Si intuisce, che non siamo al cospetto del solito Z-movie con animali assassini. I mezzi a disposizione (lo si capisce dalla fotografia, dalla cura di certi effetti, dall'interpretazione non così male del cast) sono quelli degli avventurosi di categoria. E d'altra parte il buon successo del primo ANACONDA giustificava uno sforzo superiore alla media. Nonostante, però, l'impegno del regista Dwight H. Little (con trascorsi nell'horror) e il ritmo sostenuto dell'azione, il film non decolla. Colpa della sciagurata idea di tenere nascosta...Leggi tutto l'apparizione della prima anaconda (prima perché altre ne seguiranno) lasciando spazio ai dialoghi insulsi di una sceneggiatura poco furba. Seguiamo il variegato gruppo di avventurieri lungo i fiumi che si perdono nella giungla del Borneo, ma tocca sentirli parlare del nulla e spaventarsi ad ogni minimo inconveniente. Son lì per cercare un'orchidea che pare possa donare l'eterna giovinezza, ma presto dovranno preoccuparsi innanzitutto di rimanere in vita: un coccodrillo, le rapide, le sanguisughe e poi finalmente il pericolo vero. Troppo tardi, come detto, e per di più questo scompare subito per riprecipitarci nel baratro del terrore vissuto solo sulle facce dei protagonisti. Ci vorrà ancora un bel po' per arrivare agli scontri decisivi e, causa la persistente oscurità, nemmeno ce li si godrà granché. Ci sono il cattivone, il nero logorroico, l'Indiana Jones dei poveri, le ragazzotte col piglio deciso. C'è anche la natura verde con qualche suggestivo paesaggio, ma non basta. Se non altro, giacché prodotto cinematografico, il film s'è guadagnato un ottimo doppiaggio, che per prodotti simili non è la norma.
Avvilente seguito del potabile Anaconda. E’ tutto già visto, ma con aggiunta di buio (che evita effetti speciali) e di una lentezza che, in un film di questo genere, è come dargli il colpo di grazia. E se si pensa che l’unica scena degna di nota (l’enorme anaconda, ripresa dall’alto, che scivola silenziosa nel fiume, passando inosservata tra i protagonisti) è copiata da Lake Placid (ripresa dall’alto del coccodrillone vicino all’esperto), non si può che stendere un velo pietoso, che copra bene anche gli attori, o presunti tali.
MEMORABILE: Il proprietario della barca ingaggia una lotta furibonda con un alligatore (mancava solo l’urlo di Tarzan…).
Avventuroso, ma di poca sostanza. Questo sedicente sequel di Anaconda non offre nulla di interessante e i soliti malcapitati inghiottiti dal simpatico animaletto strisciante non rendono interessante la visione. Bella l'ambientazione comunque. Dimenticabile.
Non so chi senta la necessità di assistere a tali gemme: eppure, di quando in quando, abbiamo la fortuna di vederle. Il film in questione ha poco su cui riflettere se non una sceneggiatura piatta, un serpentone insulso e tedioso e un protagonista palestrato che ha lasciato il segno nel fallimentare serial tv "Killer Instict". Un buon motivo per guardarlo? Onestamente non me ne sovvengono. Passare, senza remora alcuna, oltre!
Sorta di remake di un già dimenticabile b-movie nobilitato da attori di fama (come la Lopez e Jon Voight), questo secondo film dedicato ai serpentoni assassini è ambientato nel Borneo dove un gruppo di ricercatori è sulle tracce della fonte dell'eterna giovinezza. Da questa ridicola premessa parte un film altrettanto ridicolo e mal realizzato: attori mediocri, poco ritmo e sopratutto effetti speciali mal fatti e che sanno clamorosamente di falso.
Vanno nel Borneo a cercare orchidee per sfruttarle commercialmente e si trovano sfruttati gastronomicamente da anaconde giganti... Un film che fa acqua a cominciare dalla storia, piena di illogicità e incongruenze. Il resto viene da sé: luoghi comuni, clamorose pacchianate e piattezza registica (assenza di suspense). E un buio tutt'altro che evocativo che piomba proprio nel momento clou in cui i mostri dovrebbero mostrarsi... Da evitare.
Il regista di uno dei (modesti) seguiti di Halloween è costretto a barcamenarsi dietro la solita sceneggiatura copia-incollata (magari grazie al microsoftiano editore di testi, ovvero word) dal predecessore. L'esile trama và a braccetto con un budget praticamente inesistente. Il ricorso, quindi, all'uso di una fotografia con predominanza di scene buie e sfocate ha una sua finalità. Ma non sarebbe stato un reparto spfx più fornito a rendere, comunque, guardabile questo esiguo lavoro destinato direttamente al mercato home-video.
Un film diretto in modo incompetente, senza suspence alcuna e con effetti speciali davvero miseri. Il cast è quanto mai anonimo e francamente non ci interessa molto che venga sbranato o no da un serpentone (oltretutto fuoriluogo geograficamente parlando). Non addormentatevi subito, però: dopo la prima oretta potrete assistere all'apparizione dell'anaconda meno spaventosa di tutti i tempi. Finisce di volata nella mia lista personale di "bombe".
Trama non malaccio, insomma l'idea delle anaconda che si cibano di... è valida. In un panorama naturale molto suggestivo ciò che stona è il cast un pò scialbo. Le anaconde giganti sono mal realizzate quando escono dall'acqua, mentre sono suggestive quando si intravedono sotto l'acqua, appunto. Meno male di quanto pensassi.
Classico film da animale assassino in cui già dalle prime battute è facile intuire chi morirà e chi si salverà. Personaggi stereotipati fino alla nausea: il buono, la donna fifona da salvare, quella più intrepida, il solito cattivo che per soldi venderebbe anche la mamma e un paio di figuranti che servono soltanto per allungare il brodo ma che non hanno alcun ruolo all'interno della sceneggiatura. Dialoghi insopportabili, inflazione di urla e finale scontato. Peccato perché questa volta forse c'erano i mezzi per un prodotto migliore. Sprecato.
La fuffa è sempre quella, nettamente inferiore al prototipo (pure citato nel film) e i serpentoni, più che anaconde, sembrano enormi dragoni. Però Dwight Little è regista tosto e ci sa fare, non annoia e diverte realizzando un godibile adventure movie (17 anni dopo il suo Bloodstone). Non sarà il massimo dell'originalità, ma ci sono tutti gli ingredienti messi al punto giusto e il finale con pozzo zeppo di anaconde (e di orchidee) fa il suo porco effetto (e ricorda la piscina fangosa di Poltergeist). Ottima la fotografia di Stephen F. Windon.
MEMORABILE: Per far tacere il ragazzo logorroico, il nero dice: "Giuro che se parli ancora di mangiare ti voto per farti uscire dall'isola!"; il ragno paralizzante.
Nel primo film avevo deplorato l'ipergigantismo dell'anaconda, seguendo l'attuale moda spettacolarizzante dell'incremento delle dimensioni (superserpente, supersqualo, supercoccodrillo) e facendosi scudo del fatto che i serpentoni, il Megalodonte o il Deinosucus siano esistiti veramente. In questo secondo film, svanito l'effetto sorpresa, si è perduto anche quel po' di interesse. Inguardabili gli effetti speciali. Non male la regia, ma serve solo a rallantare l'inabissamento di un film pieno di buchi. **
Enorme baracconata che mostra serpentoni voraci e il solito gruppo di esploratori alla ricerca di un'orchidea. Prevedibili effettacci splatter con i rettili molto ridicoli e il cast al minimo sindacale. Ambientato in Borneo (dove gli anaconda non vi sono mai stati) e girato alle Fiji. Pessimo.
Si salvano senza dubbio le location, ma - ahimé - soltanto quelle. Il soggetto è più ridicolo della Culla della vita di Tomb Raider (e ce ne voleva), il migliore a recitare è senza dubbio la scimmietta e gli effetti speciali cono imbarazzanti. Il regista, che ne è consapevole, cerca di mostrarci i mostri il meno possibile, ottenendo però di anestetizzare lo spettatore privandolo del minimo sindacale di tensione. Completano il quadro dei dialoghi da fumetto e l'intera collezione degli stereotipi di genere. Per completisti.
Forse qualche adolescente potrebbe anche divertirsi perché il ritmo, comunque, non è malvagio. Accade sempre qualcosa e non si rischia di caracollare sulla poltrona. Però. Il prezzo da pagare non è basso: film prevedibilissimo e banale, pregno di battute mediocri e di colpi di scena ancora peggio. L'anaconda poi, più che incutere terrore, sembra un gonfiabile del Luna Park. Purtroppo non funziona nemmeno la trama che è - per essere gentili - del tutto raffazzonata.
Un gruppo di scienziati va nella giungla del Borneo alla ricerca di una misteriosa orchidea che allunga la vita, ma le gigantesche anaconde sono nei paraggi e i nostri rischiano di trasformarsi in colazione, pranzo o cena. Leggero ma comunque simpatico filmetto d'avventura dalla buona regia e la bella ambientazione. Il cast non è particolarmente brillante e le creature non sono realizzate molto bene ma, nonostante questo, non ci si annoia e per un film del genere basta e avanza. Mediocre ma non pessimo.
Tra il remake e il sequel del famoso film con la Lopez, incredibilmente questo risulta essere migliore e il regista riesce a confezionare una pellicola di avventura che, nonostante la sua prevedibilità e gli scarsi mezzi non scade totalmente nel ridicolo. Certo la sceneggiatura è da manuale "Scrivo il mio primo film" e gli effetti sono ad opera del vicino di casa, ma si è visto di peggio sugli schermi. L'assenza di nomi altisonanti nel cast permette di abbassare le aspettative, per un B-movie decente che almeno una volta si può vedere.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
*Il film è stato girato nelle isole Figi nonostante le vicende vengano collocate in Borneo; per Hollywood questo fu il primo film ad avere set e location nelle Figi. Prima dell'inizio delle riprese furono portati nelle Figi alcuni animali nati in cattività e successivamente inseriti nei vari luoghi di ripresa. Nelle isole Figi sono stati portati alcuni esemplari di anaconda, di scimmia urlatrice, di ara e di tigre.
*Il film è stato realizzato con una spesa preventiva di 25.000.000 $, riscuotendo un totale di 20.526.393 $ al botteghino.
*Il film è ambientato nel Borneo, anche se tutte le specie di anaconda (Eunectes) vivono in America meridionale.
Fonte: Wikipedia.
*Il film è conosciuto anche con il titolo di Anacondas.
Sequel solo nominale del cult di Luis Llosa. Da culto la scena in cui il dottorino belloccio(e scemo), mentre i naufraghi attraversano una palude, comincia a canticchiare la musichetta dello Squalo, dietro le spalle della bonazza di turno. Probabilmente, l'anaconda, si ricorda del motivetto, arriva, e fà "visita" al dottorino...