Se non fosse per un insopprimibile clima da giallo tv di Raidue, ANIMANERA avrebbe più di un motivo per essere annoverato tra i più stimolanti progetti thriller dell'ultimo cinema italiano. A cominciare dalla figura del pedofilo killer così ben tratteggiato da Antonio Friello, dall'aria del tutto anonima da colletto bianco tra i più grigi mai visti. Funziona molto meno la controparte poliziesca invece: il commissario di Luca Ward e la psicologa di Giada Desideri non convincono granché: lui troppo sopra le righe e rozzamente all'inseguimento di modelli stereotipati, lei altezzosa e poco espressiva. A lungo andare si riesce anche ad accettarli (magistrato...Leggi tutto compreso), ma certo la forza del film sta tutta sull'altro versante. Friello sa essere credibile anche quando si lascia andare ad esagerazioni da psiopatico irrecuperabile, e il piccolo Andrea (Luigi Santoro) si dimostra "spalla" di qualità. Sceneggiatura e regia non deludono eccessivamente, pur non proponendo niente di sensazionale, e questa caccia al maniaco, condotta senza inseguimenti o inutili spettacolarizzazioni, sa discretamente avvincere. Certo, la sensazione da thriller paratelevisivo danneggia il risultato (e dire che la fotografia sarebbe anche superiore alla media), ma d'altra parte che non sia una produzione così ricca è evidente. Eppure la storia offre qualche buona intuizione e non ci si annoia.
La pedofilia, argomento tragicamente attuale, è senz’altro trattato in modo crudo e realistico, risalendo anche alle origini psicologiche della perversione del mostro, ma la conduzione generale lascia assai insoddisfatti: sceneggiatura piatta – squarciata solo dalle esplosioni di rabbia bestiale di Friello e dalla morte della Cavallotti - , puerile meccanismo thrilling, personaggi caricaturali (dalla coppia indagatrice Desideri-Ward ai depravati bavosi e ripugnanti), musiche eccessive. Più che di cinema, tira aria di cronaca televisiva.
Dolorosa immersione, senza rèmora e senza filtro, nella struttura di una mente folle e malata. Se la causa dell'impensabile deviazione sessuale che affligge un (apparentemente) rispettabile amministratore di condominio viene esemplificata da un trauma infantile penosamente tirato in ballo - il padre padrone, abile di cinghia, sboccato e pure porcone - il resto del film gioca con impressionante lucidità sull'avvicinamento, il coinvolgimento, il corteggiamento ovvero il calcolato (pedo)filo a minorenni trascurati da distratti genitori. Risoluzione conclusiva nata sulla scia di Mio caro assassino.
Fiction o cinema? Lo spettatore, infatti, non può non essere confuso dinanzi a tanti volti televisivi (spesso protagonisti di soap) che recitano peggio della filodrammatica e dinanzi a una pellicola infarcita di luoghi comuni sulla pedofilia che ormai non si troverebbero neanche nei Bignami di sociologia, psicologia e criminologia. Un tema così serio avrebbe meritato ben altro trattamento. Ma da un regista del genere ed attori di tal fatta cosa ci si poteva aspettare? Al di là degli intenti, impresentabile sotto tutti i punti di vista.
Coraggioso affrontare il tema pedofilia. Altrettanto coraggioso spacciare questo come un film. Il copione infatti è elementare: personaggi mai sfumati, snodi narrativi che fanno sorridere (il fermacravatta, l'epilogo nell'appartamento della famiglia). Il parco attori da denuncia, si salva qualcosa solo di Friello. Punte memorabili di ridicolo nelle espressioni serio/drammatiche della Desideri (vedi l' analisi degli omicidi o la moglie del pedofilo) e nelle sue corse acchiappa-mostro (una falcata degna di Paris Hilton).
Tenta di copiare un classico del cinema Usa (la caccia al serial killer), ma con sfondo sociale (la pedofilia). Però, nonostante una discreta cura tecnica, il resto naufraga nella piattezza da fiction tv, in una storia pietosa con morale (il pedofilo colpisce i bambini di genitori distratti per esorcizzare le violenze subite), in una sceneggiatura insulsa e con terribili dialoghi esplicativi, in un tripudio di banalità e retorica costellata da simbolismi elementari (uno su tutti: i movimenti ferini del criminale attorno alla sua preda). Mah...
Luca Ward HA RECITATO ANCHE IN...
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Cotola ebbe a dire: Leggo solo ora la presunta notizia di Scotland Yard. Avendo visto il film non la posso ritenere vera. Se così fosse allora i cittadini inglesi avrebbero poco da stare tranquilli.
come volevasi dimostrare. chiunque lo troverebbe se non impossibile almeno altamente improbabile...
DiscussioneZender • 16/08/12 12:38 Capo scrivano - 48843 interventi
Perchè era un'info sballata, per l'appunto, ed era stata tolta. E anzi, andrebbe tolto tutto. Non ha senso tenere cose già verificate come sballate.
ma poi non capisco, se un sito o un blog vengono chiusi per chissà quali motivi, una notizia diviene di default falsa o sballata? boh.
DiscussioneZender • 16/08/12 12:54 Capo scrivano - 48843 interventi
Allora lasciamo solo questa, come testimonianza del presunto spot promozionale. Il problema è appunto che su internet i link il più delle volte scompaiono.
DiscussioneZender • 16/08/12 12:56 Capo scrivano - 48843 interventi
Schramm ebbe a dire: ma poi non capisco, se un sito o un blog vengono chiusi per chissà quali motivi, una notizia diviene di default falsa o sballata? boh. Chi ha detto che diventa sballata? Io mi riferivo alla prima info scritta da Undying (che poi l'aveva evidentemente cancellata). E comunque se non esiste più il link chi dice che sia invece corretta? Chi ha modo di verificare cosa diceva il testo (magari ulteriormente smentito) se non c'è più modo di leggerlo al link, tale testo?
beh, su internet i testi si rimpallano, specie se inerenti a bufale eclatanti simili...in ogni caso ti sfido a terminare il film convenendo che possa essere oggetto di studio o punto di riferimento di indagini per scotland yard...
DiscussioneZender • 16/08/12 13:11 Capo scrivano - 48843 interventi
Mah, io non ho idea di cosa possa prendere o non prendere Scotland Yard e non so per esattamente quali motivi. Dovrebbe essere Scotland Yard a dirlo (e non credo lo farà mai). Non mi è parso di trovarci elementi utili a non so cosa, ma nemmeno sono stato troppo attento alla cosa giacché non sapevo della questione.