Agenzia cinematografica - Film (1993)

Filologicamente appartenente allo Grassia's style. Il cast è quello collaudato di attorucoli imbranati, vedi Alex Damiani, che le scene di sesso proprio non sa come si fanno e ragazze prese dalla strada (nel senso buon del termine). Si salvano come sempre solo Saverio Vallone (che sembra apprezzare molto le scene "calde") e Giovanna Chicco, sicuramente una delle attrici più sexy degli Anni Novanta. La trama... io direi il trauma|

Filmaccio senza pretese girato da Grassia, poliedrico regista napoletano. Nel cast spiccano per inespressività il pessimo Damiani e il mediocre Vallone, le ragazze non sono bellissime (eccetto la donna di Vallone) e si intuisce che recitare non è il loro mestiere. Trama e sceneggiatura stanno su un fazzoletto di carta. Solo per curiosi.

Della serie "se non lo vedi, non ci credi". Difatti è incredibile. Al confronto, altri pessimi film di Grassia paiono dei mezzi capolavori. Qui non c'è neppure una trama, ma soltanto una serie di noiose scene erotiche che trovano il culmine in quella filmata a insaputa delle due inaccettabili minorenni (sedicenti, non seducenti). Montaggio di Alessandro Perrella (Alex Perry).

Grassia improvvisa un altro dei suoi hard mancati girati con tre lire e suoi adepti (capeggiati da Vallone). Abbiamo: solita teoria di noiosi amplessi (dalle coreografie oltremodo enfatiche), dialoghi da crisi di caduta delle braccia, puerili musichette al sintetizzatore da piano bar di club per scambisti, vicenda tanto pretestuosa quanto negletta, sciatteria diffusa in tutti gli aspetti tecnici. Arduo divertirsi con tale opera (a meno che non si sia dei fenomenologi del trash). Cosce e poppe al vento non salvano la fatiscente baracca.

Laddove persino La puritana e gli altri erotici di Grassia avevano una trama con un minimo di senso, qui si assiste a un florilegio continuo e incredibile di cose che non tornano (ad esempio, la telecamera che non viene presa in considerazione dalla polizia). La parte thriller èintervallata dai due fotografi che ci provano con le aspiranti attrici le quali - incredibilmente - nella maggior parte dei casi ci stanno e dalle pregevoli scene lesbo tra la Barsacchi e la Chicco (che si spacciano per minorenni!), le uniche da salvare dell'intero film.

Agghiacciante e poverissima farsa senza capo né coda che parte come un giallo e prosegue con un'estenuante carrellata di goffe situazioni erotiche con aspiranti attrici. Al duo composto da Saverio Vallone (figlio del grande Raf) e dall'ex cantante melodico Alex Damiani si aggiunge uno stuolo di belle ragazze che nei sexy soft primi Anni '90 di Ninì Grassia troveranno un po' di visibilità (in primis la bella Cristina Barsacchi). Purtroppo anche sul versante pruriginoso c'è poco da stare allegri: è tutto estremamente sciatto.

Aberrante aggiunta alla nutrita filmografia di Grassia, qui alla prese con una delle sue classiche commistioni tra "thriller" ed erotico. La parte gialla che introduce la vicenda viene immediatamente dimenticata a favore di ripetute e tediose scene softcore, per tornare solo in chiusura; nel mezzo, sciocchezze assortite dove ogni regola anche solo di buon senso viene ampiamente sovvertita. Cast di habitué del regista, con un Vallone particolarmente bolso e improbabili ultratrentenni spacciate per minorenni. Sul podio dei peggiori Grassia-movies.

Chi pensa che non sia possibile fare un film senza trama e con tante scene (pseudo) erotiche, una la (quasi) fotocopia dell'altra, che a nulla servono nell'economia del narrato, dovrà ricredersi. La sceneggiatura quindi non c'è e quando prova a inserire pochi minuti di thriller, sono risate a scena aperta. Ma ciò che davvero non si crede se non lo si vede, sono le due attrici trentenni che si spacciano per sedicenni e che hanno un ruolo fondamentale negli sviluppi, si fa per dire, della pellicola. Anche il resto è incommentabile.

Aperto da un incipit che lascia sperare in un'evoluzione (speranze vane, come scopriremo a breve) thriller dell'intreccio, un susseguirsi senza sosta né soggetto di interminabili scene softcore, interpretate da un cast impresentabile e con una confezione in bilico tra lo squallore assoluto e la cialtroneria assoluta. Sulla cornice metacinematografica si può sorvolare, ma non sull'incredibile squallore degli interni, tappezzati da imperdibili croste sulla scia del brandiano "Sironi periodo pessimista". Al livello degli hard nostrani coevi.

Oggettivamente brutto (ma non bruttissimo) film di Grassia che ha perlomeno il pregio di inserire qualche elemento "thriller" in una storia che sostanzialmente non esiste, perché lo spettatore è costretto a subire interminabili amplessi girati veramente senza piglio né voglia. Il reparto femminile è composto da bellezze che non hanno nulla di più di una qualsiasi ragazza della porta accanto, mentre Vallone e Damiani recitano a livelli bassissimi. Difficile non annoiarsi di fronte a un'opera tanto sconclusionata. Almeno facesse ridere...