Adesso il film ha diritto al giudizio della commissione di appello, previa specifica richiesta che costa solo 29 euro.
Se anche la seconda Commissione esprime parere negativo al rilascio del nulla osta, allora Picchio può fare ricorso al T.A.R. del Lazio, anche se sarebbe tempo perso.
In seguito il film può comunque essere ripresentato in censura in un'altra edizione rititolata, come ha scritto correttamente Buono Legnani.
Gugly • 17/11/12 12:29 Archivista in seconda - 4712 interventi
A.d.r., che nick particolare, mi sa di escussione testimoniale...collega? ;-)
B. Legnani ebbe a dire: [b] se lo bocciano un'altra volta, il film non può più essere riproposto con quel titolo. Devi girare altre scene (aggiuntive e/o sostitutive)
la qual cosa è irrealizzabile, significherebbe radunare ex novo parzialmente o per intero il cast e spendere un discreto numero di tempo energie e soldi, è qualcosa che un giovane autore autofinanziatosi con difficoltà non può permettersi. cosa questa, che lorsignoria censoria sa sicuramente molto bene.
Non è necessario, basta tagliare un numero consistente di scene e mutare il titolo per classificarsi come nuova edizione.
C'è molta confusione in materia di censura a quanto vedo...
A.d.r. ebbe a dire: Non è necessario, basta tagliare un numero consistente di scene e mutare il titolo per classificarsi come nuova edizione.
C'è molta confusione in materia di censura a quanto vedo...
Milano nera è l'esempio più calzante: in quel caso la nuova edizione passata in censura aveva solo qualche taglio di fotografico e sostituzione di battute considerate turpiloquio.
A.d.r. ebbe a dire: Sul tema ho scritto un libro con Roberto Curti dal titolo Visioni proibite, che uscirá il prossimo anno per Lindau, non so se in volume unico o in due volumi distinti perché sono 1000 pagine. Vi terrò informati, se vi interessa.
Certamente interesserà.
L'importante è che indichiate la maniera in cui reperire quam celerrime tali visioni :D
Altrimenti non si potrà testare con mano la veridicità di quanto scritto (a me è capitato quando schedai i Folli piaceri delle porno prigioniere...)
A.d.r. ebbe a dire: Non è necessario, basta tagliare un numero consistente di scene e mutare il titolo per classificarsi come nuova edizione.
C'è molta confusione in materia di censura a quanto vedo...
intendo anche dire che non credo che Picchio sia granché disposto a concedere tagli, a meno che non si possa ancora infinocchiare una commissione censoria con l'old trick della doppia edizione che fa tutti fessi e contenti (leggasi: io ti presento l'edizione rimaneggiata, e una volta ottenuto il visto ripresento quella primigenia). i tagli, anche se di pochi minuti o secondi, sono comunque ore, giorni, settimane di lavoro sacrificate.
peraltro l'autore ha altrove dichiarato che in marche da bollo per la prima richiesta gli partirono ben altro che modici 29 euro...
I 29 euro si pagano per l'appello, non ho mai citato la prima domanda.
Sono comunque più che convinto che la Commissione di II grado approverebbe il film semplicemente con v.m. 18, ma se così non fosse Picchio può tranquillamente uscire in h.v e cavalcare il clamore, e in seguito, scemato questo, ritornare in censura con un'edizione tagliata del film per ottenere un visto che gli servirà per vendere l'opere alle televisioni (Horror Channel e simili).
Sì, e ci sono le schede di tutti i film respinti dal dopoguerra a oggi, comprensive di modifiche apportate ai film e segnalazioni homevideo.
Il problema è che un volume unico di mille pagine comporterebbe un prezzo oggettivamente un po' altino (50 - 60 euro), quindi stiamo considerando l'ipotesi di spezzarlo in due parti distinte.
B. Legnani • 17/11/12 20:43 Pianificazione e progetti - 15233 interventi
A.d.r. ebbe a dire: Sì, e ci sono le schede di tutti i film respinti dal dopoguerra a oggi, comprensive di modifiche apportate ai film e segnalazioni homevideo.
Il più divertente è quello sulle Olimpiadi...
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Gugly, che è avvocato, anziché dedurre "Alessio Di Rocco", per me ha inteso "A Domanda Risponde".... Un po' come quando io, neolaureato in Legge, pensai che in azienda il PM (Product Manager), posse il Pubblico Ministero.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/08/13
Miguel
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