Buiomega71 • 9/10/18 21:05
Consigliere - 27126 interventiUn giorno Jane Fonda ricevette una missiva che lesse e poi buttò nel cestino. Vadim, allora erano sposati e vivevano insieme in una lussuosa dimora a Saint Ouen-Marchefroid, chiese alla Fonda di cosa si trattava.
La Fonda disse che era la lettera di un produttore italiano (Dino de Laurentiis) che proponeva alla Fonda il ruolo di un'eroina dei fumetti dopo il rifiuto di Sophia Loren e Brigitte Bardot. Vadim raccolse la lettera dal cestino e disse alla Fonda che le sembrava un'idea straordinaria e dopo il successo de
La calda preda, Vadim sognava di realizzare, guarda caso, un fantasy sullo stile di
Flash Gordon che lo aveva sempre affascinato.
Dopo le prime titubanze della Fonda (
Un'eroina dei fumetti con una tutina spaziale? Vuoi scherzare?), Vadim telefonò a de Laurentiis dicendogli che si offriva di dirigere il film solo se la Fonda avesse accettato di far parte del progetto.
La Fonda aveva già rifiutato il ruolo del
Dottor Zivago (poi andato a Julie Christie) solo perché non voleva passare sette mesi in Spagna. Ma il "no" a David Lean le bruciava ancora.
Nell'agosto del 1967 Vadim, negli studi romani di de Laurentiis, diede il primo colpo di manovella a
Barbarella.
Durante la lavorazione la
Fonda era spesso in imbarazzo quando doveva girare le scene "erotiche"; non per pudore ma perché si sentiva "goffa" e inadeguata al ruolo; oltrettutto soffrì quando le fecero indossare un corpetto d'acciaio per essere sospesa dieci metri al di sopra del set mediante un braccio metallico.
Girare
Barbarella, per Vadim, fu molto faticoso, con gran dispendio di energie, essendo il set più costoso sul quale avesse mai lavorato, ma ci mise tutto l'impegno e la passione (così come la Fonda).
Finita l'ultima sequenza di
Barbarella, si recò in Bretagna (con la Fonda) per girare l'episodio di
Tre passi nel delirio,
Mezergenstein
Sarà stata l'atmosfera, quel set magico, il fantasma di Edgar Allan Poe, il paesaggio, l'atmosfera da "family" sessantottina che si respirava sul set (complice anche Peter Fonda), la Fonda che le avrebbe dato di lì a poco sua figlia Vanessa, ma per Vadim è la sua opera che gli è rimasta più nel cuore.
Fonte: Roger Vadim-Bardot, Deneuve, Fonda. Tre donne tre incontri, tre amori. Rizzoli edizioni 1986. Pagina 240-241-246
Buiomega71
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