V/H/S/Beyond - Film (2024)

V/H/X. La cosmopoiesi come reinvenzione di tutte le icone e i miti possibili: zombi, meteore, la cicogna portabambini (Downey sfida ogni manutenzione idraulica sfondando le tubature splatter), il musicarello bollywoodiano e il witchcrafting (anche Pal si spertica in livelli di bodycrushing pinnacolari), Emmerich Spielberg Miller tra paracadutisti (Martinez originalissimo e forsennatissimo), l'oltranzismo animalista oltre Good boy, l'artaudiano design interno di un ufo e l'arty-abduction, il paranormal snuff. Tanta acchiappanza ed esultanza. Più che un franchise, è ormai un chemsex.

Nonostante una cornice narrativa troppo verbosa e poco lineare, i cinque segmenti che compongono l’opera si distinguono per ricerca visiva, irruenza splatter e per il loro approccio tanto vicino all'orrore fisico quanto a quello sociale. Disturbante e malsano Jordan Downey con il suo “Stork”; cosmico, etereo, quasi ultraterreno “Stowaway" di Kate Siegel. Complici gli accurati e sorprendenti SPFX.