Note: Titoli episodi: "Una giornata lavorativa", "Romantica", "Mamma", "Schiava d'amore", "Il mondo cammina", "Vietnam", "Et Dominus venit", "La motocicletta", "Cuore di padrone", "L'angelo dei cieli", "L'allumeuse", "Chiamate Roma 21-21".
Tour de force della Vitti mattatrice assoluta in dodici episodi, scritti dai più bei nomi della commedia all'italiana (Scola, Age & Scarpelli, Vincenzoni, Sonego) e orchestrati da Risi: ma nonostante la bravura indiscutibile dell'attrice e la fama degli autori solo di rado il film si eleva al di sopra di un dignitoso mestiere, la satira graffia pochissimo, e il tutto va assai per le lunghe. Occasione sprecata.
Una commedia ad episodi data in mano interamente alla bravissima Monica Vitti, che con la sua bravura fa quel che può. Gli episodi sono molto altalenanti: insufficiente l'ultimo, carino il breve episodio con la Vitti hostess su un aereo in piena turbolenza. Non indimenticabile, purtroppo.
Risicata sufficienza, ed è tutto merito della Vitti, bravissima, perché gli episodi sono lievi lievi, con approfondimenti minimi e con sviluppi o prevedibili o discutibili. Basterà dire che la parte che fila di più è quella iniziale, scritta da Risi, con la Vitti orchestrale: piccola cosa, episodio muto, ma almeno è in linea col tempo a disposizione. Livello del cast nettamente superiore a quello del film. Evitabile.
MEMORABILE: La Vitti apre il proprio spartito e si vede che...
Poliedriche interpretazioni della grande Vitti che forniscono forse l'unico motivo per vedere questo film ad episodi che, come genere, personalmente non mi appassiona molto (escluso I mostri). Da salvare quello con Salerno e quello, senza parole, dell'incipit. Per il resto siamo sullo scontato e poco divertente, nonostante le buone firme degli sceneggiatori.
Buona commedia all'italiana satirica a episodi anni '70. Realizzato da grandi nomi (Risi, Sonego, Age, Scarpelli, Scola...) e su misura per Monica Vitti, che interpreta magistralmente dodici figure femminili tra il grottesco, il comico e il drammatico. Lei è grandissima e splendida, ma non è male neanche il cast di contorno, con Salerno e un ottimo Carlo Giuffré. Gli episodi migliori sono "Il mondo cammina", "Cuore di padrone" e "L'allumeuse". Il più divertente è invece "L'angelo dei cieli". Consigliato. Tra il tre e il tre e mezzo.
MEMORABILE: Le interpretazioni della Vitti; Il suo "vestitino" in "La motocicletta"; Da "Vietnam": "Digli i morti!", e lei: "Mortacci tua!".
A parte qualche episodio (vedi quello dell'incipit), gli altri risultano corretti e soprattutto ben interpretati, ma piuttosto scontati, con poco sale e si intuisce fin dall'inizio la loro conclusione. La Vitti trasformista, ben affiancata dalla parte maschile, riesce a sostenere il film a episodi con la direzione, immagino non troppo difficile, di un Dino Risi nel suo standard. Forse avrebbe dovuto essere scritto per la maggior parte da donne.
Quasi una versione al femminile di Sessomatto dello stesso Risi (che qui ne anticipa la formula antologica in cui tutti gli episodi sono affidati a un'unica mattatrice) di cui purtroppo non raggiunge le stesse vette: vuoi perché la comicità, pur alludendo spesso al pecoreccio, non scioglie mai allegramente le briglie, vuoi perché la Vitti, pur non essendo certo un'attrice monodimensionale, in fondo si limita a giocare coi tic di personaggi a lei abituali senza eguagliare il trasformismo che sarà di Giannini. Comunque agile e godibile.
MEMORABILE: Le confessioni erotiche nel salotto letterario, che sembrano trarre spunto dallo scandalo dei marchesi Casati Stampa.
Non il miglior film a episodi, ma comunque un bell'insieme di ritratti e di trovate, tutti ovviamente sostenuti dalla bravura di Monica Vitti. Ce n'è per tutti, per i sindacalisti e per i padroni, per i militaristi e per i pacifisti, per gli uomini e anche per le donne. Si prendono in giro anche mostri sacri come la Fallaci oppure i generali americani in Vietnam. Godibile.
Passabile. Qualche episodio è ben riuscito (la motocicletta, la sindacalista, la coppia "moderna"), qualcun altro un po' meno (noiosissimo il primo sul traghetto, tremendo quello a Napoli). Ottima come sempre l'interpretazione di Monica Vitti, buona la regia, ambientazioni talvolta lussuose, talvolta più modeste. Non eccezionale, ma resta un buon film da riscoprire.
Film a vari episodi come tanti che andavano di moda all'epoca, ma tutti ben presenziati da una splendida Vitti che non delude mai. Alcuni più brevi o meno brillanti, ma tutti in grado di mostrare uno spaccato tragicomico della società di allora dal punto di vista femminile. La forza che trascina il tutto è concentrata nel magistrale talento della protagonista, istrionica e sensuale in ogni ruolo interpretato. Carrellata di sentimenti e tratti salienti della mutevolezza e potenzialità di una donna, in parte vittima di uno scenario arretrato in parte ribelle sopra ogni limite. Gustoso.
[+e] Dino Risi HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
* L'episodio iniziale è la trasposizione cinematografica pressochè esatta della strip umoristica che ispirò a Hitchcock la celebre sequenza del concerto in L'uomo che sapeva troppo versione Stewart/Day! La descrizione della strip si può leggere nella ben nota (e magnifica) intervista di Truffaut al vecchio Hitch.
* In uno degli episodi del film (il cui sceneggiatore è accreditato come "Anonimo"!) è palesemente parodiata Oriana Fallaci, nella sua prediletta veste di reporter di guerra.
Ho notato una certa somiglianza tra l'episodio "Cuore di padrone" e il film di Luciano Salce, uscito un anno dopo, Il sindacalista con Lando Buzzanca...
Quest'ultimo influenzato anche dal successo de La classe operaia va in paradiso di Elio Petri con un memorabile Volonté, mentre il film di Risi uscì al cinema solamente una decina di giorno dopo la pellicola di Petri.
CuriositàZender • 20/04/16 14:25 Capo scrivano - 49189 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film, con invito a non esagerare con le risate...
DiscussioneLodger • 3/04/18 14:15 Pulizia ai piani - 1602 interventi
Io invece ho avuto un déjà-vu guardando il primo episodio, Una giornata lavorativa, dove Monica Vitti si sveglia, prende l'autobus, suona i piatti in un'orchestra e torna a casa.
Nel libro "Il cinema secondo Hitchcock", parlando de L'uomo che sapeva troppo, Hitchcock dice che per la famosa scena dei piatti si è ispirato ad un fumetto che ha appunto la stessa trama di "Una giornata lavorativa":
François Truffaut: Ma mi permetta di riassumere l’episodio per rinfrescarci la memoria. Le spie hanno dunque deciso di uccidere questo diplomatico straniero durante un concerto all’Albert Hall. L’assassino dovrà sparare durante l’esecuzione della cantata, nel momento in cui sarà dato l’unico colpo di cembali previsto dalla partitura. Hanno «provato» l’attentato a freddo ascoltando più volte la cantata da un grammofono.
Dunque il concerto incomincia, tutti i personaggi sono al loro posto e noi attendiamo con angoscia crescente il momento in cui il cembalista, impassibile, userà il suo strumento.
Alfred Hitchcock: L’idea del colpo di cembali mi è stata suggerita da un disegno umoristico, o meglio da una serie di disegnini che occupavano quattro pagine di una rivista del tipo di «Punch». Mostravano un uomo che si sveglia. Si alza da letto, va in bagno, fa i gargarismi, si rade, fa una doccia, si veste e fa colazione. Tutto questo in diverse vignette. Poi si mette il cappello, il cappotto, prende una piccola custodia di cuoio per uno strumento musicale ed esce in strada, sale sull’autobus, entra in città e arriva all’Albert Hall. Entra nell’ingresso riservato agli artisti, si toglie il cappello, il cappotto, apre la custodia e tira fuori un piccolo flauto; raggiunge gli altri musicisti e insieme a loro va verso il podio. Si accordano gli strumenti, il nostro uomo si siede al suo posto. Arriva il direttore d’orchestra, dà il segnale e inizia la grande sinfonia. L’omino è seduto qui, aspetta, volta le pagine. Finalmente si alza dalla sedia, prende lo strumento, l’avvicina alla bocca e, a un certo segnale del direttore d’orchestra, soffia una nota nel flauto: «bloop». Poi ripone lo strumento, lascia discretamente l’orchestra, riprende il cappello, il cappotto, esce in strada. Fa buio. Prende l’autobus, arriva a casa, cena, va in camera, entra in bagno, fa i gargarismi, si mette il pigiama, va a letto e spegne la luce.
Ecco l'indecoroso prodotto LEGOCART: DVD: 5
MASTER: Pessimo (praticamente una VHS riversata con ulteriore problema di interlacciamento)
FORMATO: 4:3 (terribilmente tagliato ai lati)
AUDIO: Italiano Mono (non proprio limpido)
SOTTOTITOLI: No
DURATA: 1h:39:04
EXTRA: No
Fotogramma scattato a 54m:44s
Ma ecco che arrivano in soccorso i francesi, con un buon DVD edito dalla "Studio Canal" (audio italiano e sottotitoli francesi).
Di seguito un link con alcuni screen della copia e ulteriori dati tecnici:
http://cinema.jeuxactu.com/test-dvd-zone-2-moi-la-femme-3581.htm