The shrouds: Segreti sepolti - Film (2024)

The shrouds: Segreti sepolti

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La nostra recensione di The shrouds: Segreti sepolti

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quando Cronenberg ti accompagna a esplorare i suoi incubi, è difficile non rimanerne affascinati. Perché entri a visitare un cinema unico, uguale a nessuno, che sviluppa tematiche legate al voyeurismo, alla mutazione della carne, al sesso, applicandole ad ogni ambito possibile senza arretrare nemmeno di fronte alla morte. Anzi, è proprio dalla morte che in questo caso si parte. Da quella di Becca (Kruger), moglie dell'imprenditore sui generis Karsh (Cassel), il quale, devastato irrimediabilmente da una perdita non compensabile da nulla, s'inventa la GraveTech, società che ti permette di seguire "live" il caro defunto in tutta la sua fase di decomposizione....Leggi tutto Attraverso speciali sudari dotati di telecamere che avvolgono la salma e monitor montati sulla lapide collegati a una app in dotazione, i parenti hanno la possibilità di osservare il cadavere da ogni angolazione, pure con zoom in alta definizione. Ed è proprio grazie a un'inquadratura particolarmente ravvicinata che Karsh, sondando virtualmente la cavità nasale di Becca, individua alcune misteriose formazioni che sembrano piccoli tumori ossei, diffuse in tutto il corpo e di cui ovviamente nulla sapeva. Ancor più strano è che di lì a breve qualcuno (forse degli ecologisti islandesi) vandalizza il suo piccolo cimitero distruggendo nove tombe e hackerando la trasmissione delle informazioni video, d'improvviso del tutto inaccessibili. Perché un'operazione del genere?

E' chiaro che le teorie cospirazioniste diventano da questo momento parte di una trama variamente intrecciata che trova nella figura del cognato Maury (Pearce) l'elemento chiave per sviluppare la parte relativa all'inserimento di russi e cinesi in un gioco spionistico internazionale dai contorni sfumati e mutevoli, con continui cambi di prospettiva che si assommano a quelli fisici vissuti sotto il profilo sessuale. Dopo anni di totale inattività erotica, infatti, Karsh ritrova con la moglie (Soo-Min) di un suo cliente il piacere della carne, che assocerà poi anche a Terry (sempre interpretata dalla Kruger), la sorella di Becca con cui aveva sempre coltivato un rapporto freddo e distaccato, benché l'ex marito Maury fosse convinto che i due non solo si frequentassero ma che andassero pure a letto.

Su quella che è però l'ossatura base della storia si innesta una serie di considerazioni e di eterni dialoghi che trasformano il film in un'esperienza cervellotica destinata a sconfinare talora in una deriva grottesca che Cronenberg riesce miracolosamente a recintare in un perimetro assolutamente serioso e intellettualmente intrigante. Ci viene concesso il pass per accedere a una dimensione in cui rintronati assistiamo ad allucinazioni condotte col piglio di chi sa di maneggiare una sostanza cinematografica diversa, plasmata attraverso la sontuosa colonna sonora di Howard Shore e quei limitati effetti speciali sufficienti a mettere il sigillo su una produzione doc, in cui la calma con la quale Cassel affronta anche i momenti più surreali immerge il film in una placidità singolarissima, avvolgendolo nello stesso sudario-telecamera utilizzato come tramite per osservare la morte.

Ecco cosa è, era e sempre sarà Cronenberg, soprattutto quando alle prese con film profondamente suoi come in questo caso (inutile specificare che soggetto e sceneggiatura portano unicamente la sua firma). Un cinema senza compromessi, autoreferenziale, a tratti quasi insostenibile nel suo procedere per interminabili dialoghi perlopiù chiusi nell'appartamento di Karsh. Fugaci interventi dell'avatar femminile creato da Maury con l'AI che variano ulteriormente la proposta modernizzandola e una bizzarra consapevolezza di approcciare temi complessi aprendo a un caos non sempre organizzato accresciuto da un insistito cospirazionismo che disorienta fino all'ultima scena, con i titoli di coda che irrompono d'improvviso senza che si abbia la sensazione di aver visto un vero finale...

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Tutti i commenti e le recensioni di The shrouds: Segreti sepolti

TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/04/25 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/04/25
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Cotola 4/04/25 23:44 - 9540 commenti

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Un cimitero altamente tecnologico (le lapidi hanno dei display per vedere lo stato delle salme) viene vandalizzato e alcuni corpi dissepolti. Perché? Cosa c'è sotto? L'ultima fatica di Cronenberg paga dazio a ritmi troppo compassati e ad un storia non particolarmente coinvolgente che per giunta procede a carburazione lenta. Il regista canadese continua a esplorare le sue ossessioni sul corpo, ma in modo meno estremo che altrove. A tratti fa capolino il ridicolo, ma non troppo. Belle le scenografie; buona la fotografia, riconoscibile il tocco musicale di Shore. Deludente.

Fabbiu 6/04/25 10:22 - 2198 commenti

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Un viaggio inquieto tra lutto e decomposizione, tecnologia (non poteva mancare l’A. I.) e identità, passando per il cospirazionismo (o la paranoia?). Tantissimi i temi, incastrati in modo stiloso ma con troppo "tell" e troppo poco "show". Una summa stilistica di Cronenberg presentata sotto nuove forme di racconto, anche nell’immancabile body horror filosofico, piuttosto rinnovato. Purtroppo il finale, volutamente aperto, spiazza per come sopraggiunge inaspettato e poco risolutore. Originale e alternativo, ma non il miglior Cronenberg.

Rebis 10/04/25 14:21 - 2477 commenti

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La morte, ultima frontiera (s)conosciuta. Cronenberg valica il Limen e popola l’Averno di artefatti digitali, sembianti, architetture verbali tanto ipertrofiche quanto effimere nella loro pretesa di cogliere il senso ultimo della realtà. Ogni personaggio non è che un frammento dell'identico, una rifrazione prismatica a cui delegare le funzioni contraddittorie della persona, le narrazioni inconciliabili, se non dentro una logica paranoica che trova ancoraggio solo nel complottismo. Una tecnologia dalla concezione algida e an-erotica, per un’opera terminale, esteticamente respingente.

Il ferrini 14/04/25 00:18 - 2692 commenti

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La malattia, la morte, l'elaborazione del lutto, ma anche il complottismo sulla medicina, sul tracciamento della popolazione. L'A.I. - parte delle nostre vite - così facilmente manipolabile e manipolatrice. Esteticamente perfetto: regia, fotografia, effetti. Moderno e impietoso faro su un presente di voyeurismo e mania di controllo. L'opera più personale del regista: il personaggio di Cassel gli somiglia fuori e dentro (Cronenberg ha perso sua moglie nel 2017). Potenti le sequenze oniriche, triste rappresentazione di quel corpo tanto amato che a ogni sogno perde un pezzo. Intimo.
MEMORABILE: Posso toccare il tuo viso?

Daniela 17/04/25 18:48 - 13286 commenti

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Spunto malatissimo: vedovo inconsolabile non solo progetta un sudario in grado di monitorare la decomposizione del corpo dell'amata moglie ma ne fa pure un business allestendo cimiteri ipertecnologici in giro per il mondo... Come in Crimes of the future, idea folgorante, svolgimento non tutto all'altezza in quanto sequenze disturbanti si alternano a discorsi interminabili mentre, dopo un atto vandalico, si accumulano in maniera confusa ipotesi complottiste tra ecoterroristi irlandesi, spionaggio cinese, russi di cui è sempre bene diffidare. Da vedere ma non del tutto risolto. 

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