Documentario con toni da commedia che filma due ragazzi e due ragazze in una tranquilla domenica presso un lago berlinese: un picnic, una nuotata, giochi nell'acqua, schermaglie, dispetti, bronci, proprio come si farebbe oggi. Ogni volto, ogni inquadratura, ogni atmosfera esprime incredibile freschezza, serenità, pieno ottimismo e gioia di vivere in una Germania non ancora travolta dall'incubo nazista. Gli interpreti, presi dalla strada, diventano attori per un giorno recitando se stessi. Sceneggiatura di Billy Wilder e Curt Siodmak.
Una giornata, o meglio, una domenica come tante, occasione per rilassarsi, fare nuove amicizie, stare in compagnia, fare una passeggiata, amoreggiare, nuotare, fare un pic-nic, semplicemente sdraiarsi su un prato, in poche parole: divertirsi prima di tornare alla noiosa routine quotidiana. Girata con stampo documentaristico, la pellicola è un bell’affresco pregno di realismo sulla spensieratezza dell’epoca, la gioia di vivere prima che lo spettro della guerra si facesse avanti. Splendide sequenze, ottima fotografia, montaggio già pregevole e degno di nota.
C'è movimento in questa domenica solatia berlinese. Auto, moto, autobus e treni, molti treni. Poi, naturalmente c'è la gente, ne viene mostrata tanta e di ogni ceto, età e sesso. Solo la ragazza con aspirazioni da modella e il manichino di donna, vestito di sole giarettiere e dalle forme provocanti, in vetrina, sono immobili. L'una, pigra, se la dorme tutto il giorno, l'altro attende di essere vestito. Le due coppie di giovani vanno al lago e mostrano comportamenti disinibiti e "moderni". Si studiano inquadrature e luci. Ottimo reportage.
MEMORABILE: L'enigma dell'uomo che si siede ad osservare le statue di personaggi del passato.
In una sorta di documentario ci viene proposto il fine settimana (ma soprattutto la domenica) di cinque personaggi (attori non professionisti). Ne esce un film semplice e allo stesso tempo stupefacente. La semplicità delle scene narrate e l'ottima fotografia dimostrano come il cinema parta dalle piccole cose e dalla quotidianità. E' bello guardare il film e pensare alla spensieratezza dei protagonisti accostata al delirio nazista che da li a poco pervaderà la nazione. Questo è cinema.
Episodio di vita vissuta nella Germania prima del secondo conflitto mondiale, che mostra una giornata festiva di un gruppetto di persone, intende a svagarsi, tra pruriginosi ammiccamenti e gelosie improvvise. Lo stile documentaristico si fa largo nel quotidiano e tra i protagonisti, inondando la città, i monumenti, il pic nic. Lo splendido bianco e nero incornicia degnamente questa cronaca mondana, naturalistica, che ricorda per certi versi il futuro lavoro incompiuto di Jean Renoir: La scampagnata. Attori spontanei e funzionali al narrato.
Si ha qui una vera sovversione dell'anima tedesca "nibelunga": non vi sono divi e nemmeno protagonisti, bensì piccoli borghesi colti nei loro semplici andirivieni nel giorno di festa (bellissima, in tal senso, la sequenza "fotografica" dei gitanti). Protagonista è la città, che non è la tentacolare e ossessiva metropoli espressionista ma un felice formicaio in cui ognuno può ritagliarsi la parte. Si poptrebbe sunteggiare: microrealismo contro eroismo germanico (gli autori, ebrei, diverranno, infatti, esuli sotto il nazismo).
Fortunatamente, checché se ne dica, di documentaristico non c'è molto (qualche scorcio cittadino alla Walter Ruttmann): al di là degli attori non professionisti, una commedia leggera e spensierata che racconta con godibile disimpegno (vengono alla mente, in più occasioni, certi vacanzieri di molti anno dopo) la domenica estiva di quattro giovani. L'ironia funziona (si segnala Billy Wilder alla sceneggiatura), il montaggio non perde un colpo e la regia è rigorosissima, potente nell'esaltare gli sguardi dei suoi protagonisti.
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Scusate io il film non l'ho visto e non ne possiedo una copia, ma su imdb al seguente link
http://www.imdb.com/title/tt0020163/ viene seganlato con un titolo tradotto in italiano differente e con una data differente. Invece il titolo originale corrisponde. Siccome avevo intenzione in un prossimo futuro di vedere i film di Siodmak in ordine cronologico volevo chiedere a chi ne possiede una copia originale o a chi ne sa qualcosa, delucidazioni in merito.
DiscussioneZender • 22/05/12 18:57 Capo scrivano - 48432 interventi
Chiediamo a Homesick, che fu il benemerito inseritore...
Come direbbe Paolo Conte, io non parlo molto il tedesco (scusa, pardon), ma mi pare che il titolo italiano sia la traduzione letterale dal tedesco (Menschen=uomini), mentre quella internazionale (uguale a quella inserita) è probabilmente la traduzione più corretta (il film parla di due uomini e due donne).
Anche se in tedesco dovrebbe essere "Leute" (gente).
Quale sia quella ufficiale, non saprei.
DiscussioneZender • 23/05/12 11:18 Capo scrivano - 48432 interventi
Nelle note avevamo scritto come aka "Uomini la domenica". Evidentemente c'è una gran confusione sulla titolazione del film, direi...
Si più che altro sulla titolazione in italiano visto che su quello tedesco invece non ci sono dubbi. L'anno diverso potrebbe essere invece dovuto al fatto che magari qualche regista ha girato la sua parte nel 1930 (forse).
DiscussioneZender • 23/05/12 16:46 Capo scrivano - 48432 interventi
Sì certo, parlavo di quella italiana. Sull'anno che dire, lì è sempre un terno al lotto capire chi abbia ragione... Specie se si parla di film così vecchi.
Il dvd Ermitage è uscito proprio con il titolo "Gente di domenica" e riporta come anno il 1929, quando è stato girato; in effetti bisognerebbe correggere il titolo con quello presente su IMDb ("Uomini di domenica", che è poi la traduzione letterale dal tedesco) e come data mettere il 1930, che probabilmente è l'anno di uscita del film. Il titolo "Gente di domenica" si potrebbe quindi inserire nelle note.
Grazie per la delucidazione Homesick. Speravo infatti che tu ne avressi una copia originale per verificare insieme la cosa. Nonostante a volte non sia molto precisa nei dati (e spesso scarna in contenuti speciali) ben venga l'Ermitage che edita un pò di titoli vecchiotti ma dall'indubbio valore.