Ciclicamente, e facendosi strada tra le troppe versioni low budget che sfruttando maldestramente la grafica digitale provano a recuperare il fascino del primo TWISTER (che con quegli effetti speciali vinse pure un Oscar), i grandi film sui tornado ritornano. Tra i due TWISTER, in verità, l'unico che ha saputo inserirsi a pieno titolo nel filone operando magnificamente dal punto di vista visivo è stato INTO THE STORM, al quale questo TWISTERS sembra guardare ancor più che al modello ufficiale di riferimento. Quegli spettacolari risultati però, nonostante siano...Leggi tutto passati dieci anni, non vengono replicati e ci si adagia in una rappresentazione dei cicloni più tradizionale, che già dal prologo - in cui un gruppo di giovani affronta la minaccia con la speranza di riprenderla al meglio - si limita a mostrare solo un gran vento.
Bisogna aspettare un po' prima di vedere qualche bel twister occupare lo schermo turbinando e la resa non è delle più spaventevoli. Meglio la rappresentazione del tipico cielo da tregenda, altro punto di forza del genere quando il budget lo permette (e qui i soldi non mancano, potendo contare sulla produzione esecutiva di Spielberg). Poi però c'è da fare i conti con la storia, che se inizialmente - complici anche i bei paesaggi dell'Oklahoma e una scanzonata colonna sonora che si fa sentire - porta in scena gruppi rivali di "domatori di tornadi" mettendo allegria e voglia di entrare nell'avventura, poi si perde per strada andando a incagliarsi nel tenero rapporto tra i due protagonisti, la fragile ma acuta Kate (Edgar-Jones) e lo spacconissimo Youtuber Tyler (Powell), che con la sua banda di rumorosi compari non guarda alla scienza ma si fa guidare solo dall'intuito e dalla fantasia (notevole quando spara i razzi nel pieno del ciclone creando un effetto singolare).
Se c'è da avvicinarsi fino a distanza minima o addirittura piantare le trivelle nel terreno per ancorare l'auto e filmare i cicloni mentre ti passano sopra, Tyler non si tira indietro, ma poi si fa conquistare dal buon cuore e dalla competenza di Kate, con la quale comincia a sproloquiare di polimeri, densità, grado di umidità, subissandoci di inutili specifiche tecniche solitamente presenti in maggior numero laddove i film ne necessitano per occupare metraggio e risparmiare sugli effetti. Fortunatamente qui i soldi ci sono, ma ugualmente certe superflue chiarificazioni scientifiche non ci vengono risparmiate, nonostante si sappia fin troppo bene che il pubblico aspetta solo di assistere alla lotta aperta con la natura. I twister furoreggiano, ma difficilmente riescono a mostrarsi minacciosi come nel sottovalutato INTO THE STORM, scatenandosi solo nell'ovvia apocalisse finale in cui comunque non si riesce mai a stupire come si sperava.
Tralasciando le incongruenze che in prodotti simili non mancano mai (pare quasi che in Oklahoma nessuno abbia mai visto un tornado né sappia come difendersi), a difettare è anche la sceneggiatura, cui manca l'ironia (l’unica battuta valida si ha quando Kate si ritrova sulla macchina di Tyler toccando tutto: "Prima volta in un'auto?", le domanda lui scherzosamente) lasciando che la malinconia congenita della giovane rallenti troppe scene. Il "clima" è quello giusto (grazie soprattutto a musiche e location), gli scontri "on the road" mettono allegria e il cast offre prove dignitose; per certi versi si supera anche la staticità del modello primario e si fa piazza pulita di certi tornado assurdi ripieni di squali, pur tuttavia sui titoli di coda si avverte quanto siano mancati una scena madre, un momento veramente memorabile, un'idea nuova in grado di sganciarsi da quanto già visto in precedenza, e anche i soliti simpatici richiami al MAGO DI OZ sanno ormai di stantio...
Se diamo retta a questo film l'Oklahoma è terra di tornado devastanti e continui, capaci di distruggere in pochi istanti intere località; insomma, roba da scapparne a gambe levate e non metterci più piede. Eccessi filmici a parte, la pellicola stenta non poco a decollare: le riprese non affascinano e le vicissitudini degli attrezzatissimi cacciatori di eroiche avventure tra queste furie del vento centrifugo sono malfatte e non riescono mai a trascinare del tutto lo spettatore, così che la vicenda - già di suo non originale e sfruttata più volte - non decolla di fatto mai.
Non fa molta voglia, un film sugli uragani. Ci si aspetta che, incredibile, in due o tre giorni i protagonisti si imbattano in svariati uragani che infestano la zona in cui si trovano. Che alcuni ci lascino le penne, che altri lottino contro le forze della natura, che qualcuno si innamori, che altri... e infatti tutte queste cose fatalmente succedono. Un film ovvio, insomma, ma che si lascia guardare per l'interpretazione un filo sopra la media e per una certa simpatica "cialtroneria" di fondo che aiuta. Comparto tecnico di buon livello, tranne la fotografia, inspiegabilmente piatta.
Fin dal prologo che ricalca Cliffhanger si capisce che non ci sarà alcuna sorpresa in questo blockbuster. E infatti si va avanti su linee ampiamente battute, con l'aggravante di avere una regia poco adatta nelle scene action e a suo agio solo nei momenti da rom com, che risultano i più riusciti e che creano una discreta dinamica tra i personaggi. La coppia Edgar-Jones/Powell non regge il confronto con Paxton/Hunt ma sono abbastanza simpatici. Effetti poco speciali tranne che nel finale nel cinema. Mediocre.
A differenza di uragani e tempeste, i tornado non hanno molta fortuna al cinema a prescindere dai risultati al botteghino: la colpa non è loro - aiutati da effetti speciali più o meno buoni, si danno da fare turbinando e distruggendo quel che possono - ma di sceneggiatori pigri che, a meno non mettano di mezzo squali volanti, sono incapaci di inventarsi trame interessanti e personaggi meno stereotipati del solito. Non fa eccezione questo modesto catastrofico che ricalca la trama del titolo più famoso del sotto-genere, quel Twister che dal confronto viene voglia di rivalutare.
Cosa ci si dovrebbe aspettare da un blockbuster sui tornado e sui loro cacciatori umani? Esattamente tutto quello che Lee Isaac Chung compila pedissequamente: inseguimenti estremi, deliranti teorie meteorologiche, personaggi standardizzati e disastri ambientali. Ok, rimane tutto confinato dentro gli schemi tradizionali, ma la suspense regge il gioco e la bellezza paesaggistica si sposa perfettamente con la terrosa fotografia di Daniel Mindel.
Non un vero sequel, non proprio un remake: insomma, il classico tentativo di rilancio di un blockbuster che, pur cambiando abito, resta essenzialmente il solito minestrone di cliché ad alto tasso di spettacolarismo. Oltre alla novità, manca l'effetto "wow" sul fronte effettistico: ciò che nel '96 poteva entusiasmare un pubblico ancora non avvezzo alle meraviglie delle nuove tecniche digitali, oggi non sorprende granché, garantendo giusto il minimo sindacale di adrenalina da disaster-movie. Resta un compitino ben eseguito, dal tratteggio dei personaggi ai climax action, ma nulla più.
MEMORABILE: Il primo tragico incidente; Il doppio tornado; La fuga dal rodeo; Guardando verso l'alto al centro del vortice; L'attacco tornadesco finale al cinema.
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HomevideoTeddy • 1/01/25 17:14 Call center Davinotti - 58 interventi
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