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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Film d'autore, diviso in due episodi ispirati a Paolo e Vittorio Taviani dalla penna di Pirandello. Il primo, leggermente più lungo, vede un baritono fallito (Albanese), ora contabile, ridere durante il sonno senza saperne il motivo. Siamo nella Roma fascista e la storia sembra spezzettarsi tra realtà e sogno, condotta dall'espressione tra lo stupefatto e l’irritato del suo protagonista. Bei colori, una corretta ricostruzione storica, ma il tutto appare inconcludente, finendo per accompagnarci stentatamente verso una chiusura deludente in cui comprare anche Sabrina Ferilli senza che se ne sentisse il bisogno. Tra una spiaggia deserta e un locale dove Albanese riprende a cantare...Leggi tutto davanti agli avventori, il sipario cala su un episodio confuso; interessante forse solo nel faccia a faccia tra Albanese (mal sfruttato, nel complesso) e Luca Zingaretti. Il secondo episodio a sua volta si divide in due, perché quando Lello Arena racconta al ragazzino da lui sequestrato e segregato in un casolare (nella speranza che suo padre - un mafioso arrestato - non “collabori” con la giustizia) la storia di un dottore (Turi Ferro) che da quelle parti venne rapito cento anni prima, il flashback immaginario subentra spezzando l'episodio; che riprenderà poi per concludersi in maniera tragica dando finalmente un senso al film. Arena è più convincente di Albanese, la sua vicenda ha uno spunto più concreto e fa del secondo episodio un'opera a tratti godibile. Nel suo complesso tuttavia TU RIDI è uno sterile e freddo esercizio di stile, incapace di appassionare, troppo lento e presuntuoso. Ed è un peccato vedere un talento inespresso come Albanese perdersi malinconicamente tra le pieghe di un film così.

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Galbo 29/12/08 18:26 - 12380 commenti

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Come già successo per Kaos, anche qui i fratelli Taviani si ispirano alle novelle di Luigi Pirandello realizzando un film suddiviso in due episodi, Felice e Sequestri. In entrambi gli episodi confluiscono i temi di più di un racconto dello scrittore siciliano oltre naturalmente i grandi temi della sua narrativa dei quali i Taviani si appropriano con discreti risultati, con la preziosa collaborazione di ottimi attori come Turi Ferro nel secondo episodio.

Cotola 19/08/09 20:25 - 9009 commenti

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Dopo Kaos ancora Pirandello per i fratelli Taviani. Due storie per due episodi non molto riusciti. Colpa di una certa freddezza e staticità della sceneggiatura che spesso si perde in alcune "cose" gratuite e che alla fine si rivela inconclusa ed inconcludente. La confezione, come sempre, è accettabile ma non basta. Buona la prova di Turi Ferro.

Deepred89 17/10/10 10:57 - 3704 commenti

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Un prodotto insolito, molto riuscito, dove la commedia sconfina spesso nel tragico. Il primo episodio è quasi buono, raggiunge il massimo nelle scene oniriche (che ricordano vagamente Arancia meccanica) e cade un pochino con l'entrata in scena della Ferilli per poi riprendersi nel finale. Ancora meglio il secondo, grottesco, crudele, con all'interno un altro episodio, quello del dottor Ballarò (un ottimo Turi Ferro) assolutamente memorabile. Bella la fotografia tendente al blu. Bravi gli attori, Arena e Ferro in particolare. Molto buono.
MEMORABILE: La sepoltura del dottor Ballarò.

Daniela 14/08/20 16:58 - 12623 commenti

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Dopo Kàos, altri due episodi liberamente ispirati a Pirandello. Irrisolto il primo che non sfrutta a dovere lo spunto della risata inconsapevole e la presenza stranita di Albanese, molto più riuscito il secondo che incastra il racconto di un sequestro di cento anni prima, con il notabile rapito "a vita" (ottimo Ferro) che finisce per diventare medico/maestro della piccola comunità di pastori, nella cornice della rievocazione di una vera vicenda criminale con Arena inaspettatamente molto efficace in un ruolo trucido. Nel complesso, un film squilibrato ma interessante.

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  • Curiosità Daniela • 14/08/20 17:11
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Soggetto liberamente ispirato a due racconti di Luigi Pirandello compresi nella racconta "Novelle per un anno".

    Il secondo episodio, dal titolo "Due sequestri", inserisce il racconto di Pirandello in un'altra storia ispirata ad un vicenda di cronaca nera tristemente celebre: l'omicidio del piccolo di Giuseppe Di Matteo, rapito dalla mafia per costringere il padre, mafioso diventato collaboratore di giustizia, a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e sull'uccisione dell'esattore Ignazio Salvo.