Note: Due episodi della miniserie tratta da racconti di Stephen King. Episodi: "Sala autopsia 4" (Autopsy room 4), "E hanno una band dell'altro mondo" (You Know They Got a Hell of a Band). Aka "Incubi e deliri volume 3".
Rien a faire: quando si tratta di denobilitare e depotenziare Il Re pare proprio che facciano a gara a chi fa peggio per aggiudicarsi la prima posizione. E così la bella idea tradita dell'anodino e sgualcito Hell of a band deve contendersi il podio con un altrimenti ottimo Autopsy room sgonfiato e trivializzato che procede senza brividini né scossoni. Fortuna e decenza vogliono che il vandalismo al Louvre kinghiano -e annesso travaso di bile dei kinghiani d.o.c.- termini con questi due deturpati gioiellini.
Una serie iniziata alla grande, con l'episodio di Hurt killer alla prese con i soldatini, e proseguita in calando, alternando episodi appena discreti ad altri inutili o mediocri, come quelli che compongono questo dittico. Il primo spreca una bella idea (il presunto morto in procinto di essere sottopposto ad autopsia) con dialoghi stucchevoli, aggravati da un doppiaggio indegno che fa sembrare il protagonista un bambinetto bizzoso. Il secondo, male interpretato, volgarizza il racconto di partenza oltre il sopportabile. Bocciati entrambi.
Dei tre volumi di questa miniserie, il terzo appare il più scarso. Due soli gli episodi proposti. Il primo (che comunque rimane quello più interessante), poteva essere sviluppato meglio e non rende giustizia al racconto contenuto nel romanzo di King. Il secondo invece non sa né di carne né di pesce e non conquista mai l'interesse dello spettatore.
I peggiori episodi della serie. "Autopsia 4" si ispira (fin dal racconto) a un celebre episodio di Hitchcock presenta, ma non riesce a ricrearne la tensione e anzi risulta anche noioso nella sua prevedibilità e lentezza (anche per una regia non troppo convincente). "E hanno una band dell'altro mondo" presenta invece un'idea simpatica ma sfruttata male; un episodio che scade spesso nel grottesco a causa della recitazione costantemente sopra le righe e dialoghi non troppo interessanti. Mediocre.
Alle prime due antologie (discrete se paragonate all'usuale mediocrità delle trasposizioni da King), segue questo passo falso. Il primo episodio sull'autopsia è completamente insulso oscillando fra il petulante monologo interiore della vittima e una bassa grossolanità priva di tensione. Il secondo è povera cosa essendo privo anche della professionalità americana (la debole somiglianza delle rockstar): uno scherzetto goliardico immemore della sostanza conturbante e nostalgica dell'autore.
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rispetto al film, nel racconto omonimo di tutto è fatidico King dichiara apertamente il jolly josephcotteniano sfoderando una metacitazione: l'io narrante dichiara di sentirsi ccome il protagonista di un episodio di "Alfred Hitchcock presenta", mentre nelle note in calce al racconto lo stesso King scrive apertamente di essersi ispirato a quell'episodio, che a suo dire lo traumatizzò da piccolo