Onesto poliziotto dopo aver scoperto un intreccio tra politica e malavita viene ridotto in fin di vita da dei sicari. Ripresosi dal coma cercherà vendetta un po' come Uma Thurman in Kill Bill. Seconda fatica per Seagal, mediocre epigono di Schwarzy e Stallone, artista marziale prestato al cinema nel suo piccolo capace almeno di suscitare una certa empatia. La pellicola, che ha una fattura più da telefilm, non lascia veramente nulla, ed è gravata dalla lunga e sdolcinata parentesi riabilitativa col protagonista seguito da una premurosa infermiera. Brutto.
Dopo un debutto coi botti (Nico) Hollywood impazzì per il mitico codino che, a distanza di qualche anno, tornò in scena con questo "Duro da uccidere". Il film, tuttavia, delude parecchio. Quì Seagal si discosta tantissimo dalla figura del detective Italo-americano del primo film e la pellicola arriva a stento alla mediocrità. I problemi sono principalmente da riscontrare nell'eccessiva caratterizzazione del personaggio principale, reso in questa occasione una sorta di superman indistruttibile. Proprio per questo, a tratti, si sfiora il ridicolo.
MEMORABILE: "L'anticipazione della morte è peggio della morte stessa".
Ennesimo action movie con protagonista un poliziotto in cerca di vendetta che peraltro non risalta particolarmente ne per originalità ne per le scene d'azione, tutte già ampiamente viste in altri prodotti simili. Malmuth poi in cabina di regia è svogliato e segue il tutto senza guizzi particolari. Seagal è simpatico ma non basta. La LeBrock è bella e nient'altro. Sadler è un pessimo cattivo.
A giudicare dagli esiti artistici del film in questione, sarebbe stato meglio che il personaggio principale fosse rimasto in coma oltre i 7 (!) anni della vicenda. Il film è un concentrato di luoghi comuni del genere con il protagonista che dopo il suddetto coma diventa praticamente indistruttibile. Regia totalmente inesistente e protagonista monoespressivo.
Secondo film con Seagal dopo Nico, ed uno dei migliori. Il suo personaggio è molto ben sviluppato (cosa che raramente accadrà negli anni dei film per i dvd) e le scene d'azione (tutte concentrate alla fine) sono davvero belle. La vendetta progressiva del protagonista è un buon motivo di interesse che fa appassionare alla vicenda. Del tutto inutile la LeBrock, allora moglie di Seagal.
MEMORABILE: "Questo è per quello che hai fatto a mia moglie, ed è anche poco".
La solita solfa che vede il poliziotto pronto a dirimere la contesa con i suoi metodi urbani. Seagal dimostra una buona lena nelle scene d'azione, ma il cinema è un'altra cosa. Soffre, lotta e combatte con valore ma tanto il finale è già scritto. Appassionati accorrete!
Filmetto d'azione che non funziona. Secondo chi scrive il problema pricipale risiede proprio nel protagonista. Capelli legati e pieni di gel, sguardo da duro e abiti sempre eleganti (oltre che autoironia zero), Steven Seagal non è mai stato un caso esemplare di simpatia. In questo film però è odioso in maniera particolare: nei panni del cattivo sarebbe stato perfetto, ma in quelli del buono non si può vedere. Ciò abbassa notevolmente il livello del film, già non eccellente, nonostante un buon ritmo ed una buona dose di azione e violenza. Mediocre.
Solitamente non amo i film imperniati sullo squallido concetto della vendetta personale, ma per alcuni faccio volentieri un'eccezione. Questo è uno di quelli, a mio parere uno dei migliori di Seagal - uno dei rari attori che, per un insieme di motivi, ho sempre trovato più credibile di altri (cfr. il bassetto Norris, il narcisista Van Damme, etc.) inserito in certe situazioni davvero estreme. Ottime le scene d'azione; bellissima la Le Brock, purtroppo poi finita in filmetti (tipo Taglia che scotta) al confronto dei quali questo è un capolavoro.
Di cognome fa Tempesta, dopo cinque minuti svita la gamba ad un rapinatore, dopo sette (!) anni di coma si risveglia ed è subito pronto ad ammucchiarsi con la Le Brock e in più si autocura con l'agopuntura: è questo lo Steven che tutti noi adepti non possiamo (e non vogliamo) dimenticare (meglio non parlare del dirigibile che recita solo su dvd). Secondo film di Seagal e secondo centro: l'esperto Malmuth ce la mette tutta per dare gran ritmo alla pellicola, i comprimari se la cavano alla grande e la fisicità del protagonista riempie la scena.
Dal regista de I falchi delle notte era magari lecito aspettarsi qualcosa di più che il solito action da bancarella (anche se l'irruzione violenta della gang di poliziotti corrotti a casa Seagal è girata come Dio comanda, almeno dieci spanne sopra rispetto alla media del genere). Tra un Seagal fanatico della notte degli Oscar (!), riabilitazioni che manco Bruce Lee, sicari travestiti da dottori e un (notevole) inseguimento notturno per le strade di una fumosa Chinatown, si celebra la sagra della convenzionalità, seppur con buoni momenti. Tutto nella media.
MEMORABILE: Seagal che infilza al collo, con le stecche da biliardo, i poliziotti cattivi; Il raid punitivo a casa Seagal, dove si scatena l'inferno.
L'indistruttibile Steven Seagal al suo secondo film si riconferma ancora una volta un buon action hero. Dopo anni di coma un poliziotto si risveglia e va a caccia degli assassini della moglie. Malmuth sforna un ottimo concentrato di azione, inseguimenti e sparatorie con Seagal che sbaraglia decine di rapinatori, sicari e poliziotti corrotti a colpi di aikido. Cult assoluto.
Secondo film di Seagal incentrato sul tema della vendetta a seguito della morte di moglie e figlio. Alcuni aspetti del personaggio ricalcano molto il film precedente ma la trama tiene incollati allo schermo fino all'ultima scena. Seagal più violento del solito (ma la trama lo richiede). Del cast si ricordano il Richmond di Renegade e l'allora moglie di Seagal Kelly "signora in rosso" LeBrook (poco incisiva).
MEMORABILE: Seagal uccide un uomo con una stecca da biliardo in gola; Il confronto finale con il cattivo di turno; "E per fortuna che hai dormito sette anni".
Ennesima versione de Il giustiziere della notte: qui, però, al posto dell'attempato Bronson, troviamo il prestante picchiaduro Seagal, ancora una volta nel ruolo del detective senza paura. Interessante la prima parte, meno la seconda per colpa di una love story tra il protagonista e la sua infermiera assolutamente fuori contesto (anche se c'è un colpo di scena che risolleva un po' il morale dello spettatore e l'intreccio in generale). Buono il ritmo, finale scontato.
Al secondo film, Seagal sfoggia l'ormai immortale look con codino e capelli ingellati, nei panni di un poliziotto che sopravvive a un attentato e si sveglia dal coma dopo sette anni per finire quel che aveva iniziato. Improbabile come non mai, con vari cliché del sottogenere (tipo il training "rustico" e orientaleggiante) e una dose di violenza abbastanza esplicita; nel complesso godibile e con qualche momento d'azione ben girato, anche se Malmuth non è più quello de I falchi della notte. Qualche faccia nota dei B-movie e un ritmo sostenuto, per un film figlio del periodo.
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Dopo 7 anni di coma riprende le proprie attività motorie come nulla fosse quando ci vorrebbero mesi e mesi di fisioterapia accurata abbinata ad una riabilitazione lunga ed estenuante Più che genere "action" lo definirei "pura fantascienza "