Gli artigli dell'aquila - Film (2022)

A Tirana, un tizio rimasto dentro un bunker per venticinque anni, reso feroce e deforme da una coppia di esaltati comunisti, viene liberato da un narcotrafficante. Orrori di oggi che risvegliano orrori di ieri, in questo schietto slasher "al chiuso" che, senza aggiungere nulla di nuovo alle formule classiche o neo-tradizionali, fra cadaveri conservati e trappole filo-sawesche, consente a Visani di rievocare i B-horror anni '80 che tanto lo appassionano. Gore, musiche e fotografia di buona qualità, finale pseudo-trash da picchiaduro azzeccato. Valida alternativa a Anthropophagus II.

Buona l'dea del ragazzo imprigionato da due fanatici comunisti albanesi (la Arcuri fa la commissaria politica e purtroppo resta in scena si e no 15 minuti) che si trasforma in mostro assetato di sangue via di mezzo tra il Montefiori di Antropophagus e Mark Hamill. Parte centrale più convenzionale ma con qualche buon momento registico (l'arrivo della banda dei gangster albanesi) per poi passare al massacro finale nel bunker. Curato, con qualche limite recitativo e narrativo ma con buon ritmo, gore abbondante e parecchie belle idee (le trappole nel bunker). Quasi poetico il finale.

Ragazzino bullizzato dai compagni si rifugia in un bunker sotterraneo; 25 anni dopo nello stesso bunker finiscono anche alcuni giovani intenzionati a trasformarlo in un locale alla moda... Il soggetto, per quanto poco originale, non sarebbe neppure male, la messa in scena è discreta nonostante i palesi limiti di budget, l'ambientazione claustrofobica funziona abbastanza bene come pure il look artigliato del "povero" mostro assetato di sangue. Non funzionano invece i dialoghi, ulteriormente affossati dal basso livello delle interpretazioni.