Mieloso oltre ogni limite questo film (mai titolo fu più azzeccato... fotoromanzo!) con Nino D'Angelo e Maria Chiara Sasso al posto della solita Roberta Olivieri. Non è malaccio ma se non sopportate il sentimentalismo e l'eccesso di buoni sentimenti statene alla larga.
Melodrammone sentimentale con finale zuccheroso alimentato dalle liriche musicali del cantante partenopeo ambientato nelle brume nebbiose di Milano. Un ragazzo senza arte né parte s'innamora della figlia di un ufficiale dei Carabinieri ma subisce il fascino altresì di una ragazza bene, che gira in Ferrari. Solita solfa con buoni pensieri ma livello recitativo da minimo sindacale.
"Caschetto d'Oro"-movie in piena regola, che non si distanzia di una virgola dagli altri della serie. Anche questa volta tanti buoni sentimenti, delusioni amorose, tira e molla tra i due protagonisti, un po' di comicità (c'è pure il classico Montanaro), qualche canzone (pessima) e un filo di morale di fondo sulle differenze tra caste sociali e sul contrasto tra nord e sud. Si segnalano gli abbigliamenti improponibili di D'Angelo (che comunque è spassoso) e della Sasso; non male la trasferta in una bella Milano settantiana, seppur cartolinata.
Forse il punto più basso della fortunata carriera del cantante napoletano. Non si discosta in realtà dalla maggior parte dei suoi lavori precedenti o successivi, ma si segnala in negativo per l'assoluta mancanza di ritmo, trama e perfino musica (nonostante qui Nino interpreti proprio un aspirante cantante). Si sente anche la mancanza delle valide spalle comiche che spesso alleggerivano l'atmosfera di questi film. Il livello medio di recitazione lascia a desiderare come sempre. Pessimo.
Gli sceneggiatori dei film con Nino d'Angelo hanno poca fantasia, in quanto si limitano a ripetere, con minime varianti, i canovacci del film sentimental-musicale partenopeo. La prima parte include qualche momento comico, a volte riuscito (la folkloristica Nuccio Fumo), a volte meno (le parentesi slapstick e rumoriste con Montanaro). Piuttosto insolito, per quanto riguarda le consuetudini della storia della canzone in Italia, il personaggio di Maria Chiara Sasso, chitarrista donna che compone musiche per i testi di un cantante uomo.
MEMORABILE: Scult: Montanaro che imita il rumori di "quelli della notte quando si sentono male".
Commediola partenopea con ritmi lenti che non decolla praticamente mai, salvo produrre qualche stiracchiato sorriso per qualche simpatica scenetta con Montanaro e la Fumo. D’Angelo e la Sasso, mielosi e poco credibili, recitano qui a livelli piuttosto bassi. Sceneggiatura che lascia a desiderare. Qualche canzone di D’Angelo a far da cornice. Solo per veri estimatori, altrimenti meglio lasciar perdere.
Varcando la seconda metà degli Anni '80, continua la saga del cosiddetto "scugnizzo biondo". Siamo ancora alle prese col cantante neo-melodico bramato da bellezze mozzafiato, ma con la ragazza che la spunta sulle altre per sentimenti. Un pizzico di gelosia, l’alleggerimento comico - che ahinoi sortisce l'effetto contrario - e l'ennesima storiella d'amore divisa tra il sole di Napoli e il cielo plumbeo di Milano. Vicenda che raschia il fondo del barile di un genere, quello di Nino D'Angelo attore "giovanilistico", arrivato alla sua quasi conclusione. Si guarda solo per "completismo".
MEMORABILE: La cinepresa inquadra i filari di pini domestici che contraddistinguevano piazza Municipio a Napoli, oggi una lastra di cemento di rara bruttezza.
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