Molto interessante anche perché, tolti alcuni momenti, la retorica non è troppa e si dà un ritratto realistico alle cose (basti pensare all’incontro di Teano, assai freddo). Garibaldi è Renzo Ricci (dava la voce al Cristo dal secondo Don Camillo in poi, ma qui è doppiato da Cigoli), Stoppa è Bixio, Dottesio è Crispi. Devo dire che colpisce veder battagliare garibaldini italiani da una parte e napoletani dall’altra. Stupende le scene nella reggia borbonica, rappresentazione di uno dei tanti regimi che crollano.
MEMORABILE: Oltre all'addio di Franceschiello, la battaglia di Calatafimi.
Credevo di assistere al classico "polpettone" storico, invece questo film di Rossellini mi è piaciuto abbastanza. Belle le scene delle battaglie o l'entrata dei garibaldini nelle città ricevuti in festa. Forse i dialoghi sono un po' "soporiferi", ma è un film da vedere.
Nel classico stile del cinema educativo e didascalico che Rossellini adotterà nella seconda parte della sua carriera, Viva l'Italia, il film del centenario dell'unità nazionale, racconta l'avventura garibaldini con toni poco retorici e molto attaccati al testo del Bandi.
Commemorativo (fatto per il centenario dell’Unità d’Italia), e perciò scialbo e agiografico (soprattutto su Garibaldi), votato alla più superficiale narrazione aneddotica dell’impresa dei Mille, senza approndimenti o perlomeno un senso narrativo, se non il concetto - ripetuto allo sfinimento - di “o si fa l’Italia o si muore”. Imbarazzante come lo splendido film di Blasetti d’età fascista superi di gran lunga in profondità, intelligenza e sensibilità filmica, questa noiosa spremuta di sussidiario delle elementari d’età repubblicana.
Il film è come la sua musica, patriottica e commovente, però ascoltare è una cosa visionare è un'altra. Tolte poche scene, il resto è una lezione di storia da scuola elementare, come quelle che ci faceva il mio bravo maestro che si infervorava nel descrivere le battaglie per liberare l'Italia e in cui il verbo più ricorrente era "sbaragliare". Garibaldi si sottrae alle effusioni del popolo dicendo che anche lui è un uomo come tanti che mangia e beve come tutti, però poi si muove e si atteggia come ci si immagina debba muoversi o atteggiarsi un eroe.
Non immaginavo che Rossellini avesse girato una roba del genere. Storicamente superficiale, acriticamente schierato da una sola parte, con dialoghi da libro Cuore. Si salvano talune inquadrature e poco di più. Il cast recita in maniera teatrale e troppo enfatica. Sembra un film vecchissimo, quasi dell'epoca del muto.
Il racconto dell'impresa dei Mille nelle intenzioni doveva essere realistico, come dimostra il titolo originariamente scelto di Paisà 1860 ed invece risulta troppo celebrativo nel disegno dei personaggi, pesante e didascalico nei dialoghi, tanto che le parti migliori sono quelle di massa in cui si combatte e non si parla. Quanto al Garibaldi di Ricci, doppiato da Cigoli, sembra una statua anche quando è in movimento. Rossellini farà molto meglio in futuro nel campo della ricostruzione storica ma qui gira un'opera minore, utile solo come ripasso scolastico nper sommi capi.
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