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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/01/21 DAL BENEMERITO GESTARSH99
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Gestarsh99 24/01/21 15:40 - 1395 commenti

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Besson è un romanticone, continua ad attillare il proprio cinema a immagine e somiglianza del primo amore mai scordato. Il suo "Diavolo veste Pravda" è un thriller goldoniano di spie e controspie che zigzaga avanti e indietro nel tempo, intrecciando cronologie scandite da una lancetta atomica biondissima: Saša Luss, filiforme top model d'incorporea traslucenza, riforgiata in un compasso da guerra dalla spiccata proteiformità; contract killer di regime schizofrenicamente divisa fra il lampeggìo dei set fotografici e il parossismo delle mattanze su ordinazione. Divertimento assicurato.
MEMORABILE: "I work for KGB, baby!" (provocatoria - ma azzeccata - risposta a sorpresa della novellina all'austera funzionaria esaminatrice).

Daniela 26/01/21 23:07 - 12814 commenti

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Ragazza moscovita tossica e disperata diventa sicario per il KGB... Anche se non si dichiara tale, le somiglianze con Nikita sono tali da farlo sembrare un auto-remake a 30 anni di distanza. Comprensibile che Besson voglia tornare su un terreno sicuro riproponendo un'altra donna fatale nel doppio senso del termine dopo il mezzo disastro di Valerian, ma il film risulta troppo prevedibile e la filiforme Luss non possiede il fascino di Theron, altra atomica bionda a cui il film si richiama. Alcune sequenze  sono anche ben girate ma l'impressione è quella di un replay superfluo.
MEMORABILE: Le scatole a sorpresa in una delle sequenze iniziali; La fuga dal palazzo in cui oltre a sparare Luss usa come arma le sue gambe da compasso. 

Galbo 6/02/21 17:06 - 12465 commenti

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Per il regista Besson i tempi migliori sono alle spalle e si riciclano vecchie idee e personaggi femminili eredi di quelli del passato. Quello di questo film è un'assassina spietata che conduce un doppio gioco spionistico tra CIA e KGB. Ben realizzato tecnicamente e con una protagonista tutto sommato adatta, il film funziona maggiormente nella parte iniziale e in quelle finale, ma si prende qualche pausa di troppo nella parte centrale, un pò da "videoclip". Buone ambientazione e attori come la Mirren che si vedono sempre volentieri.

124c 22/02/24 21:41 - 2935 commenti

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Anna è una modella russa che in realtà è un'assassina, anche se il suo sogno è di uscire fuori da questa vita piena di sangue e di missioni impossibili. Per farlo, però, dovrà vedersela sia con il KGB che gli agenti della CIA. Musica vecchia in fatto di film di spionaggio, ma la cosa è voluta. La scelta di affidare il ruolo della protagonista a una modella è vincente, le prove attoriali di Helen Mirren e Chillian Murphy sono buone, anche se i doppi-tripli giochi, a volte, sono prevedibili. Un film di Luc Besson che sarà pure un déjà vu, ma che diverte e sa divertire.

Furetto60 28/02/24 20:06 - 1203 commenti

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Cinetico spy movie che ricorda il confuso e letale Bourne ma soprattutto La Sposa di Kill Bill; Anna come un'amazzone ballerina dispensa la morte nelle scene degli scontri al ristorante e alla sede del KGB. Implicita una sana autoironia che non fa mai male e che riesce a regalare allo spettatore qualche sorriso così recuperando cali di ritmo qua e là. Azzeccato anche il riferimento alla notevole perizia scacchistica di Anna che sarà ben svelata e utile, nel finale, svicolando dal banale.
MEMORABILE: Lo "scacco matto" a Vassiliev.

Luc Besson HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Gestarsh99 • 27/01/21 21:27
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Oh, sarà perché ero reduce dalla scottatura patita col deludente Ava (2020), ma il film m'è piaciuto.
    Secondo me questa donna-spaghetto russa ha carisma da vendere: nonostante non sia una professionista della recitazione bensì una supermodella sottratta alle sfilate d'alta moda da quel "pigmaLeon" di Luc Besson, è una presenza che tiene in piedi la scena dal primo all'ultimo secondo.
    Il mio voto sarebbe stato **1/2, quel mezzo punto in più gliel'ho abbonato proprio in virtù della prova inattesa di Sasha Luss, un vero e proprio "compasso da guerra" (parafrasando la citazione sulle gambe femminili dal truffautiano L'uomo che amava le donne).

    Certo, è il film che chiunque si aspetterebbe dal regista francese, che - un po' come i Manowar - continua a riproporre lo stesso disco da anni e anni: è l'ennesima ricontestualizzazione aggiornata del suo primo amore cinematografico (Nikita), ma la struttura thriller in andirivieni temporale e le evidenti strizzatine d'occhio cinefile e letterarie lo rendono un action gustoso e mai scontato.
    Dico riferimenti letterari poiché è chiaro che il paradigma bifronte in cui la protagonista si ritrova suo malgrado incastrata è quello dell'Arlecchino servitor di due padroni di Goldoni, cui si erano di volta in volta rifatti anche altri film come La sfida del samurai, Per un pugno di dollari, Quelli che contanoAncora vivo, etc.


    @ Daniela

    Non hai notato che il rapporto che s'instaura fra la protagonista e l'attempata funzionaria del KGB è in pratica una citazione/omaggio a quello tra Anne Hathaway Meryl Streep celebrato in Il diavolo veste Prada?
  • Discussione Daniela • 27/01/21 22:09
    Gran Burattinaio - 5934 interventi
    SPOILER

    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Non hai notato che il rapporto che s'instaura fra la protagonista e l'attempata funzionaria del KGB è in pratica una citazione/omaggio a quello tra Anne Hathaway e Meryl Streep celebrato in Il diavolo veste Prada?
    Film di cui ho detestato l'epilogo, con la Streep, fino ad allora ritratta come una donna con la stessa sensibilità di uno schiacciasassi, che si trasforma in dispensatrice di buoni consigli... come succede anche qui nel rapporto tra Luss e Mirren.
    Tornando a Besson, il film non è brutto, anzi può sembrare un capolavoro se confrontato con Lucy, eroina sprezzante del ridicolo quanto del pericolo.  Tuttavia, a parte l'inizio con le scatole a sorpresa, è tremendamente prevedibile, cosa che almeno Lucy non era, nonostante qui entri in ballo il doppio gioco tra due campi avversi. E' come vedere una NIkita russa, ma più convulsa e senza un personaggio a latere all'altezza del liquidatore interpretato da Reno.
    La Mirren è un'attrice di livello e dove la metti fa la sua figura, ma qui mi è sembrata più che altro una foglia di fico per mascherare il maschilismo di fondo che permea il cinema di Besson, in barba alla sua predilezione per le eroine che battagliano, menano ed uccidono di brutto. Donne che somigliano tanto ad una fantasia di un maschietto adolescente ;o)
    PS: Una scena che mi ha dato proprio fastidio: Anna impartisce una lezione ad un fotografo di moda arrogante che le sta facendo perdere tempo. Bene, il personaggio è odioso, ma la modalità di questa "lezione" lo è ancora di più, basata com'è sulla mera sopraffazione fisica con conseguente umiliazione pubblica. Così mi sono ritrovata a compatire un personaggio odioso...
    Ultima modifica: 7/02/21 14:54 da Daniela
  • Discussione Gestarsh99 • 28/01/21 15:04
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    [...]il maschilismo di fondo che permea il cinema di Besson, in barba alla sua predilezione per le eroine che battagliano, menano ed uccidono di brutto. Donne che somigliano tanto ad una fantasia di un maschietto adolescente ;o) 

    Adolescente ma non solo, fidati, eheh.
    Anche se il discorso potrebbe adattarsi specularmente anche a una visione della donna tipica del cosiddetto femminismo tossico.
    Della serie "estremismi opposti che facendo il giro del cerchio alla fine si incontrano e sovrappongono".


    Daniela ebbe a dire: 
    PS: Una scena che mi ha dato proprio fastidio: Anna impartisce una lezione ad un fotografo di moda arrogante che le sta facendo tempo. Bene, il personaggio è odioso, ma la modalità di questa "lezione" lo è ancora di più, basata com'è sulla mera sopraffazione fisica con conseguente umiliazione pubblica. Così mi sono ritrovata a compatire un personaggio odioso... 

    Pur non avendo a simpatia la tipologia di personaggio vittima del pestaggio, anche a me la punizione riservatagli è parsa più severa del dovuto: in fondo il fotografo non stava maltrattando o schernendo le modelle, era solo un po' troppo esaltato e preso dalla propria arte; si capiva che la sua non era cattiveria ma passione fanatica genuina.
    Fermo restando che tra quest'ultimo e il Joe Pesci di Casinò 
    bastonato e seppellito vivo, avrei risparmiato più il secondo :D

  • Discussione Daniela • 28/01/21 16:49
    Gran Burattinaio - 5934 interventi
    x Gest
    da ex militante di un gruppetto femminista, sono costretta mio malgrado a darti ragione per quanto riguarda il femminismo tossico... e anche sul fatto che forse quel tipo di femmina non solletica solo la fantasia dei maschietti in età adolescenziale ;o)