea ingenuità (D'Amico). La scelta intimista del regista e co-sceneggiatore Simone Spada è evidente: delicatamente, sull'onda di paesaggi innevati di grande suggestione, imbocca la strada della commedia malinonica affidandosi alla bravura di un Battiston che palesemente si impone come personaggio principale. Con l'atteggiamento vagamente snobistico di chi cita i classici e sa esibire una cultura superiore, Nicola diventa in breve il punto di riferimento del gruppo, così come il Sergio di Argentero pensa a sé senza curarsi troppo dei pensieri degli altri. Nasce una bizzara amicizia tra Patrizia e il contatto armeno di Valeria, una ragazza incinta che ha imparato l'italiano ascoltando Al Bano e Romina, mentre Valeria fa lentamente emergere l'indole meno spigolosa del proprio carattere. Una leggera mutazione che va in direzione di una prevedibile cascata di buoni sentimenti destinata ad aumentare con l'introduzione di figure al limite del surreale (l'anziano "saggio" di Leroy o il russo che sogna di essere Gagarin) e a sublimarsi nell'ultima parte con l'entrata in scena dei paesani con cui condividere un sogno che forse può in qualche modo ancora compiersi. Fotografia e colonna sonora di livello sottolineano al meglio le belle inquadrature paesaggistiche, il cast non delude ma manca al film uno sviluppo valido. La prima parte, pur non esaltante, può a tratti divertire e coinvolgere, la seconda scade nel melenso e nello scontato con ambizioni vanificate da un copione non all'altezza. E il finale consolatorio non aiuta a lasciare un gran ricordo del film, al di là delle indubbie qualità.

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Tutti i commenti e le recensioni di Hotel Gagarin

TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/05/18 DAL BENEMERITO HANCOCK POI DAVINOTTATO IL GIORNO 27/12/18
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Hancock 26/05/18 08:00 - 2 commenti

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Simone Spada dimostra pienamente di essere pronto per togliere il prefisso "aiuto" dalla sua qualifica di regista confezionando quella che inizia come una commedia all'italiana e vira rapidamente in una delicata, poetica e a tratti surreale fiaba. Un cast ben assortito dove nessuno gigioneggia e la sapiente fotografia di Maurizio Calvesi ne fanno un film assolutamente da vedere.

Rambo90 29/05/18 22:48 - 7971 commenti

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Delicato apologo sulla voglia di sognare, sulla bellezza e la potenza immaginifica del cinema e sul desiderio di riscatto. Una commedia dolceamara, che diverte, fa riflettere e soprattutto scivola via benissimo, come molto cinema italiano impegnato non riesce a fare. Cast di ottimi attori, tutti naturali, non caricaturali ma perfettamente realistici nei rispettivi ruoli, con Battiston a cui spetta la palma del migliore. Scenari indovinati, dialoghi semplici ma ficcanti, regia corretta. Da non perdere.

Xamini 29/05/18 00:43 - 1290 commenti

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Fiaba leggera leggera, una sorta di Mediterraneo in piccolo, dove la bellezza di un'isola greca lascia posto alle montagne armene e in particolare a un hotel tanto fatiscente fuori quanto lussuoso dentro. Senza particolari meriti, ma al prezzo di qualche sorriso le si concede volentieri qualche semplificazione di troppo, a iniziare dai personaggi non certo approfonditi. Diciamo un'ora e mezza senza pensieri.
MEMORABILE: Samarcanda; l'uomo col cappello nero.

Lou 3/06/18 17:49 - 1141 commenti

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Un gruppo di italiani stranamente assortito viene coinvolto con l’inganno da un produttore cialtrone per girare un film fasullo tra le nevi dell’Armenia. Una sceneggiatura improbabile per un film a suo modo poetico, sulla fuga dai propri fallimenti e sull’importanza di seguire i propri sogni. Parecchie le forzature, ma anche spunti interessanti e divertenti. Battiston svetta su tutti.

Hiphop 18/06/18 10:58 - 63 commenti

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Delicata favola che si perde un po' nel finale. Resta comunque un ottimo film, ben diretto, ben recitato (altra maiuscola prova di Battiston ma anche gli altri non sono da meno, specie l'impresario truffatore). Suggestive location e l'hotel del titolo da urlo. La storia: per ottenere un finanziamento europeo per il cinema da intascare, una coppia di lestofanti ingaggia una scalcagnata accozzaglia di umanità variopinta e vola in Armenia per girare il finto film. Ma quanto è bella la Bobulova?

Galbo 6/01/19 06:58 - 12622 commenti

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Uscendo dai confini spesso asfittici del cinema italiano, il regista Spada realizza una commedia in un luogo sconosciuto ai più, l’Armenia, che poeticamente innevata e fotografata in modo eccellente, si rivela sfondo perfetto per una commedia che parla di cinema, amicizia e sogni in modo garbato e con toni sospesi tra realtà e fiaba. Il regista sceglie bene gli interpreti che interpretano con amore i propri personaggi. Un buon film italiano.

Daniela 4/02/19 00:06 - 13209 commenti

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Commedia italiana che ha il pregio di uscire dalle solite quattro pareti nostrane per mostrarci un cinematografaro truffaldino che spedisce fra le nevi armene un'improvvisata troupe di dilettanti allo sbaraglio. Lo spunto è promettente, il cast ben assemblato, l'ambientazione suggestiva: peccato che, proprio come accade col film fasullo nella finzione, anche questo da un certo punto in poi si impantani diventando una favola con echi gondryani, edificante ma melensa oltre che inverosimile. Certo alcuni momenti sono gustosi, ma l'insieme ha il sapore dell'ennesima occasione persa.

Zardoz35 16/02/19 01:48 - 297 commenti

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Un film esattamente diviso a metà, divertente nella prima parte quando avviene il reclutamento degli sprovveduti fino all'arrivo in Armenia. Dopo si cade nel solito buonismo all'italiana coinvolgendo addirittura gli abitanti di un villaggio che sembra uscito dall'epoca zarista. Poco incisive le prove di Amendola e della D'Amico, il primo ai margini e la seconda troppo sguaiata. Esilarante Ragno nel ruolo del truffatore e molto in palla la coppia Bobulova/Argentero. Bravo ma noiosetto Battiston. Il vecchio Leroy regala pillole di saggezza.
MEMORABILE: Argentero che se la sfumacchia incurante della guerra alle porte; Ragno in fuga con scatolone di cartone mentre la Finanza bussa alla sua porta.

Capannelle 27/02/19 00:22 - 4556 commenti

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Una strada sufficientemente originale e un tocco sognante con garbo permettono a Spada di approdare a un buon risultato, a patto di soprassedere sui toni improbabili della storia e a qualche dialogo troppo elementare. A suo merito aver lasciato fuori i cliché degli italiani all'estero e i toni rumorosi a vantaggio di un disegno nostalgico che trova nei titoli di coda un coinvolgente epilogo musicale. Scelte che possono apparire ruffiane e non sempre sviluppate a dovere ma che richiedevano una minima dose di coraggio.

Alf62 4/04/19 23:30 - 64 commenti

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Una troupe scalcinata, una motivazione truffaldina, un'ambientazione fantastica in un paese che porta le stimmate del genocidio, un richiamo alla più recente guerra con l'Azerbaigian, l'isolamento in un hotel vestigia architettonica del comunismo. Tutti elementi che portano alla costruzione di rapporti umani di stima, condivisione, amore che cambiano profondamente i singoli e sono motore prima inconsapevole poi cercato di un ritorno alla motivazione originale del cinema, la costruzione di sogni.

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Nando 6/06/19 00:24 - 3891 commenti

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Una poetica e semplice parabola sul mondo cinematografico e sui sogni che questo può regalare. Un simpatico affresco con interpreti appropriati: ottimi Battiston e la D'Amico, bene gli altri con un grande cameo del memorabile Leroy. Certo alla fine rimane un sogno, ma pur con tutte le sue limitatezze ben venga certo cinema coraggioso e sognatore. Peccato non abbia funzionato al botteghino.

Lupus73 20/04/20 14:42 - 1590 commenti

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Un professore ottiene di poter girare un film (il suo sogno) con fondi europei, ma si ritrova in Armenia con una bizzarra troupe italiana e senza soldi. Commedia con intenti di impegno e profondità che se da un lato omaggia "il cinema" come "fabbrica dei sogni" dall'altro toglie il gusto della sana e semplice risata (diciamo che si sorride). Amendola non è male nel suo classico ruolo da romano verace ed è interessante il ruolo "mistico" di Leroy. Per il resto abbiamo la pregevole ambientazione dell'accogliente hotel tra distese innevate.

Camibella 9/09/20 00:14 - 277 commenti

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Siamo in Armenia, terra bellissima e inusuale per un set cinematografico. Qui si muovono volti ormai noti del cinema italiano che fatica a rinnovarsi e, per questo, sforna commedie non sempre credibili. Per fortuna c'è un regista quasi esordiente che ha idee fresche e le mette in pratica coniugando arte visiva e sentimento. Hotel Gagarin ha poesia da vendere, anche se talvolta sopra le righe, ma ha comunque un pregio incontrovertibile: sa farci emozionare.

Giùan 4/10/20 10:53 - 4901 commenti

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Con una certa originalità Spada ambienta il suo secondo film in una terra, l'Armenia, già set di ben più complesse opere (Il ribelle dell'Anatolia, Ararat...), qui rediviva terra dei sogni in cui il cinema come l'araba fenice è chiamato a risorgere dalle sue ceneri. La scalcagnata troupe, anch'essa a metà tra lo stato delle cose wendersiano e uomini delle stelle, è diretta con garbo pur restando, si immagina per volontà, non più che figurine lunari di una commedia di fantasmi alla Clair. Non tutto torna e non si capisce quanto ci sia di affettazione ma ci si contenta.

Victorvega 30/03/21 17:39 - 502 commenti

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Sostanzialmente un buon film, pur nello sviluppo scontato. Belle le ambientazioni, che escono dal banale e presentano contesti inusuali, incorniciati da una discreta fotografia. La storia è apprezzabile nella sua semplicità, nel suo voler dare nella seconda parte quell'accenno di poesia, in buona parte riuscendoci. Valide le prove degli attori (Battiston con il suo classico ruolo su tutti). Emerge la sensazione che Spada abbia buone doti, che poi dimostrerà in misura ancor maggiore tra Domani è un altro giorno e le stagioni 3 e 4 di Rocco Schiavone.

Pinhead80 12/08/22 13:43 - 5364 commenti

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Un gruppo di "disperati" viene ingaggiato da una sedicente organizzatrice di eventi per girare un film ambientato in Armenia. Rimarranno intrappolati all'interno dell'Hotel Gagarin e comprenderanno di essere stati manipolati. Spada riesce nel difficile intento di coniugare la commedia alla poesia e lo fa omaggiando il cinema di una volta, quello dei sogni. Ecco che finzione e realtà si sovrappongono continuamente regalando momenti di leggerezza alternati ad altri carichi di magia. Il cinema può tutto e in questo caso riesce sia a commuovere che a divertire.
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