Gestarsh99 • 18/08/11 16:49
Scrivano - 21542 interventi Gualtiero Jacopetti, tra Dolce vita e "Mondo cane"
Giornalista e regista, è morto ieri a Roma. Aveva 91 anni. Nei primi anni 60 creò un genere documentario che scandalizzò l'Italia e lo rese famoso in tutto il mondo. Non ci saranno funerali, sarà sepolto accanto alla compagna Belinda Lee.
(di
Rita Celi)
"Clamorosi scandali e fama internazionale hanno segnato la vita e la carriera di
Gualtiero Jacopetti, morto ieri nella sua casa a Roma a 91 anni. È stato uno dei protagonisti della Dolce vita e ha segnato quell'epoca con
Mondo cane, documetario di forte impatto realizzato fra il 1960 e il 1962 con
Paolo Cavara e
Franco Prosperi, capostipite del filone cinematografico che prese il nome di "Mondo movie". Giornalista d'assalto, detenuto in carcere, protagonista di polemiche e processi, cacciatore di donne e sedotto dalle donne, era nato a Barga, in provincia di Lucca, il 4 settembre 1919. Occhi azzurrissimi, capelli neri, sorriso beffardo, si era fatto largo da solo nel mondo dell'informazione e del cinema, e fu lui a ispirare Federico Fellini per il personaggio di Marcello, cronista cinico e timido di
La dolce vita.
Si è sempre definito "LIBERALE E ANTICOMUNISTA", venerava il suo primo direttore di giornale,
Indro Montanelli, che considerava il suo maestro di giornalismo: lo conobbe subito dopo la guerra, che aveva vissuto da volontario e poi da partigiano, ma sempre onesto nel dichiarare la grande fascinazione che su di lui aveva avuto il mito del Duce. Alla vigilia delle elezioni del '48 diede vita a un movimento anticomunista, quindi partì da clandestino per l'Austria e lì cominciò la sua carriera di reporter, inviato speciale ante litteram.
Appassionato di viaggi e sempre alla ricerca delle sfide estreme, è andato più volte in Africa, ha conosciuto la prigione (condannato per lo stupro, sempre negato, di una minorenne che poi sposò). Accanto al mestiere di giornalista ha iniziato a frequentare il cinema interpretando il ruolo di un avvocato in Un giorno in Pretura di Steno ma soprattutto collaborando alla sceneggiatura di
Europa di notte (1959) di
Alessandro Blasetti, considerato un precursore del genere che inaugurò pochi anni dopo.
Dopo un'intervista al Negus d'Etiopia venduta alla Settimana Incom, si è dedicato ai reportage a effetto. Insieme all'amico
Carlo Prosperi convinse il commendatore
Rizzoli a produrre il suo primo film di montaggio:
Mondo cane fece il giro del mondo, generando clamorosi incassi e dure polemiche. Il film era una rassegna internazionale di usanze esotiche, bizzarre e crudeli che proponeva immagini realizzate dal vero, il tutto condito da un commento senza alcuna moralismo e accompagnato da una colonna sonora dove spiccava Ti guarderò nel cuore (More in inglese) firmata da
Riz Ortolani e
Nino Oliviero che ottenne una nomination agli Oscar.
Sull'onda del successo nel 1963
Jacopetti realizzò, sempre in coppia con l'amico
Franco Prosperi,
Mondo Cane 2, più ironico e meno violento del precedente (il testo del trailer è interamente in rima), dove ampio spazio era dedicato a usi e costumi peculiari di Abruzzo, Campania e Lazio, con esiti che lo stesso
Jacopetti giudicò insoddisfacenti.
Quello di
Jacopetti è un genere di cinema documentario soggettivo e provocatorio che resta per sempre legato al suo nome: immagini a sensazione, punto di vista cinico e anticonvenzionale, indifferenza ai modelli etici della chiesa e del comunismo, individualismo ostentato e aggressivo. Con la stessa ricetta realizzò
La donna nel mondo (con
Paolo Cavara), sulla condizione femminile in vari paesi, e poi, fra il 1965 e il 1966, ancora con
Prosperi, girò
Africa addio, impietosa analisi degli affetti della decolonizzazione con drammatiche immagini sul selvaggio sfruttamento della fauna africana e sull'inadeguatezza delle popolazioni indigene a autogovernarsi. Anche questo film venne duramente stigmatizzato dalla critica, che accusò il film di razzismo e gli autori di comportamenti sconsiderati.
Nel 1971 i due registi realizzarono
Addio zio Tom, beffarda indagine sulla schiavitù negli Stati Uniti dell'Ottocento. Curiosamente il film si apriva con le immagini di due giornalisti che scendono da un elicottero proveniente dal futuro per un reportage sul commercio degli schiavi.
La vita privata di
Jacopetti fu altrettanto tumultuosa: lasciata la prima moglie si fidanzò, per la gioia dei paparazzi, con l'attrice
Belinda Lee che morì nel 1961 in un terribile incidente d'auto. In seguito rimase a lungo dipendente dalle droghe, mise al mondo una figlia adorata. L'ultimo dei film appartenenti al modello originale fu
Mondo Candido (1971) trasposizione in chiave moderna del "Candido" di
Voltaire, lavoro visionario e ironico che non ebbe nessuna fortuna di pubblico e di critica.
All'estero i suoi documentari sono diventati un cult: gli U2, ad esempio, nel corso del loro tour mondiale Zoo Tv del 1992-1993 hanno proiettato su megaschermi spezzoni tratti dai suoi film e nel 2010 il cantante americano
Mike Patton ha pubblicato un album di cover italiane anni 60 intitolato Mondo Cane. In Francia nel 2006 è uscita un'intervista sulla realizzazione delle sue opere contenuta nel cofanetto dvd Mondo Cane. L'ultima pubblicazione risale al dicembre 2010: Mondo Cane Addio - Un delirio su
Gualtiero Jacopetti di
Marcello Bussi, un testo in cui si intersecano una parte fiction, in cui si dimostra l'impossibilità di girare
Mondo Cane al giorno d'oggi, e una parte in cui si illustrano vita, pensieri e opere di
Gualtiero Jacopetti.
Il corpo di
Gualtiero Jacopetti sarà cremato nei prossimi giorni a Roma e i funerali non avranno luogo, rispettando le ultime volontà del regista, che aveva chiesto espressamente che non venissero celebrate esequie. Sarà seppellito nel cimitero degli inglesi a Roma accanto a
Belinda Lee.
(18-08-2011)"
da Trovacinema.repubblica.it
Per quanto mi riguarda posso solo togliermi il cappello ed inchinarmi dinanzi ad un autore tra i più rivoluzionari e scandalosi del Cinema italiano, al pari di
Pasolini,
Bene,
Deodato,
Cavallone e
Pier Giuseppe Murgia; un regista per anni ed anni ostracizzato dalla gretta e bacchettona intellighenzia critica ideologizzata.
Gualtiero era un combattente, un fiero ribelle jungeriano e durante la sua carriera di cineasta non si è mai piegato ai trend o alle facili derive accomodanti del "socially & politically correct".
Nessun ossequio alla ciurma maggioritaria dei filmaker con la tessera di partito, solo strenua abnegazione ai suoi ideali coraggiosi e controcorrente.
Non so se mancherai a tutti, non so nemmeno se i più si prenderanno la briga di osservare le tue opere senza pregiudizi o preclusioni di barricata, l'unica cosa certa che posso dirti è che per quanti ti hanno apprezzato rimarrai in eterno uno dei più scomodi ed incompresi maestri della nostra Settima Arte.
Ciao Gualtiero.
Il Gobbo, Bubobubo
Gestarsh99, Ford
Deepred89, Markus
B. Legnani, Fabbiu, Mdmaster, Jurgen77, Ronax, Noodles, Giùan, Marcel M.J. Davinotti jr.
Disorder
Pinhead80
Reeves