Cold prey 3 - Film (2010)

Cold prey 3

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/03/11 DAL BENEMERITO BRAINIAC
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Brainiac 23/03/11 18:46 - 1083 commenti

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Non paghi d'aver citato Jason Voorhees ad ogni ki/ ki/ ki/ ma/ ma/ mah-sospinto gli sceneggiatori di Cold prey spazzano via la neve davanti al (simil)Bates-Motel, radunano tutti i personaggi al campeggetto fronte-lago (di quelli "incantati" che negli 80's ci si stampava la carta da parati kitsch) e si reinfilano (mettendo la "freccia" e mantenendo le distanze da norreni diligenti) in quella saga che li aveva (molto più che) ispirati. Asciugato degli eccessi modernizzanti (snowboard ed emo-punk come soundtrack) il Fritt (mist... ehm, Vilt) risulta assai più digeribile dei suoi predecessori.

Greymouser 29/03/11 19:15 - 1458 commenti

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Torna il Michael Myers delle nevi in una sorta di prequel (almeno così pare). Anche in Scandinavia, la mamma dei cretini è sempre incinta, e così sei giovani più o meno decerebrati si fiondano allegramente e consapevolmente nel posto "sbagliato". Il resto è roba da riciclo, però occorre dire che il regista piazza qualche sequenza di discreta tensione. Guardabile, dunque, a patto di non riporvi troppe aspettative. A proposito, ma in questi film, quando impareranno le vittime a finire l'assassino quando è a terra inerme?

Lupus73 9/02/20 15:46 - 1496 commenti

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Dopo un sequel carpenteriano ecco il prequel che inizia con un altro tassello sul passato del Myers delle nevi norvegesi, non ancora esaustivo e con molti interrogativi (per prossime realizzazioni?); poi si salta a dodici anni dopo per un revival-slasher in pieni '80s (abbigliamento, walkman, eccetera): ragazzi in campeggio nei pressi dell'hotel di montagna; stavolta senza neve, ambientazione a base di foreste, chalet, orridi e gole umide o rapide fluviali. Lo slasher incontra il thriller, senza pretese ma di qualità. Il primo rimane il migliore.
MEMORABILE: L'inizio con il killer da bambino; Le scene sulle gole e sulle rapide con frecce da caccia (reminiscenze di Un tranquillo weekend di paura).

Buiomega71 11/11/20 01:14 - 2912 commenti

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Incipit con bambini che uccidono, omaggi a Non aprite quella porta (il finto soccorso), marciume (Siri molestata dal laido vecchiaccio), rapide boormaniane, trappole deodatiane, carne umana trattata come bestiame da macello, reminiscenze da Wrong turn, un finale tanto beffardo quanto spietato (la final girl, il poliziotto e i fucili spianati) e una chiusa che si ricollega direttamente al primo. Il prequel dello slasher norvegese diventa il miglior sequel, tra zone lacustri, fatiscenti baite, casette stile Phenomena e un alto tasso di crudeltà in cui ben pochi si salvano.
MEMORABILE: La freccia conficcata nel piede; Le dita del piccolo Gunner schiacciate nella porta; I cadaveri posizionati all'esterno e i primi fiocchi di neve.

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  • Discussione Buiomega71 • 11/11/20 10:32
    Consigliere - 26006 interventi
    E la (poco) esaltante saga del Messner norvegese ammazzatutti chiude con il botto.

    Dopo il secondo capitolo ospedaliero, e visto l'andazzo action/cafone che stava prendendo la "mini" serie, ci si aspettava l'affosso definitivo con questo terzo e ultimo (per ora) capitolo.

    Con somma sorpresa il giovane e talentuoso Sandemose cambia le carte in tavola, mostra quel che succede prima degli eventi del primo Cold Prey e ci va giù in marciume e ferocia, realizzando non solo il migliore in assoluto, ma anche uno degli slasher più riusciti della prima decade del nuovo millenio.

    Incipit con bambini che uccidono (e come tutto ebbe inizio), carcasse di animali morti sul ciglio della strada divorate dai vermi (segnale che non promette nulla di buono, un pò come l'armadillo di Non aprite quella porta), e dallo zio Toby mutua il finto soccorso alla povera Siri e il "clan" familiare, si rincara la dose con fangose e putride trappole alla Ultimo mondo cannibale, si devono passare a forza le rapide di Un tranquillo week end di paura con aggiunta di una pioggia di letali frecce, si vira in territorio Wrong turn con le prede ridotte a animali da macello, aumenta la zozzeria (Siri, ricoperta di fango, molestata dal laido vecchiaccio, destinata a diventare la sua "bambola" personale), un prefinale di inaspettata cattiveria e beffarda spietatezza (la final girl, il poliziotto e i fucili spianati) dove ben pochi si salvano e una chiusa ideale che si ricollega direttamente al primo capitolo.

    L'intelaiatura, stavolta, si sposta dal tipico slasher movie alla Halloween al "survivor movie", tra umide gole (le stesse che, innevate, serviranno al killer come cimitero personale), zone lacustri alla Crystal Lake, fetide baite ridotte a mattatoi, casette sperdute alla Hansel & Gretel (non molto dissimili da quelle svizzere nell'intro di Phenomena), fughe disperate tra i boschi e tasso di gore non altissimo, ma pervaso da un compiaciuto sadismo (che mancava nei primi due capitoli) con teste infilzate alle cortecce degli alberi, ragazze prigioniere in luridi scantinati, sgozzamenti e macellazioni, fucilate a bruciapelo, le dita del piccolo Gunner schiacciate nella porta dal padre violento, la spietata uccisione dei genitori,  e la straniante, nonchè ammantata di macabra poesia, sequenza della disposizione  dei cadaveri fuori dalla baita con i primi fiocchi di neve che cominciano a cadere.

    Anche il boogeyman montanaro ne guadagna, più un cacciatore alla stregua dei sanguinari e barbari redneck americani che memmeno dalle parti di Jason e affini.

    Nulla di nuovo o di originale, ma squisitamente brutale, selvaggio, efferato e che non lascia un attimo di respiro, tutti ingredienti che mancavano nei due precedenti capitoli (il primo vince in fascino e suggestione ma non ha la stessa forza ferina e la brutalità di cui è pregno questo prequel, il secondo è il più debole per le sue derive tamarre action da bancarella), e giocoforza, diventa il più visceralmente "salubre" della trilogia.

    Unico neo manca la vera essenza di Cold Prey, quella Ingrid Bolso Berdal che è divenuta, in soli due film, la quintessenza della risolutezza delle final girl, ma essendo un prequel (su per giù ambientato alla fine degli anni 80, e molto prima degli eventi poi narrati nel primo) la nostra è fuori dai giochi (anche se Ida Marie Bakkerud non la fa rimpiangere troppo).

    Tra le nevi norvegesi e sul cucuzzolo della montagna il Messner assassino attende le prossime vittime, come suggerisce la parte finale del film, che va a chiudere il cerchio gelido della morte.
    Ultima modifica: 11/11/20 10:51 da Buiomega71