“ATELIER”
ovverosia il prêt-à-porter milanese degli anni Ottanta reinterpretato in uno sceneggiato in otto puntate...
Sulla scia di “
Sotto il vestito niente (1985)” e della cosiddetta Milano da bere tutta made in Italy, sesso, cocaina, servizi fotografici e indossatrici indaffarate a sfilare all’ombra della “Madunina”, ecco spuntare un serial sull’argomento per la regia di
Vito Molinari andato in onda, su
Raidue, a cavallo tra il
1986 e il 1987. Le riprese furono effettuate giusto un anno prima, tra l’inverno 1985 e la primavera del 1986. “Atelier” è il nome di un fantomatico giornale patinato di moda, la cui frenetica redazione sita in
via Filippo Turarti a
Milano (inquadrato più volte il palazzo, oggi sede italiana della
Deutsche Bank) diventa teatro e crocevia di molte vicende dal leggero al drammatico.
IL RITORNO DI ELSA MARTINELLI E IL RESTANTE CAST DI STELLE... DEL PASSATO!
Il fatto forse più curioso di “Atelier” è che i protagonisti assoluti non sono i volti che un po' tutti ricordiamo degli anni Ottanta ma uno stuolo di nomi celebri del teatro e del cinema d’antan. In questo senso è esemplare parlare di una “rediviva”
Elsa Martinelli (non recitava più dagli anni Settanta) alla quale è stato dato il ruolo più importante: quello di Anastasia, un’editrice astuta, autoritaria e decisamente antipatica. La sua arcinota grassa risata da quaranta sigarette al giorno lascia sovente spazio a ire in ufficio. Curioso pensare che la Martinelli, quand'era giovane, fu una stimata indossatrice, quindi non estranea al mondo della moda (
"Oggi è tutto diverso..." dichiarò nel 1986 al "
Radiocorriere Tv", aggiungendo che
"Quando vedo lavorare la modelle con al seguito parrucchieri, truccatori (...) ripenso a quando andavo da Richard Avedon con le trecce fatte in casa"). Il resto del cast è nutrito ma segue a ruota il "Martinelli-style":
Paola Pitagora (dice:
"Ho fatto tre stagioni teatrali in sette anni"),
Lino Capolicchio (in fase decisamente calante sul versante della popolarità),
Renato Mori,
Francesca Romana Coluzzi,
Leo Colonna (giovane ma all’alba del suo commiato da attore) e molti altri. Nello stuolo di nomi impiegati nello sceneggiato, alla fine, l’unica che ha trovato spazio nel mondo dello spettacolo grazie ad "Atelier" è stata l’allora ragazzina
Marta Jacopini (nome forse non famosissimo, ma con un discreto curriculum in seguito).
IL POST "ATELIER" E' GLACIALE
Finite le riprese, come accade sempre o quasi, molti degli attori più importanti sono tornati alla routine delle tournée teatrali e agli impegni con il cinema. Dalle interviste rilasciate all’epoca si avverte nettamente una certa freddezza: la Pitagora, con ancora addosso l’odore del set di
Vito Molinari, è già corsa in tutta fretta a Roma, al "
Sistina", per lo spettacolo "
Quadrifoglio" di
Maurizio Costanzo; Capolicchio snocciola con nonchalance progetti e nomi:
"Lavoro con Adriana Asti ne 'La locandiera' di Giuseppe Patroni Griffi (...). A maggio (1987) mi aspetta un film sulla prima guerra mondiale di Wener Masten, il regista che mi ha diretto in 'Divalahe' presentato a Locarno. In piena estate (...) 'Una furtiva lacrima', la storia di un direttore d’orchestra" e aggiunge
"Sono un ex enfant prodige che non ha perso la voglia di scegliere prodotti di qualità"; la Martinelli è secca con un generico
"Sto lavorando a un nuovo programma televisivo"; la Venier è sul set di
Caramelle da uno sconosciuto e dice di sentirsi finalmente a proprio agio; la Farmer la butta sul personale
"Bisogna pur lavorare: ho una figlia e una casa da mantenere".
C’è insomma tutta l’aria di un “fuggi-fuggi” generale. Gli artisti elencano progetti, nomi e teatri ai giornalisti. Dopo tutti questi - altri - impegni parlare di un ipotetico "Atelier n.2" pare quasi una bestemmia in chiesa. I fari si sono spenti definitivamente, su quel set.
CAPOLICCHIO “PENTITO”...
L'attore "avatiano" in un’intervista al “
Radiocorriere Tv” nei giorni della messa in onda del serial (ricordo che fu girato un anno prima della messa in onda) sentenzia parole a dir poco non tanto benevole. Ecco qualche stralcio della "drammatica" intervista:
"Mi sono annoiato moltissimo, la moda non mi interessa e trovo che in Italia se ne parli troppo. Ho accettato perché non posso continuare a lavorare solo per me" e ancora
"...ero fermo alle immagini di 'Blow up', mentre oggi è tutto più nevrotico, frettoloso, perfino un po’ sgradevole". Il regista Vito Molinari sentitamente ringrazia.
Interviste tratte da: "Radiocorriere Tv" n.46, 48/1986; "La Stampa" del 14 novembre 1985.
UN PO' DI ATTORI PRESENTI NEL SERIAL:
Elsa Martinelli è l'editore del giornale di moda "Atelier" e si chiama
Anastasia. Donna arrogante che sa quel che vuole e pretende dagli altri sempre il massimo:
Lui è
Demaria, l'art director di "Atelier". Ex sessantottino, nevrotico e un po' dongiovanni. E' interpretato da
Lino Capolicchio:
Lorenza è la diligente direttrice di "Atelier". E' interpretata da una ritrovata
Paola Pitagora nel pieno della sua matura bellezza:
A destra il noto attore e doppiatore milanese
Renato Mori, che in Atelier" interpreta l'autista di
Anastasia (Martinelli):
A destra l'attore
Giulio Bonetti, che interpreta il marito infedele e piacione di
Lorenza (Pitagora). La ragazza che lo guarda è
Marta Jacopini ed interpreta sua figlia:
Damiano (interpretato da
Leo Colonna, qui al suo inspiegabile commiato come attore) è il giovane factotum della redazione, nonché studente universitario:
Ecco la fantomatica rivista di moda "Atelier" che dà il nome allo sceneggiato. Per il serial fu davvero ingaggiata un'agenzia di grafica che studiò la scritta e si impaginarono delle finte copertine puntata per puntata:
Ecco il "dongiovanni"
Lino Capolicchio che cerca di sedurre
Jo Champa in una puntata:
La bellissima attrice e modella
Jo Champa, guest-star di una delle migliori puntate:
L'attrice americana
Mismy Farmer - con il consueto volto tormentato - partecipa a uno degli episodi:
L'ex marito di
Anastasia è interpretato da
Giulio Bonetti:
La celebre
Mara Venier (allora moglie di
Jerry Calà) con il compianto
Maurizio Merli (morì solo tre anni dopo). Entrambi guest-star in una puntata:
L’ex commissario settantiano
Maurizio Merli con aria compiaciuta fuma in vestaglia di seta dopo aver fatto l'amore con
Alba Mottura (qui in un pruriginoso déshabillé). Tratto da una delle puntate, poiché entrambi non sono fissi nel cast:
Michel è un truccatore omosessuale sui generis. E' interpretato dal simpatico
Gabrio Gabriani:
Sofia è l’estroversa centralinista sempre distratta da radio, telefono e amori a dir poco evanescenti. E' interpretata da
Emanuela Pacotto:
Un'altra graziosa immagine di
Alba Mottura (allora anche impegnata in
Due assi per un turbo, che sarà inspiegabilmente il suo commiato). Stavolta mostra un contagiante sorriso che esalta la sua bellezza di allora:
A sinistra la truccatrice
Mariuccia interpretata da
Ida Meda; a sinistra la sua collega
Costantina (
Silvia Cohen):
Il simpatico grafico di redazione appassionato di oroscopi (
Flavio Bonacci):
L'allora giovane e bella
Francesca Paganini è
Patrizia (presente in una sola puntata). Attrice essenzialmente di teatro ma talvolta prestata alla tv (si ricorda il programma infantile "
L'albero azzurro", nei primi anni Novanta):
Lei è
Brigida (
Francesca Romana Coluzzi, famosa soprattutto come caratterista in alcune commedie popolari anni Settanta), la bonaria e stralunata cameriera di
Anastasia (Martinelli):
Lei è
Sara (la bella e allora giovanissima
Marta Jacopini), la figlia di
Lorenza (Pitagora). In una puntata avrà dei giovanilistici problemi di droga:
Paolo (
Michel Rocher) è un pianista presente in una puntata ed è l'unico che è stato in grado di intenerire e rendere quasi umana
Anastasia (evidentemente sedotta dalla scriminatura a destra dei capelli dell'affascinante musicista):
Lei è
Lucia (
Sabina Vannucchi), l'assistente di studio di
Demaria (Capolicchio), del quale è segretamente innamorata. Qui cerca inutilmente di sedurlo con uno sguardo da vamp:
