Spaghetti-western nella norma, senza nulla che lo faccia ricordare tranne forse un finale, sotto la pioggia, che in qualche modo lo caratterizza salvandolo dal completo anonimato. A dire il vero la particolarità sul quale si basa riguarda la natura del giovane e rissoso pistolero, la cui paternità rappresenta il segreto da mantenere fino alla drammatica conclusione: strappato dalle mani di sua madre (uccisa) a due anni durante una sanguinosa rapina, viene cresciuto dal capo (Fernando Sancho) della più classica banda di fuorilegge mentre il suo vero padre (Anthony Steffen) giura vendetta ai per lui ancora misteriosi rapitori-killer. Il ragazzo farà in tempo a crescere e a...Leggi tutto diventare a sua volta un poco di buono prima di venire a contatto (senza che nessuno dei due lo sappia) col vero padre, pistolero provetto. La vicenda si consuma tra lunghe cavalcate nel solito finto far west accompagnate dalle musiche di Francesco De Masi, tra pupe e saloon, tra pugni e sparatorie d'ordinanza. Il titolo invece, che sembrerebbe richiamare il tavolo da gioco, fa invece a sorpresa riferimento alle sette monete che Sancho getta sul vestito rosso della donna uccisa nel prologo e moglie di Johnny Ashville/Steffen: "Era un'india", dice sprezzante, "con sette monete suo marito se ne comprerà un'altra". Il regista Alberto Cardone (sotto falso nome come quasi tutti) dirige con una certa professionalità ma senza brillare, Steffen fa l'eroe vendicativo e leale protagonista di mille film simili. Poco altro da segnalare, visto che soggetto e sceneggiatura non son certo tra i più vivaci e originali del genere.
Ottimo western all'italiana con una trama veramente avvincente. Ci sono alcuni particolari che andavano un po' più curati (alcune sequenze di morte e alcuni combattimenti corpo a corpo) però nel complesso ciò che conta è che il film svolge ottimamente il suo compito ovvero quello di tenere lo spettatore col fiato sospeso fino all'epilogo finale. Sicuramente da non perdere per gli appassionati del genere.
Quasi-capolavoro del western edipico, uno dei migliori titoli della fase ascendente del genere, quella in cui se ne costruiva la mitologia. Non si ricerca infatti un'originalità particolare, ma si punta sugli archetipi giocando al meglio (con un'ispirazione che Cardone non avrà pressochè mai più in tal misura) i paesaggi, le musiche (stupende) di De Masi, e la maschera di Steffen qui più dolente che in altre occasioni. E un finale bellissimo, degno di un chambara giapponese. Da non perdere.
Più del film in sé valgono i cinque minuti conchiusivi, quando fra scrosci di pioggia a superbire il tutto entra in gioco un'ironia tragica degna d'Euripide; tolti quelli è un w.a.i. di ordinaria amministrazione, per quanto scorrevole e curato a bastanza. Ottimo Roberto Miali, bizzarro Marturano frustatore che svisa S. Conversi in una locanda messicana. Alle (belle) musiche di De Masi è concesso ampio spazio; altrettanto non vale per la dolce Annie Giss, ma alla sua venustà basta una manciata di secondi per farsi ricordare.
MEMORABILE: "Siete stato più spietato della vostra leggenda!"
Irritante. Un soggetto potenzialmente valido – gli spunti biblici e il tragico epilogo poi riproposti da Cardone in Mille dollari sul nero – annegato in una sceneggiatura stolida e masochistica, che ammassa forzature e inverosimiglianze nell’assorbimento pedissequo dei clichés del genere: basti vedere come il perdente Steffen, alla faccia della propria sete di vendetta, si prenda pugni e calci a raffica e subisca umiliazioni anche quando è lui a condurre il gioco… Sancho ripete l’ennesimo fuorilegge messicano e cede spesso la scena al giovane Miali, suo bieco figlio adottivo.
La fotografia della pellicola ad opera dello spagnolo José F. Aguayo non è per nulla male; il film invece sì, purtroppo. Segnalo solo l'incredibile e ridicola ellissi temporale di vent'anni con i protagonisti che non invecchiano per niente a parte la moglie di Sancho (rendendo la cosa ancora più ridicola).
Più curioso che riuscito, più mirato allo spettacolare che al logico (i "cattivi" ammazzano tutti tranne chi devono essere sicuri al cento per cento che sia morto...), con ellissi sorprendenti, capaci di mettere a dura prova lo spettatore.
Quando cerca di farsi epico è talora un po' ridicolo, come negli ultimi dieci minuti. L'incipit ricorda Sentieri selvaggi. Miali è poco espressivo ed anche il doppiaggio lo rende inferiore agli altri (che usano le voci di Pavese, di Nando Gazzolo, di De Angelis...). La migliore del cast è la Nusciak. Molti visi paiono un po' troppo mediterranei. Nel poker danno (incredibile) le carte a destra!
Western in chiave edipica, anche se chiamarlo così sembrerebbe volerlo innalzare troppo. Edipica perché tratta di un pistolero al quale è stata uccisa la moglie e rapito il figlio, il quale crescerà ancora più spietato di chi lo ha "adottato". E' vero che con uno scarso budget bisogna stare attenti ai tempi di realizzazione, ma alcune sparatorie sono davvero inverosimili e non riescono a catturare l'attenzione. Mediocre.
Western italo spagnolo della prima ora che porta sullo schermo una storia non banale cercando appigli biblici e mitologici. La confezione è piuttosto povera e su qualche strafalcione è difficile chiudere un occhio, ma la presenza di Sancho che rifá l'ennesimo se stesso e di Steffen piuttosto in forma garantiscono il prezzo del biglietto. Meno bene il resto del cast, con Miali troppo legnoso. Sceneggiatura povera che conduce a un prevedibile finale attraverso percorsi troppo tortuosi. Si poteva fare di meglio, e non è solo una questione di budget. Gli appassionati potrebbero gradire.
MEMORABILE: La lotta con gli uncini fra Steffen e Sancho; La scena finale, molto bella e toccante.
C'è qualcosa da salvare in questo western di Cardone e Siciliano; la fotografia, le belle musiche di De Masi, il bellissimo doppiaggio d'epoca (la voce di Nando Gazzolo nobilita molto l'interpretazione di Antony Steffen), un buon cast, alcuni buoni momenti di cinema... Purtroppo la storia e la messa in scena sono piene di incongruenze e momenti poco credibili (Steffen sventa un'aggressione su una donna senza sapere dove, come e dove siano i banditi). Il finale tanto apprezzato da molti è in realtà uno dei più deliranti, improbabili e mal congegnati di sempre.
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HomevideoGeppo • 7/11/08 19:00 Call center Davinotti - 4356 interventi
Disponibile in Germania il dvd "7 DOLLARI SUL ROSSO"
Audio: italiano e tedesco
40 minuti di Extra tutto in italiano:
Documentario FRANCESCO DE MASI
Intervista a
ANTHONY STEFFEN,
ENZO G. CASTELLARI,
LAMBERTO BAVA,
UMBERTO LENZI,
FILIPPO DE MASI ROBA DA NON CREDERE!!!!
Trailer
Durata: '96
Etichetta: Koch Media
Bellissima edizione in formato booklet cartonato
Fondamentale l'edizione segnalata da Geppo. Uscito a suo tempo anche in Giappone nella benemerita collana Macaroni (sic!) Western, ha visto tuttavia la luce anche in Italia, solo nelle edicole, nella spartana veste della collana I grandi classici del western all'italiana della Fabbri (numero 26).