Buiomega71 • 23/06/18 10:00
Consigliere - 27111 interventiPicchio picchia duro, dove fa più male.
Piccola gemma cupa e feroce, angosciosa e crudele, misto tra
Non violentate Jennifer (con il villipendio del corpo femminile che tiene via metà film) e i templari ciechi ossoriani, alle derive di
Salò (Francesco Malcom è un riflesso dei signorotti pasoliniani/sadiani, che ciancia di caos senza freni, per poi proiettarsi in una grottesca pantomina del BDSM più estremo, tra topolini infilati lì e gocce di acido centellinate sul corpo femminile da violare, donne martoriate e
Il boia scarlatto che sovrasta a schermo gigante-cosa divora, poi, il topolino nella teca? Un pezzo di carne esportato dalle intimità della povera sacrificale?-
Metti le pattine)
Picchio guarda al massacro del Circeo , con i giovanotti della Roma bene che si accaniscono su due ragazze romene considerate spazzatura (uno dei tre ha il ghigno beffardo, torvo e crudele proprio di un Angelo Izzo), tra fellatio costrette con la forza, bestiali pestaggi , belluine sodomizzazioni (anche con un paio di forbici), totale disprezzo per il corpo femminile , tra sputi e sperma rigettato.
E se la parte "rape" ha momenti quasi insostenibili (più per i calci in pancia e il bloccasterzo per dare fine alla festa di inumana efferatezza, nonchè per la suoneria del cellulare che fa da snervante "colonna sonora" al banchetto del massacro)da apparentarlo all'agonia sadica che pativa Rosario Dawson in
Extrema (stesso modus operandi, invito a cena romantico dal belloccio ricco di turno che sbrocca in ferina bestialità misogina), non e da meno quando i gladiatori , in un'atmosfera spettrale e incubotica, cominciano a menar strage, non risparmiando niente e nessuno (fino all'allucinata chiusa finale , sotto il sole, dal sapore cristologico/martirico, che lo fa sembrare un folle e selvaggio post-atomico) crocifiggendo in una blasfema rappresentazione del Golgota, spaccando teste, strappando la carne (o viceversa), inchiodando , deponendo le teste mozzate su deodatiani pali accuminati, schizzando il loro tributo di sangue sulla statua della Dea Nemesi, in una ritualità della morte che non fa differenza alcuna tra vittime e carnefici, con mastro Stivaletti che si sbizzarisce come ai bei tempi di
Dèmoni
Già dal filmino amatoriale iniziale (che ricorda
Sinister), tra schifosi zii pedofili e palle baviane, alle bellissime tavole animate sui titoli di testa, che sottolineano la ferocia inaudita dei gladiatori (non sono esenti, dai loro massacri, donne e bambini), con il possente score di Riccardo Fassone a fare da cassa di risonanza.
Cantando, in macchina,
Felicità (come i ragazzi di
Amore Tossico intonavano
Per Elisa, o George Eastman, nei cani arrabbiati baviani,
Emozioni), l'extracomunitario visto come il capro espiatorio o la vittima da immortalare sull'altare del sadismo (le ragazze sono romene, in disco un marocchino le molestava, tanto daranno la colpa a un negro, come l'altra volta, il dare fuoco ai barboni-che non era solo una battuta-), il romanaccio biascicato di uno dei tre aguzzini, le ragazze (soprattutto la Giorgetti) nuda, sporca di sangue e di terra, tremolante e claudicante, è l'esatta copia della Jennifer martoriata e abusata, non di meno la D'Andrea, che diventa una specie di guerriera in stile
The Descent (per questo respingo fermamente ogni accusa di misoginia mossa al film) risultando la più tosta tra le prede dei gladiatori.
Picchio non ha paura di sporcarsi le mani (e so quanto ha sofferto per portare a termine il suo film) ibrida rape & revenge con lo slasher, stocca nella violenza più brutale con lampi splatter tostissimi, sceglie un unica location che trasuda disagio e alienazione, dà ai sui gladiatori un look mortifero degno di nota, con le soggettive al calore stile
Predator (l'issazione della croce è un gran bel pezzo di cinema) e non ha pietà per nessuno (nemmeno per Britney Spears)
Bravissimi i giovani attori (dai tre depravati e lascivi carnefici del branco, alle due ragazze, fino a Malcom, dandy all'
American Psycho filosofeggiande e "raffinato" metteur en scène degli scritti sadiani)
Regista di potenzialità abnormi (il budget risicato è impercettibile), Picchio si segnala come portabandiera di un cinema poco accomodante e che tira assestati pugni allo stomaco, degno erede del cinema deodatiano più viscerale.
Piccola gemma necrofora da custodire gelosamente.
Succhiami il cazzo! Ho detto succhiami il cazzo...troia!
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/08/13
Miguel
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