Note: Aka "In cerca di mister Goodbar". Soggetto liberamente tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice statunitense Judith Rossner, ispirato a sua volta ad un caso di cronaca avvenuto nel 1973.
Un film strano, teso, violento, che parte dalla semitranquillità di una famiglia di buoni cristiani e arriva a un finale allucinante, di una violenza inaudita. Un film nato nel segno della sua protagonista, una Diane Keaton perfetta, che sa calarsi nella parte fino a raggiungere un’immedesimazione quasi totale col personaggio facendo dimenticare la scarsa consistenza di soggetto e sceneggiatura. E’ una storia di semplicità unica, che propone una sorta di Jekyll e Hyde al femminile: la Keaton, disturbata fin dai primi approcci col sesso a causa di un crudo rapporto col proprio professore, vive una doppia vita: di giorno insegna in una scuola per bambini sordi, curandoli con...Leggi tutto amore, di notte vaga senza meta tra i bar malfamati della città, lì dove pullulano gli gigolò. E chi incontra? Richard Gere, alla sua prima parte importante, già nel suo ruolo classico di uomo oggetto. Il loro rapporto è tormentato, come tutta la vita della protagonista, simbolo dell'amore libero e senza pregiudizi dei Settanta, tra cocaina e marchette in un appartamento scarno e teatro di troppi litigi. Diane Keaton non venne candidata all'Oscar per questo film solo perché lo stesso anno vinse con IO E ANNIE di Woody Allen, ma la sua performance resta qui impareggiabile, oltre che ai limiti del comune senso del pudore. Altri candidati (non premiati) all'Oscar furono la fotografia di William Fraker (non così eclatante, seppur buona) e Tuesday Weld (la sorella Catherine) come miglior attrice non protagonista. Nel complesso un buon film drammatico, crudo e realistico, che ci accompagna agli inferi con un biglietto di sola andata e ci lascia con l'amaro in bocca. Montaggio un po' arbitrario e confuso, bravo Berenger.
Film molto particolare e a tratti imbarazzante per il cupo (e a tratti eccessivo) pessimismo di cui è impregnato, In cerca di mr. Goodbar appare ben diretto da un regista sottovalutato come Richard Brooks che dipinge con molta efficacia un mondo senz'anima, popolato da un'umanità sconfitta e disperata. Grande interpretazione della Keaton; un po' acerba la prova di Richard Gere in uno dei suoi primi ruoli importanti.
Theresa interiorizza la schizofrenia della società di quegli anni, divisa tra vecchio e nuovo, tra la difesa dell'immagine tradizionale della donna e la spinta alla liberazione sessuale. Il film è crudo nel mostrarci gli eccessi autolesionistici di Theresa, che si spende senza ritegno sul lavoro e con gli uomini, ma non è capace di interrogarsi sui suoi veri desideri. E Keaton restituisce la tragicità di questo personaggio, la sua smania di vivere e la sua incapacità di lasciarsi vivere.
Tratto da un libro a sua volta ispirato da un fatto di cronaca del '73. La recitazione della Keaton è stupenda e indubbiamente da Oscar. La resa del suo personaggio è veramente notevole; intenso anche Berenger. Film senza fronzoli, diretto, senza tabù o troppi sentimentalismi. Una bella galleria di personaggi che ruotano attorno alla Keaton. Un efficace ritratto di una ragazza disinibita in un'epoca molto libertina.
MEMORABILE: "Confidentially, with me... one's too many and a million's not enough" "I got the same problem with men".
Raramente si è visto un tale odio del regista-sceneggiatore verso un proprio personaggio. La Theresa di Looking for Mr Goodbar è per Brooks il simbolo di un mondo marcio avviatosi verso l'oblio, sempre più immerso nelle tenebre e nella dissolutezza. A tratti si intravede un'ombra di redenzione, poi crolla ancora più a fondo, toccandolo del tutto nel bellissimo, crudele finale. Montaggio incalzante e moderno, qualche ripetitività nella parte centrale, curiosa OST dance '70, una Keaton di una bravura al di là di ogni definizione. Rimane impresso.
MEMORABILE: "Una maestra elementare che batte i bar malfamati... certo che questo paese va a puttane... però ti è piaciuto, eh?"; Le ultimissime inquadrature.
In pieno fermento anni '70 una sensibile, complessa e tormentata figura femminile, disillusa e pure ancora tenera, superlativamente interpretata da Diane Keaton. Repressa dal perbenismo familiare segue la sua intima ribellione al cliché impostole e si affranca, o almeno lo crede, non senza frustrazioni. Illudendosi e tentando di soffocare le sue insoddisfazioni si stordisce, nei bar di una New York notturna, tra alcool e incontri con personaggi inconsistenti e sballati. Nella sua disperata ricerca di identità finirà per perdersi definitivamente.
MEMORABILE: La scena dell'invasione degli scarafaggi che la assaltano fin sul corpo; La scena finale, inaspettata e quasi irreale.
La schizofrenia come espressione di un'epoca e di una società, dove i marosi della rivoluzione sessuale s'infrangono sugli scogli del puritanesimo. E la schizofrenia si fa forma cinema, attraverso un montaggio ellittico, sfrangiato, fuorviante che insegue spettri, presagi, psicologie; ondate anomale d'isteria investono i personaggi. Diane Keaton recita con le viscere in mano. Fotografia plumbea, apocalittica di William A. Fraker che esonda negli inferi urbani e opalescenti di William Friedkin. OST epocale; titoli di testa ipnotizzanti. Un grande film, in parte dimenticato. Lapidario.
Tra i film che lasciano un segno indelebile, perché visti in momenti delicati e di passaggio della propria vita, l'incubo livido di "Looking for Mr Goodbar" resta un emozione extracinematografica intensa, che non può non lasciar sbigottiti. Brooks, regista altrove passionalmente classico, si immerge, con il nichilismo della ragione e visionarietà postespressionista, in una metropoli dove i limes (giorno/notte, buio/luce, attrazione/repulsione, libertà/anarchia) han perso ogni senso etico, bipolarizzandosi schizofrenicamente in una riconciliazione irrecuperabile.
MEMORABILE: La folgorante sensualità di Diane Keaton; I titoli di testa; La fotografia di Bill Fraker; Berenger, Atherton e Gere; Il finale.
Cinema feroce, cinema dolorosissimo, cinema che picchia sotto la cintola dove fa più male e chiude con un finale allucinato di rara brutalità, da rimanere negli annali come nemmeno il più estremo degli horror. Brooks anticipa le doppie personalità sessuali russelliane, intinge il tutto in gironi infernali metropolitani pre schraderiani, con un occhio all'Aldrich più cinico e a certa exploitation. Le notti brooksiane fatte di perdizione e solitudine restano impresse nell'anima e lasciano sgomenti. Insieme a A sangue freddo il punto più alto di Brooks.
MEMORABILE: Tuesday Weld e i filmetti porno casalinghi; La Keaton con i bambini; La spina dorsale della Keaton; L'incontro con il midnight cowboy di Berenger.
Insegnante elementare insegue irrealizzata una vita sbandata. Liberazione sessuale, cattolicesimo, genetica malata e dissolutezza nel candido visino della Keaton. L'unica pecca è che le manca il lato oscuro, perché il suo personaggio è complesso in un panorama da Studio 54 per balordi. Accattivanti gli ambienti notturni, montaggio non banale e conclusione di buona intuizione registica. Gere cerca di farsi notare, Berenger è più attore.
MEMORABILE: L'acquisto della cocaina in bagno; Le ultime luci; La bambina che parla per la prima volta.
Da un romanzaccio sensazionalistico, Brooks trae un capolavoro allucinante e allucinato: più che Friedkin e Scorsese e i loro ritratti realistici dell'inferno metropolitano, qui ci si muove tra Ingmar Bergman e Gerard Damiano con tocchi di Lynch ante litteram. Un film a più livelli di lettura: rappresentazione dello squallore metropolitano o visione schizofrenica di una donna che contesta il diktat del patriarcato "o santa o prostituta" ma non sa o non può ribellarsi contro di esso? Cult della New Hollywood oggi dimenticato ma imprescindibile.
Dopo l fallimento della relazione con un uomo sposato, una giovane insegnante complessata e repressa intreccia rapporti occasionali con uomini conosciuti sul lavoro o frequentando locali equivoci... Tra un Allen e l'altro, Keaton interpreta questo film cupo e pessimista che, nel contesto di una liberazione sessuale rivendicata ma non ancora accettata come legittima, mostra sia il disagio psichico della complessata protagonista che l'inadeguatezza e l'immaturità dei suoi partners. Il risultato è interessante ma non convince del tutto per una sgradevolezza troppo programmatica.
Theresa, oppressa dalla bigotta aura familiare, cerca una propria autenticità e realizzazione sposando la ventata libertaria che negli anni '70 cercava di far breccia sul conservatorismo imperante, alternando la sua attività di maestra logopedista con esperienze forti e senza risparmio. Un quadro un po' manicheo della società americana di quegli anni, che soffre di una certa prolissità e di un eccesso di reiterazioni, con una morale ottocentesca in cui l'eroina traviata dovrà pagare il fio dei suoi aneliti. Una grande prova della Keaton, in una parte psicologicamente complessa.
Disturbante e scostante ritratto della doppia vita di un insegnante sulle cui intenzioni potrebbero riflettersi in molti. Si percepisce una critica, affatto velata, che colpisce in più direzioni, non risparmiando niente e nessuno. In parallelo, palesa una volontà ferrea di colpire in faccia tramite scene forti e un climax nero pece che non lascia trapelare un barlume di speranza. Si attarda qualche minuto di troppo, ripetendo sé stesso senza aggiungere nulla di concreto alla trama, per arrivare a un epilogo di rara efferatezza che sugella un destino forse preventivabile.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 21 marzo 1984) di In cerca di mr. Goodbar:
Un cordiale saluto a tutti Voi.
Mi piacerebbe molto sapere se qualcuno conosce il breve frammento di musica classica inserito tra i bellissimi brani di insuperabile disco music di quella fastosa epoca ;-)
Grazie in anticipo.
Bye
CuriositàDaniela • 20/02/22 11:43 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Soggetto liberamente tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice statunitense Judith Rossner, ispirato a sua volta ad un caso di cronaca avvenuto nel 1973.
Nel film Richard Gere interpreta il primo ruolo rilevante dopo qualche apparizione di scarso peso, tanto che il film è talvolta indicato come il suo esordio cinamatografico.
DiscussioneDaniela • 20/02/22 19:39 Gran Burattinaio - 5937 interventi
DOPO aver visto il film, chi volesse saperne di più del caso di cronaca a cui si è ispirato il libro da cui è stato tratto il soggetto può leggere qui (lingua inglese).
DOPO aver visto il film, chi volesse saperne di più del caso di cronaca a cui si è ispirato il libro da cui è stato tratto il soggetto può leggere qui (lingua inglese).
Grazie della segnalazione Daniela. Non sapevo che la vicenda fosse tratta da un fatto di cronaca. Il film lo vidi a suo tempo al cinema, e ne ho un ricordo assai vago.