Un Taviani non proprio riuscitissimo. Resta la voglia di raccontare, lo sforzo del singolo, lo scontro con le difficoltà nel trasformare il voluto in reale, con alternanza di successi e di insuccessi, ma la vicenda viene, alla fin dei conti, non poco “contaminata” dall’ambientazione statunitense. Anche il finale, con il filmarsi in punto di morte, non è narrato in modo credibile. L’interpretazione migliore mi pare quella della Scacchi. Discreto, ma altri Taviani (Allonsanfàn, per dire un titolo) sono di un altro pianeta.
Grande affresco dei fratelli Taviani, che realizzano un'opera di respiro storico affrontando vari temi quali l'emigrazione, il lavoro, la solidarietà familiare e razziale mettendo un po' da parte alcune caratteristiche personali del loro cinema a favore di una cinematografia più "impostata". Il film che ne deriva è bello formalmente e tecnicamente ma un po' troppo freddo e apersonale. Buono il cast.
Amara conquista dell'America e del suo sogno. Interessante l'idea di partenza che non viene però sfruttata a dovere. Come spesso accade a loro, i fratelli Taviani alternano luci e ombre e spingono troppo il pedale enfatico del melodramma, che a volte li porta a cadere nel ridicolo involontario. Inoltre i personaggi sono solo abbozzati e mancano di spessore psicologico. Al solito la confezione è curata, ma ancora una volta non può bastare.
Fratelli artigiani emigrati dalla Toscana negli USA hanno modo di mostrare il loro talento quando vengono ingaggiati per la costruzione delle scenografie di Intolerance di Griffith... Omaggio all'infanzia del cinema, sfarzoso nella messa in scena e sorretto da una sceneggiatura ricca di eventi e passioni, ma penalizzato nella capacità di coinvolgere dalla propria magniloquenza che, avvolgendo tutto in un'aurea mitica, finisce per appiattirlo nell'elegia auto-referenziale a rischio ridicolo. Quanto al cast, lascia l'impressione di essere stato assemblato un poco a caso.
Due fratelli vanno in America e cercano fortuna nella nascente industria cinematografica. Saranno forti fino a quando saranno uniti. I fratelli Taviani dipingono un grande affresco storico e al tempo stesso raccontano l'orgoglio di essere italiani, anche se emigrati. A Cannes dichiararono che non è un film sul cinema ma sull'amicizia. E la complessità dei rapporti tra i due protagonisti, nonché l'ottima recitazione di Greta Scacchi, rendono il film piacevole.
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CuriositàZender • 7/05/14 18:27 Capo scrivano - 48854 interventi
Dalla collezione "I flanetti di Legnani" (con contributo di Zender al restauro), il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della prima tv di Good morning Babilonia (13 maggio 1990, grazie a Didda per la ricerca):
CuriositàReeves • 6/06/23 15:44 Contratto a progetto - 789 interventi
Enrico Ghezzi fa la comparsa nel film nella parte del direttore di produzione: