Al di là della simpatia di Sergio Rubini c'è davvero poco. Prosegue sulla falsa riga di altri film del decennio precedente e infinitamente migliori, tesi a dimostrare che l'American dream, ammesso che ci sia mai stato, è morto e sepolto da tempo e che negli USA ci si mette una frazione di secondo a trovarsi per strada nullatenenti e nullafacenti. Se poi si ha un'idea buona, bisogna sempre tenere gli occhi aperti perché un branco di squali è sempre in agguato. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è la regola incontrastata.
De Carlo mette in scena un suo romanzo ambientato a Los Angeles, spostando la vicenda a New York. Suo alter-ego un giovane Rubini. Il regista ha l'accortezza di mostraci la città in maniera non cartolinesca, ma la messa in scena - per com'è posta allo spettatore - è piuttosto ridanciana e i buoni intenti dell'autore finiscono nel tritacarne delle esigenze produttive del cinema di maniera (il ragazzo squattrinato con la chitarra e il sogno americano, sai che novità). Finanziato da Claudia Mori e presentato imprudentemente a Venezia.
De Carlo dirige un film tratto da un suo stesso romanzo. L'ambientazione (che viene spostata da Los Angeles a New York) è la cosa che funziona meglio anche perchè decisamente poco "turistica". Per il resto il film procede su "binari" narrativi scontati e prevedibili, con personaggi privi di grande spessore. Dal cast, a parte Rubini, bravo e simpatico, prove poco degne di nota. Inutile.
Commediola da poco, con una trama deboluccia e poco originale. Rubini è bravino ma non basta ad alzare il livello della produzione, che è strutturalmente carente sia come regia che fotografia e altro. Carol Alt è molto bella ma sembra di plastica, Rosalinda Celentano c'è perchè la mamma è alla produzione. Film tranquillamente evitabile.
Nei vitalissimi anni '80 ci si aspetta una storia avvincente e con un certo ritmo, almeno nelle commedie. I nostri occhi alla visione ricevono in cambio solo della gran noia. Alza un pelo la cresta solo Sergio Rubini. Regia piattissima di De Carlo mentre l'interpretazione della stupenda Carol Alt è da soprammobile. Forse conviene solo leggere il libro.
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CuriositàGeppo • 31/10/09 18:57 Call center Davinotti - 4356 interventi
Visto finalmente questo film (ricordo i trailer d'epoca in TV e i cartelloni per Milano nell'anno di uscita).
Che dire... l'opera è tratta da un romanzo scritto dallo stesso regista nel 1981 e, da quanto ho letto, la Mori (all'epoca produttrice di film) lesse questo libro e dopo alcuni anni produsse la trasposizione cinematografica mettendo alla regia lo stesso autore. La vicenda poggia le basi sul classico sogno americano ma rispetto al passato mette in chiaro che (come spesso capita nella realtà) il sogno può anche non avverarsi e rimanere perciò tale. La messa in scena risulta complessivamente non riuscita per via di alcune scenette misere.
Mega-marchettata di Carol Alt probabilmente strapagata per avere un nome di richiamo in cartellone, ma nella vicenda ha un ruolo non così decisivo e comunque la si vede solo nella seconda parte.
DiscussioneZender • 6/03/12 14:19 Capo scrivano - 48832 interventi
Eh beh, all'epoca era sicuramente un bel nome, la Carol. Ti caratterizzava subito il film.
D'altro canto Rubini era allora un giovane attore ancora in cerca di una identità professionale, mentre Carol era al top e di fatto era un nome di richiamo.
Il dvd della Mustang, presenta una definizione appena sufficiente, al limite della vhs, tuttavia presenta un buon audio pur essendo solo un 2.0 e un discreto vano extra.
Durata 1h41m31s Formato: 1.66:1 anamorfico. Audio: Italiano 2.0 Sottotitoli: Italiano. Selezione scene, e come extra: " America primo amore", una bella intervista a Rocco Moccagatta della durata di 18 minuti, in cui spiega molto bene e con novizia di particolari, la genesi del film dal libro di dieci anni prima di De Carlo alla sua realizzazione.