BFF - Best Friends Forever - Film (2025)

Stramba commedia dai toni grotteschi che affianca due valide attrici come Ambra Angiolini e Anna Ferzetti: impersonano due amiche di lunga data abituate a un rapporto franco, spregiudicato, spesso conflittuale che tuttavia le vede comunque ciclicamente riavvicinarsi al punto da stringersi l'una all'altra in un lungo abbraccio distensivo. Sono Anna (Ferzetti), direttrice e organizzatrice di eventi, e Virginia (Angiolini), sponsor manager degli stessi, che all'ennesimo vernissage si ritrovano annoiate a fare vuote considerazioni sui presenti. Fino a quando non compare come calato dal cielo (inquadrato dal basso in alto, visto che sta su un piano superiore) un chirurgo dall'apparenza quasi...Leggi tutto perfetta, Diego (Poggio).

Le due si sfidano apertamente per vedere chi riuscirà a portarsi a letto il fascinoso visitatore e Anna è la prima a rivolgerglisi senza porre tempo in mezzo: "Da me o da te?". Lui ci sa fare, per quanto possa sembrare a tratti un po' ingenuo, scherza con entrambe e alla fine sceglie Anna, ma non subito. Capisce il non comune rapporto tra le due, che sembrano comunque non considerare centrale la figura di quel bel chirurgo entrato in modo tanto prorompente nelle loro vite. E non ci mette molto, il film, per evidenziare la bizzarra impostazione sul quale si regge, con interminabili frecciatine tra le protagoniste che mettono in luce la bravura soprattutto della Ferzetti, indubbiamente centrata per un ruolo simile: esibisce una gamma espressiva invidiabile e una naturalezza nella recitazione, anche in un ruolo al confine con la macchietta, che le permette di guadagnarsi la palma della migliore in scena.

Risoluta, altezzosa, cinica, beffarda, Anna sembra sempre condurre il gioco ma ha fatto i conti senza l'oste; perché Virginia è tosta, a tratti persino di più, e non accetta di farsi mettere da parte da quella nuova coppia. Passa al contrattacco e le scorrettezze si sprecano, gli insulti a denti stretti pure, mentre tra le figure di secondo piano l'unica che acquista un minimo di tridimensionalità è il parroco di Sergio Leonardi, per quanto utilizzato in modo piuttosto becero. Ci sarebbe pure il padre (Dapporto) di Anna, ma si vede troppo poco e senza incidere particolarmente.

Il movimento lo dà la conduzione registica di Pavanelli, che taglia e cuce senza curarsi troppo di frantumare il naturale percorso logico della vicenda (ma evitandoci per una volta inutili flashback) e infischiandosene di apparire eccentricamente bizzarro. Anche perché è in fondo questa la forza del film, che si distingue dalla media per l'approccio scostante, che punta a divertire non attraverso le classiche battute ma per il comportamento imprevedibile e spumeggiante delle due protagoniste, lasciando a Poggio il ruolo di vittima predestinata delle loro vendette incrociate in un gioco delle parti votato all'eccesso, rispecchiato dalla solita fotografia ipersatura, dai colori carichissimi tipica di certi prodotti streaming. A tratti simpatico, magari persino genialoide, ma nel complesso sembra lasciare il tempo che trova, velleitario esperimento cui mancano le basi vere su cui costruire...

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