L'adolescente Lisa è condannata a rivivere lo stesso giorno in cui lei e la sua famiglia furono assassinati. Prigioniera nella sua casa, scopre che è "infestata" da un'altra famiglia, vivente ma in pericolo anch'essa... Ed è solo il prologo: mica bada a centellinare gli effetti, Natali, solo che l'accumulo di stereotipi horror, invece
di produrre se non spaventi almeno inquietudine, suscita sbuffi d'indigestione. Breslin, già bimba deliziosa, è qui monoespressiva mentre McHattie ci mette almeno la sua notevole faccia. Mediocre incrocio fra Ricomincio da capo, The Others, Amabili resti.
Un horror che non propone alcun sussulto di spavento epidermico dovrebbe almeno riuscire a trasmettere un qualche senso di inquietudine. Natali, che pure non sarebbe l'ultimo arrivato, firma un film inerte, la cui ragion d'essere sfugge del tutto alla comprensione dello spettatore. Un semplice accumulo di situazioni topiche già viste mille volte, e mai reinterpretate con un briciolo di fantasia o di originalità. Nè serve spargere melassa a piene mani in un finale iperglicemico. Profonda delusione e soprattutto profondissima noia.
Ormai sembra chiaro che il regista di quel gioiellino dalle forme cubiche, si è ormai definitivamente perso nei labirintici meandri della banalità. Qui infatti ci serve un filmetto a base di paradossi temporali (il giorno che si ripete sempre uguale) e case infestate. E se all'inizio un po' di curiosità c'è per vedere gli sviluppi, ben presto la noia prende il sopravvento e si arriva alla fine più che altro grazie alla brevità e per onor di firma. La forma è accettabile, mentre per il resto c'è ben poco da segnalare. Non bruttissimo ma quasi.
Film purtroppo banale e derivativo, un prodotto che in buona sostanza non ti aspetteresti da Vincenzo Natali il quale, dopo il folgorante esordio con Il cubo, sembra aver progressivamente smarrito ogni guizzo e prodigio. Se a posteriori si possono salvare per certi aspetti Cypher e Splice, con questo Haunter, anonimo sin dal titolo, il regista italo-canadese sceglie di confezionare una ghost story che non sorprende e non invoglia ad arrivare alla fine. Spero che Mr. Natali ritorni in forma.
Una trama sufficiente per un breve episodio di Ai confini della realtà oltremodo diluita per arrivare alla durata media di un film. Questo il riassunto dell'ultima fatica di Natali. Un film ricco di situazioni già viste e cambi di prospettiva (alla The others) che ormai sono aria fritta. Peccato che il regista che stupì il mondo con le innovative idee di Cube non riesca più a proporsi con qualcosa di originale. Poche idee mal gestite.
L’avvio porta a sperare nello sbriciolamento delle aspettative: misteri e cunicoli, atmosfere sospese, un settebello calato di prima mano che spiazza e illumina potenziali angoli bui. Una volta fuggita la marmotta, oihbò, Natali ci abbandona però a una disarmante prevedibilità fotogramma per fotogramma, che trasforma in sciatteria anche quello che non lo meritava. Un punto in meno per essersi perso per strada l’intuizione dei vasi di farfalle, uno in più per il solo Stephen McHattie. Illusorio.
La casa quale soggetto passivo (di un'infestazione) e tramite (per balzi temporali). In questo film di Vincenzo "Cube" Natali l'abitazione gioca un ruolo importantissimo, mettendo in contatto gente trapassata di varie epoche e regalando ripetizioni di gesti, parole e movimenti senza soluzione di continuità. La materia è talvolta un po' spessina, di difficile assimilazione, ma l'inquietante volto diafano di McHattie (deus ex machina di questa terribile aporia diabolica) e la bravura della giovane Breslin sono garanzia di una discreta riuscita complessiva.
MEMORABILE: Il messaggio mattutino, che abbriva così: "LIsa, Lisa Johnson".
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DiscussioneDaniela • 26/11/13 14:22 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Grey, ero curiosa di leggere il tuo commento, per scoprire se ti eri annoiato anche tu ;o)
Natali non sarà un maestro del cinema, ma nelle precedenti occasioni aveva almeno dimostrato di saperci fare con le ambientazioni, per cui mi aspettavo un film magari poco originale ma per lo meno visivamente suggestivo. Invece nisba!
Ieri sera mi sono parzialmente riconciliata con il genere grazie a We are what we are, remake di un horror messicano di qualche anno fa. Niente di travolgente ma almeno una sequenza che colpisce duro. E poi le due giovani attrici protagoniste sono molto più brave di Abigail Breslin, tanto poco espressiva ed antipatica nel film di Natali che vien da tifare per Stephen McHattie.
DiscussioneGreymouser • 26/11/13 16:26 Call center Davinotti - 561 interventi
Daniela ebbe a dire: Grey, ero curiosa di leggere il tuo commento, per scoprire se ti eri annoiato anche tu ;o)
Natali non sarà un maestro del cinema, ma nelle precedenti occasioni aveva almeno dimostrato di saperci fare con le ambientazioni, per cui mi aspettavo un film magari poco originale ma per lo meno visivamente suggestivo. Invece nisba!
Ieri sera mi sono parzialmente riconciliata con il genere grazie a We are what we are, remake di un horror messicano di qualche anno fa. Niente di travolgente ma almeno una sequenza che colpisce duro. E poi le due giovani attrici protagoniste sono molto più brave di Abigail Breslin, tanto poco espressiva ed antipatica nel film di Natali che vien da tifare per Stephen McHattie.
Ho visto a suo tempo We are what we are, che non ho trovato brutto, ma che neppure però ha lasciato tracce memorabili nella mia memoria filmica. Io però continuo a suggerirti la visione di American Mary: per quello sarei curioso io di leggere il tuo commento :)
DiscussioneDaniela • 26/11/13 16:48 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Per Mary avevo già preso nota come sempre faccio con le tue dritte, spero sarà prossimamente sui miei schermi ;o)
Per We are what we are, dato che scrivi "visto a suo tempo", sei sicuro di non confonderlo con l'originale messicano che aveva lo stesso titolo sul mercato internazionale? Questo che ho visto ieri sera è uscito molto recentemente, a fine ottobre
DiscussioneGreymouser • 26/11/13 20:24 Call center Davinotti - 561 interventi
Daniela ebbe a dire: Per Mary avevo già preso nota come sempre faccio con le tue dritte, spero sarà prossimamente sui miei schermi ;o)
Per We are what we are, dato che scrivi "visto a suo tempo", sei sicuro di non confonderlo con l'originale messicano che aveva lo stesso titolo sul mercato internazionale? Questo che ho visto ieri sera è uscito molto recentemente, a fine ottobre
Deve essere come dici, perchè l'ho visto almeno un anno fa. Grazie dell'information:)