Oh, sarà perché ero reduce dalla scottatura patita col deludente
Ava (2020), ma il film m'è piaciuto.
Secondo me questa donna-spaghetto russa ha carisma da vendere: nonostante non sia una professionista della recitazione bensì una supermodella sottratta alle sfilate d'alta moda da quel "
pigmaLeon" di
Luc Besson, è una presenza che tiene in piedi la scena dal primo all'ultimo secondo.
Il mio voto sarebbe stato **1/2, quel mezzo punto in più gliel'ho abbonato proprio in virtù della prova inattesa di
Sasha Luss, un vero e proprio "
compasso da guerra" (parafrasando la citazione sulle gambe femminili dal truffautiano
L'uomo che amava le donne).
Certo, è il film che chiunque si aspetterebbe dal regista francese, che - un po' come i
Manowar - continua a riproporre lo stesso disco da anni e anni: è l'ennesima ricontestualizzazione aggiornata del suo primo amore cinematografico (
Nikita), ma la struttura thriller in andirivieni temporale e le evidenti strizzatine d'occhio cinefile e letterarie lo rendono un action gustoso e mai scontato.
Dico riferimenti letterari poiché è chiaro che il paradigma
bifronte in cui la protagonista si ritrova suo malgrado incastrata è quello dell'
Arlecchino servitor di due padroni di
Goldoni, cui si erano di volta in volta rifatti anche altri film come
La sfida del samurai,
Per un pugno di dollari,
Quelli che contano,
Ancora vivo, etc.
@ DanielaNon hai notato che il rapporto che s'instaura fra la protagonista e l'attempata funzionaria del KGB è in pratica una citazione/omaggio a quello tra
Anne Hathaway e
Meryl Streep celebrato in
Il diavolo veste Prada?