La squadra di Cheerleaders come l'Accademia di Danza di Suspiria? Per i fan-boy McKee e Sivertson si tratta solo di continuare a orbitare attorno al cuore pulsante dei loro affetti cinefili (vieppiú Carrie, lo Slasher ottantino, Greydon Clark) sintonizzando la radio sull'emittente più cool, videoclippando le immagini al montaggio, ravanando nella spazzatura massmediatica di youtube per andare al fondo della tamarragine. Lo si scola tutto d'un sorso All cheerleaders die, senza farsi troppe domande, come una birra con l'amico piú caro o un centrifugato servito dalla misteriosa coinquilina veg.
Sghembo, tamarro e visivamente saturo quasi da scoppiare, ricorda gli hamburger sgocciolanti pieni di salse dove i sapori sono così sovrapposti quasi da non distinguerne uno che sia uno. McKee e Sivertson fanno un film da fan nerd e per fan nerd e poco si preoccupano di come il film abbia decine di registri che si alternano come i pannelli della scala di Giacobbe: fanno benissimo, perché il film diverte il troglodita che è in noi e poco importa che il risultato sia totalmente squinternato. Troppo aperto il finale. Brutto ma non male.
Sembrerebbe il solito film con zombi cheerleader che tornano dall'oltretomba a punire i soliti teen idioti e cattivi (quasi una costante, questa rappresentazione dei giovani nei film americani...). Ad elevarne il valore sta la regia quasi perfetta del duo McKee/Sivertson che confeziona alcune scene molto ben girate: la resurrezione delle tipe con le pietre magiche, le uccisioni del teen nel caravan o di quello nel bosco). Sembra più che altro un riuscito esercizio di stile, anche se McKee continua il suo discorso sui personaggi femminili
L'idea di partenza sarebbe anche buona, ma il gruppo di cheerleader che torna dall'oltretomba per vendetta grazie alla magia nera si spegne su una sceneggiatura un po' piatta, con dialoghi banali e una tensione che via via va scemando. Non ha la forza per un horror serio, ne l'ironia di un film della Troma. Fiacco.
Inenarrabile boiata la cui visione mi ha infastidito come pochi altri film negli ultimi anni. Insopportabile in tutto e per ogni minuto di durata; dall'inizio stile college-movie della peggior specie, tirato altresì per le lunghe a dismisura, proseguendo in un accumulo disorganico di sciocchezze aggravate da uno script senza capo né coda, fino a una chiusa che fa venire da piangere. Le scene splatter lasciano impassibili e sanno di fasullo lontano un miglio, i protagonisti sono di rara antipatia; uno degli esempi più tristi dell'horror moderno.
Un cast femminile che sembra uscito da una sfilata di Victoria's Secret, l'eterna lotta fra estrogeni e testosterone, amori lesbo chic e rituali stregoneschi. Girato da una coppia di registi che conoscono bene il loro mestiere, è un film che sconvolge più per la violenza iniziale/realistica che per quella finale/orrorifica. Brave, anzi bravissime, le cinque giovani protagoniste.
Partiamo dalla fine: fa presagire un secondo capitolo che poi non è mai stato prodotto e questa è forse la notizia migliore. Teen horror dalla forma quasi ben fatta, ma che per personaggi e dialoghi scende a livello decisamente infimo, cercando di ottenere interesse mischiando un po' tutto: corpi femminili in bella vista, ammiccamenti sessuali, bullismo, magia, violenza, comicità, fino ad argomenti ben più seri. Il risultato però è veramente pessimo.
Quando alcuni bulli che fanno parte della squadra di football del college causano la morte di quattro cheerleaders, queste tornano in vita grazie alla magia ed iniziano la loro vendetta sui maschi... Amori lesbo, maschi porci e violentatori, morti viventi, vampirismo ed altro ancora, il tutto shakerato nell'ambito di uno dei soliti teen-movie USA con personaggi di terrificante antipatia. McKee ha diretto uno degli horror femmino-centrici più disturbanti degli ultimi anni, ma questo film è un pasticcio davvero difficile da digerire. C'è da sperare che non abbia il seguito minacciato.
Storia di bulli e pupe con i primi che causano la morte delle seconde che poi, grazie ad alcune pietre magiche, torneranno in vita per compiere la loro vendetta. Il film del duo McKee/Silvertson è uno slasher che per stile registico è più simile a quelli degli anni 90/primi 2000 (Scream o So cosa hai fatto) che a quelli degli 80. Pellicola divertente e leggera, ricca di trovate interessanti e soprattutto diretta bene dai due registi. Per apprezzarla appieno bisogna essere adolescenti d'età o nello spirito.
Patinato e volutamente frivolo teen-horror che inizia come una sorta di American pie con beghe tra cheerleader e rispettivi giocatori di football e scenette soft lesbo. Le cheerleader dopo un incidente vengono resuscitate come non-morte dalla goticona wicca con rito fantasy necromantico a base di pietrine colorate alla Harry Potter e inizia la vendetta; il film continua frivolo come un burlesque-horror. Regia che non si prende sul serio ma già a metà non se ne può più di tante panzane infarcite (di pietre); e il peggio deve ancora venire...
Giovani streghe che incontra Jennifer’s body ? Quel che è certo è che Lucky McKee non bada a spese quando si tratta di inseguire un citazionismo spericolato. “All cheerleaders die” è femminista e disubbidiente, un horror vampirizzato dalla commedia e volto a debellare la violenza di genere e tutto il marasma testosteronico di contorno. Cast e soundtrack palpitanti.
I due registi sembrano indecisi sul registro da prendere, sospeso com’è tra horror, commedia, vendetta post-mortem, rape & revenge e un messaggio di fondo femminista. Mortificato da alcuni pessimi dialoghi e scelte opinabili (il villain che mangia le pietre), nel complesso non sempre esalta ma a tratti è convincente e quantomeno non annoia. Recitazione altalenante, fotografia ipersatura. Finale aperto a un seguito che non è mai arrivato.
Film penalizzato da troppi elementi per poter risultare anche solo discreto. Già il fatto che si tratti di qualcosa a metà fra horror truce e teen comedy goliardica all'americana non costituisce un buon inizio, ma fosse solo questo il problema; i personaggi sono tutti antipatici o sciocchi, la trama è un minestrone che mischia maldestramente puerilità a tematiche più serie, gli effetti speciali sono brutti, la recitazioneva di conseguenza. Riassumendo, non spaventa e non diverte e dunque serve a poco. Difficile credere che il regista sia lo stesso di The woman e Old man.
MEMORABILE: "Dà un'occhiata a questo" (ultime parole famose).
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DiscussioneDaniela • 5/09/19 02:42 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Questa pellicola del 2013 è il remake del film con lo stesso titolo girato dalla stessa coppia di registi nel 2001.
In merito a quest'ultimo film, la scheda IMDB riporta la dicitura "video" e una durata di 80 minuti. Inoltre sembra che sia stato presentato solo nell'ambito del New York International Independent Film and Video Festival.