Note: Ogni stagione è autoconclusiva. Ai Premi Emmy 2014 la prima stagione è stata giudicata miglior miniserie televisiva, vincendo anche il premio alla miglior regia e al miglior casting per un film, miniserie o speciale drammatico.
Il rischio era grande, eppure il risultato non ne esce con le ossa rotte, tutt'altro. Dialoghi acuti, interpretazioni pressoché perfette e non un solo momento di stanca. Sembrava impossibile calcare le orme di Jerry Lundegaard, eppure Lester/Freeman non lo fa rimpiangere e lo stesso dicasi per Marge, eccellentemente trasformatasi in Solverson/Tolman. Nota di merito per il perfetto Thornton, che da cinico anti eroe entra puntata dopo puntata sempre più nei nostri cuori. La sfida è vinta, chi adora Fargo non resterà deluso.
Una serie complementare che ingigantisce ulteriormente (semmai ce ne fosse bisogno) il soggetto utilizzato dai Coen per il loro capolavoro. Elementi e impostazione sono i medesimi ma il racconto si biforca, acquista personalità e moltiplica in un mosaico ottimamente giostrato fra indagine incalzante, dialoghi al vetriolo e disumanità assortite. Non ultima, appare granitica la messinscena generale della nefandezza umana con assoluti protagonisti lo strepitoso Martin Freeman e il gigantesco Billy Bob Thornton. Davvero notevole!
Da un capolavoro cinematografico, l'ispirazione per un serial con la stessa ambientazione, geniale nel replicarne il mix fra dramma ed humor nero, fra sarcasmo e tenera ironia. Nel corso di una narrazione sincopata che alterna pause distensive ed accelerazioni violente, seguiamo col fiato sospeso le vicende intrecciate di un modesto assicuratore, umiliato ed offeso dal comportamento imprevedibile, e di un killer nichilista ed annichilente, fratello di Anton Chigurh e figlio del diavolo. Thornton e Freeman straordinari, resto del cast in parte. Ghiacciolo da gustare fino all'ultima sequenza.
MEMORABILE: Una lavatrice ed un martello; tutto il sesto episodio aperto e chiuso dai pesci; l'orfanello africano sperduto (e probabilmente ultratrentenne)
Sotto le coltri nevose, l’equatore di un’umanità votata alla gehenna, generata non creata da un Male che, per calcolo o per caso, tutto corrompe e sovrasta, e non trova limite nella ratio della giustizia o nell’agere poliziesco. Soluzioni di script che sono genio elevato a sistema narrativo; coté interpretativo a immagine e somiglianza di Dio; una texture registica strapiena di Grazia, che ripercorre in reverse tutte le fasi della Divina Commedia, che senza soluzione di continuità raggela, diverte, commuove, incanta e manda in iperventilazione.Ce n’è d’avanzo per decretare ecceduta la matrice.
MEMORABILE: Le piaghe d'Egitto / i sigilli apocalittici; l'amarissima boutade sul kit anti-zombie.
Non solo non sfigura nel confronto, ma diventa il degno complemento dell'omonimo film capolavoro dei fratelli Coen questa bellissima serie televisiva che del film stesso condivide l'ambientazione fredda e nevosa ma che presenta una storia sostanzialmente differente. Il lungo "respiro" della serie consente un'ottima caratterizzazione dei personaggi e lo sviluppo completo di quella commistione tra dramma, umor nero e una spruzzata di sentimentalismo che, già presente nel film, viene espresso al massimo in questa produzione. Imperdibile.
Delizia seriale in salsa noir e con robuste spolverate di umorismo nero. Basta il primo episodio per immergersi pienamente in una storia che ti prende ed afferra alla gola e lascia la presa pochissime volte. Tantissimi i guizzi, sia visivi sia per ciò che riguarda i dialoghi che presentano una scrittura raffinata che sa regalare numerosissime perle e personaggi perfettamente caratterizzati. Thornton è strepitoso così come Freeman che dà vita ad uno dei bastardi più vili e "laidi" mai visti sullo schermo (piccolo o grande che sia). Sia massima lode a chi lo ha concepito e realizzato. Vedetelo!
MEMORABILE: Il primo ed il nono episodio; Il discorso sugli zombie.
Semplicemente fantastica. Difficile trovargli un difetto: la sceneggiatura è avvincente e accattivante, spesso i ritmi si fanno leggeri ma rimangono potenti. La recitazione è di livelli altissimi; azzeccato anche il cast, che comprende volti noti del cinema, perfetto l'incastro con il film dei fratelli Coen, favolosa la fotografia e altro punto a favore è la scelta di concludere la storia in 10 episodi, senza quindi risultare annacquata.
Tra le serie migliori degli ultimi anni. Il "frame" paesaggistico/morale dato dai Coen viene sfruttato al meglio grazie a una sceneggiatura impeccabile e a un cast che - oltre alle prove immense di Thornton e Freeman - riesce a dipingere caratteri e narrazioni in modo esemplare. La banalità del male che si incrocia con la crudeltà più pura, gli affetti che saldano o disgregano. Eccellente tensione per tutte le 10 puntate.
MEMORABILE: I dialoghi tra gli agenti FBI; Le piaghe d'Egitto; Thornton dentista.
La serie è esecutivamente prodotta dai fratelli Coen ed è, fortunatamente, autoconclusiva ponendoci così al riparo dai soliti, inutili sequel che quasi sempre finiscono per deludere e alla lunga stancare. Molto apprezzabile per l'approfondimento psicologico dei personaggi, per interpretazione e per l'ottimo lavoro con casting, fotografia e riprese. Costantemente in perfetto equilibrio tra comico e drammatico, si lascia perdonare qualche caduta di logica soprattutto riguardo al "cattivo" e alcune leggere lungaggini negli episodi centrali. Da vedere.
Pur avendo come riferimento il "cult" dei Coen, questo Fargo vive di luce propria regalandoci uno sviluppo, una reinterpretazione che ne conserva atmosfera e ritmo. Non si tratta di una storia diluita, ma anzi del suo rafforzamento seriale dal sanguinoso inizio all'epilogo. Non tutte le puntate hanno la stessa intensità, vi sono alcune incongruenze e qualche giro a vuoto, ma l'insieme ha una sua indiscutibile coerenza. Prove attoriali superbe, specie Freeman in una parte sempre più virtuosistica, accanto al glaciale Thornton. Soggioga.
MEMORABILE: La scenografia perennemente invernale; Il ruolo, nel bene e nel male, della casualità; Il dilettantismo delle indagini; La folle lucidità degli omicidi.
Strepitosa serie tv ispirata al già grande film dei fratelli Coen. La vicenda è intrigante e costruita alla perfezione e l'ambientazione nevosa rende il tutto tremendamente affascinante. Thorton e Freeman sono decisamente i migliori interpreti in un cast ben assortito dove ognuno recita la sua parte al meglio. Guardate il primo episodio e non vedrete l'ora di vedere il secondo. E così via, fino al bellissimo finale. Super-consigliato.
Stupidità e superficialità, unite a un pizzico di ignoranza: ingredienti che se uniti tra loro portano a sfaceli sicuri. E' un po' questo il motivo portante (non solo di questa serie ma un po' di tutti i film dei fratelli Coen) che alla fine risulterà vincente. Caratterizzazioni studiate nei minimi dettagli e scelta del cast quasi maniacale direi, visti i risultati ottenuti sul set. A giusto titolo una delle migliori serie degli ultimi anni. Thornton incontenibile e Freeman sempre istrionico. Consigliata vivamente.
MEMORABILE: Un giovane Stavros trova tra la neve un rastrello rosso e una valigia: punto di unione tra la serie e il film.
Dall'universo concettuale del film del '95, questo serial colpisce per la capacità di distillare i (molti) pregi dei fratelli Coen evitandone i (pochi) difetti. Ecco allora una scrittura pazzesca, un meccanismo perfetto a orologeria nella sceneggiatura e nel montaggio, giusta scelta degli interpreti e trame accattivanti fra humour crudele e momenti di commozione, violenza e tenerezza, in tutto l'arco delle inclinazioni umane dal bene al male, anche nelle stesse persone. Fantastico, davvero: fuochi d'artificio di grande cinema, anche se in TV.
Una serie che prende il testo di riferimento e lo ramifica in trame elaborate e brillanti, in contenitori autonomi di puro talento immaginativo. Dentro c'è tutto: violenza (tanta), humour, sentimento, elementi weird (senza eccedere). Oltre la scrittura ad eccellere è la recitazione dei tanti volti noti presi da cinema e serie televisive, su tutti il Billy Bob Thornton della prima stagione, ma anche Jesse Plemons e Kirsten Dunst nella seconda. Insomma non una serie ma, citando l'autore, "un film lungo dieci ore" che non perde nulla per strada; solo un pelo ridondante, ma solo a volte.
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Schramm ebbe a dire: ...notizie sull'airing della quarta, annunciata un anno e passa fa? Scusa se rispondo adesso.. Onestamente non ho nuove notizie.. Ora spulcio un po' la rete..
DiscussioneDaniela • 12/08/19 17:36 Gran Burattinaio - 5945 interventi
La quarta stagione dovrebbe uscire nel 2020. In IMDB si può scorrere il cast del primo episodio: rispetto ai cast stellari delle stagioni precedenti, l'impressione è che si voli molto più basso: ci sono alcuni attori italiani come Esposito (Gomorra) e Acquaroli (Suburra), Jason Schwartzman e Chris Rock, attore che detesto nel profondo.
Speriamo bene...
danyta è cosa bellissima a sapersi ma con le serie sto ancora indietro come i gioielli di famiglia dei bassotti, e destinato a starci per un bel pezzo ancora. di fargo ancora dovrei recuperare la 3° stagione... :'(
DiscussioneRaremirko • 12/08/19 22:02 Call center Davinotti - 3863 interventi
La quarta stagione dovrebbe uscire nel 2020. In IMDB si può scorrere il cast del primo episodio: rispetto ai cast stellari delle stagioni precedenti, l'impressione è che si voli molto più basso: ci sono alcuni attori italiani come Esposito (Gomorra) e Acquaroli (Suburra), Jason Schwartzman e Chris Rock, attore che detesto nel profondo. Speriamo bene...
In Italia la quarta stagione è andata in onda sul canale Sky Atlantic dal 16 novembre al 14 dicembre 2020.
per Zen: Puoi aggiornare il numero delle stagioni.
DiscussioneDaniela • 15/02/21 11:45 Gran Burattinaio - 5945 interventi
x Redeyes, grazie della chiamata, non sapevo che fosse già uscita in Italia. Non ne ho letto bene in giro, non tanto per le qualità intrinseche ma perché si distacca nettamente dall'atmosfera delle prime tre stagioni, trattando dello scontro tra due bande criminali (italo-americani vs.afro-americani) a Kansas City negli anni Cinquanta. Una stagione "cittadina" quindi, in cui mancheranno quelle ambientazioni innevate e quell'atmosfera rural/criminale proprie delle stagioni precedenti.
x Redeyes, grazie della chiamata, non sapevo che fosse già uscita in Italia. Non ne ho letto bene in giro, non tanto per le qualità intrinseche ma perché si distacca nettamente dall'atmosfera delle prime tre stagioni, trattando dello scontro tra due bande criminali (italo-americani vs.afro-americani) a Kansas City negli anni Cinquanta. Una stagione "cittadina" quindi, in cui mancheranno quelle ambientazioni innevate e quell'atmosfera rural/criminale proprie delle stagioni precedenti.
E' lo stessa preoccupazione che ho anche io, ma chi l'ha vista non mi ha dato feedback così negativi...diamogi il beneficio del dubbio! Appena riesco vedrò di vederlo...
DiscussioneDaniela • 15/02/21 14:02 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Redeyes ebbe a dire:
E' lo stessa preoccupazione che ho anche io, ma chi l'ha vista non mi ha dato feedback così negativi...diamogi il beneficio del dubbio! Appena riesco vedrò di vederlo...
Anche io, appena terminate le due serie n corso che sto vedendo (la stramba Servant e l'ancor più stramba Wandavision), incrociando le dita e cercando di superare l'avversione per Chris Rock :o/