Discussioni su Io e mia sorella - Film (1987)

DISCUSSIONE GENERALE

  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Samuel1979 • 27/08/12 22:27
    Addetto riparazione hardware - 4161 interventi
    Nei panni del viceconsole Ungherese c'è l'attore Ermanno De Biagi
  • Zender • 3/03/16 07:51
    Capo scrivano - 47726 interventi
    La hall evitiamo. Se ce n'è un'altra del Gellert dall'esterno va bene, ma al massimo una.
  • Lucius • 3/03/16 08:16
    Scrivano - 9063 interventi
    Ok.
  • Ruber • 3/03/16 17:02
    Formatore stagisti - 9242 interventi
    L'unica volta che si vede il Gellert Hotel e quella dello screen in verificate, poi non si vede più, quindi direi che va bene quello che ce.
  • Zender • 4/03/16 16:11
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Il fatto è che il particolare del film si vede proprio male Lucius, completamente coperto dal semaforo. Fosse l'altra entrata la location avrebbe un senso, ma così... E' proprio la parte che peggio si vede, nella foto...
  • Lucius • 5/03/16 10:44
    Scrivano - 9063 interventi
    Ok, ma pensavo preferissi una foto in loco (comunque per il palazzo era perfetta) ad una foto così sgranata.No problem.
  • Zender • 5/03/16 11:19
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Se prendesse la parte esatta sì, certo, il problema è che la parte esatta è praticamente un semaforo.
  • Mauro • 16/03/17 14:39
    Disoccupato - 11927 interventi
    Posto qui un ricordo su questo film postato da Carlo Verdone sul suo profilo fb

    IO E MIA SORELLA fu un film di grande svolta nella mia carriera.

    Abbandonai Roma e abbandonai le caratterizzazioni per girare una commedia più a largo respiro ed europea.
    Il film non uscì in sala all'estero ma ebbe un'enorme vendita televisiva in tutta Europa: Austria, Germania, Svizzera e Russia lo programmarono con frequenza.

    Volli accanto a me Ornella Muti perché ne volevo esaltare l'aspetto della ragazza non più "fatale", ma quella della porta accanto: girò il film senza trucco e riuscì perfettamente ad essere se stessa.

    Non tutti sanno che la Muti firmò il contratto con gioia, ma solo dopo averlo firmato ci disse che era al quinto mese di gravidanza e che nelle riprese sarebbe entrata nel sesto.
    Ci fu il panico!
    "Ma questa ce partorisce sul set!" dissi a Mario Cecchi Gori con le mani nei capelli.
    Con incoscienza decidemmo di girare, il costumista Luca Sabatelli e il direttore della fotografia Danilo Desideri fecero miracoli per nascondere una gravidanza che cominciava ad apparire, e arrivammo pelo pelo alla fine delle riprese con qualche doglia che cominciava a manifestarsi.

    A Brighton, dove girammo la parte finale del film, avevamo tutti l'esaurimento nervoso.
    L' ultimo giorno, di notte, la Muti ebbe forti dolori che poi passarono, per cui decidemmo di fare in fretta l'ultima scena da girare a Brighton, quella in cui scopro che mia sorella aveva una terza relazione con uno squinternato chitarrista inglese, e per quella parte prendemmo un vero chitarrista di un gruppo rock.
    Quella mattina eravamo tutti pronti col pullman per andare sul set ... ma mancava il chitarrista !

    La Muti poteva partorire da un momento all'altro e il chitarrista non si trovava, dall'organizzatore Piero Lazzari partirono imprecazioni di una volgarità senza limite .
    "Tu vedrai se sto str....o non ce fa' salta' il film !" .... e alla fine si decise ad andare nell'hotel dove alloggiava: fu trovato rincojonito da birre, altri alcolici e probabilmente hashish.
    A calci nel sedere, come un miserabile, fu portato verso il pullman dove io e la Muti già vedevamo il disastro davanti a noi.
    Come entra barcollante nel nostro bus, per andare a girare la scena in una casa nella zona di Eastbourne, l'organizzatore Piero Lazzari lo prese a sberle in faccia.
    "No, no! Ah Piero... gli lasci i segni ! Questo deve gira' !! " gli urlo.
    Ma Lazzari era una furia e ci andò pesante: " A stro..o, o fai er cinema o te droghi. M'hai capito?"

    Ma quello non capiva nulla perché non parlava una parola d' italiano.
    Poi indiavolato lo prese per il collo e gli urlò: " Io te faccio paga' i danni, a menestrello de sto caxxo !"

    Neanche finì l' insulto che il chitarrista ebbe un violento conato e vomitò su Lazzari e sul mio aiuto Roberto Giandalia, che fu inondato sul collo!
    Lazzari e Giandalia sparando parolacce e qualche bestemmia si tolsero golf, camicia e canotta per lo schifo. E mentre l'inglese crollava sul sedile completamente assente e rimbambito dagli stravizi della nottata precedente, fu ripreso a sberle non solo dall'organizzatore ma pure dall'aiuto regista.
    Sul set ci fu bisogno di un chilo di cerone per coprire un viso chiazzato dagli schiaffi pesanti.
    Quella scena fu girata poi con una velocità sorprendente per paura delle doglie della Muti: mai fui così in agitazione per un film che, fino a quel momento, mi sembrava un gioiellino.
    Ma la fortuna mi aiutò, e alla fine realizzai un bel film che presagiva un passo ancora più importante: "Compagni di Scuola".

    La storia si svolge tra Spoleto, Budapest e Brighton.
    La foto che vedete fu scattata sulla ringhiera del Danubio, accanto al Ponte Gellert a Budapest.

    Buona giornata a tutti.

    Carlo Verdone

    ps: ringrazio l'amico Daniel che ha la madre di Budapest e mi corregge.
    Il Ponte si chiama Ponte della Libertà ed è di fronte all'hotel Gellert, molti italiani lo chiamavano inappropriatamente così.
    È un ponte di ferro verde scuro imponente, bellissimo.

    Grazie per la giusta precisazione.

    Carlo Verdone
  • Pessoa • 21/02/22 22:21
    Formatore stagisti - 417 interventi
    Appena rivista la scena dal giudice in Ungheria. Il "duello" di Verdone con  la lampada è uno dei momenti più esilaranti del cinema italiano (almeno secondo me). Conosco la scena a memoria eppure ogni volta che la guardo ho le convulsioni dal ridere. Riuscirebbe a dare il buonumore a chiunque, una specie di medicamento naturale contro la tristezza.
    Sono cose che riescono solo ai grandi attori.