Commedia spintissima che parte con una frase allucinante sull'acqua afrodisiaca. Solo l'inizio lascia presagire a cosa andremo incontro: location povere, attori da porno di serie B, trama insulsa. Uno dei tanti filmetti degli Anni Novanta; qualche momento divertente però c'è e alcune bellezze sono da lustrarsi gli occhi... quindi lo alziamo a due pallini.
Stranamente Grassia si ispira agli stilemi della commedia erotica all'italiana rendendo però le scene di sesso molto insistite. Questo è forse l'unico motivo d'interesse per una maldestra pellicola che quando vuole fare humor non riesce nel suo intento. Agghiacciante in questo senso la scena della sauna, che porta all'eccesso un tormentone del film. Male gli attori e si capisce che la trama è stata imbastita su un esile canovaccio. La conclusione lascia sbalorditi: Mariano Laurenti ci era già "arrivato" in Mazzabubù.
MEMORABILE: La colonna sonora sempre inadatta alle scene di sesso; Il direttore dell'albergo; Le stanze d'albergo piene di poster.
Difficilmente mi sono trovato di fronte a una pellicola tanto imbarazzante. La "storia" è un pretesto per mostrare amplessi softcore che rasentano il ridicolo (uomini che hanno rapporti completi senza nemmeno tirarsi giù i pantaloni). Si ride per non piangere di fronte a tanta sciatteria, costituita da un'eterna girandola di equivoci sessuali che non arraperebbero nemmeno un ergastolano in isolamento. Trash allo stato puro.
MEMORABILE: Zequila che si mette la cuffia per non bagnarsi i capelli mentre fa il bagno.
Strana e a tratti inquietante commistione tra pochade di grana molto grossa e soft-porno come molte altre di quegli anni, quasi sempre dirette da Ninì Grassia. Trama molto difficile da seguire: non tanto perché arzigogolata quanto perché completamente assurda e senza senso; ogni situazione è volta a un facile sesso che si fa subito risata per come è posto allo spettatore. Di buono c'è la bellezza delle attrici. Ci si domanda come negli anni Novanta, in pieno boom di porno-vhs, quale sia stato il "mercato" di queste pellicole.
Il titolo sentimentale non deve trarre assolutamente in inganno, perché ci troviamo dinanzi a un softcore tout court. "Er mutanda" Zequila è qui un non nomen omen straordinario visto e considerato che sta con i gioielli di famiglia in bella evidenza a lungo. I dialoghi sono un riempitivo, come la gita al mare, perché il film lo fanno le tristissime e tantissime scene di sesso "impossibile" (posizioni improbabile e sesso con i vestiti). Grassia ci mette professionalità, anche se il risulato finale è alquanto modesto.
MEMORABILE: Lo coppia in gita premio; Zequila che non regge i ritmi indiavolati della fidanzata; Zequila nella vasca che imita una voce femminile.
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Segnalo agli amanti del trash, in primis il generalissimo Markus, che qui fanno coppia due eroi dell'ultima serata trash: i grandi Zequila e Malù.
Chissà che non lo si possa recuperare in futuro.