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La nostra recensione di The animal kingdom

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Pur se declinata seguendo l’insolita via che inquadra i “freaks” all’interno di una misteriosa mutazione genetica che li porta a trasformarsi tutti in animali, la visione – che guarda pietisticamente e con commozione al fenomeno - non è lontana da quella primigenia di Tod Browning, che tratteggiava i suoi “scherzi della natura” come reietti, profondamente solidali tra loro e pronti a coalizzarsi per proteggersi dalla cattiveria umana che li emarginava. Qui si tratta di mutanti, ma il concetto è il medesimo e all’inizio suggerisce l'idea di un quadro d’insieme capace di leggere il...Leggi tutto fenomeno globalmente, gettando lo sguardo sulle diverse forme di vita andando a scoprirne le differenze e le curiose, singole trasformazioni. Ci si accorge invece presto che gli autori intendono focalizzarsi sulla vita di Émile (Kircher), figlio di una donna già ricoverata per l’avanzare inesorabile d'una mutazione che la sta portando a trasformarsi in un animale ancora non identificabile.

Il giovane e suo padre (Duris) sono preoccupati per l'infelice fine a cui la donna è destinata e, quando la poveretta fugge dalla reclusione insieme ad altre quaranta “creature” (qualcuno li chiama poco simpaticamente “mostri”) per disperdersi nei vicini boschi, i due la cercano, studiano ogni sistema per ritrovarla ma vanamente, fino a quando si accorgeranno di avere ben altri problemi da risolvere. Émile sta a sua volta per subire una mutazione simile: si riempie di pelo, denti e unghie cadono… L’importante, per il momento – come gli ripete incessantemente il padre – è nascondere il fenomeno, impedire che venga scoperto e recluso come gli altri in un centro dove nessuno sa come le creature vengano curate. Ma non è facile fermare un processo tanto evidente ed Émile comincerà a frequentare a sua volta il bosco, stringendo amicizia con un uomo uccello (Mercier) la cui trasformazione l’ha portato a costruirsi finte ali per imparare a volare.

Una regia delicata, che affronta il tema della diversità con ottima mano, pone l’accento sul dramma familiare di padre e figlio includendovi la relazione di quest’ultimo con una ragazza che ovviamente ancora non conosce il suo destino. Una confezione di prim’ordine, un tema musicale ricorrente impetuoso, dagli echi tribali, che quando irrompe sulla scena cambia il ritmo e fa salire una tensione che comunque non manca. Purtroppo la durata (si superano le due ore) non aiuta il film a farsi incisivo come potrebbe, lasciando che si perda qua e là in momenti di stanca che a lungo andare si avvertono. Ad ogni modo la buona recitazione di padre e figlio aiuta a mantenere vivo l’interesse: chi guarda vuole scoprire come la mutazione avanzi secondo uno schema non certo non nuovo al cinema ma intrigante, che richiama ovviamente alla mente la lunga genia di licantropi che infestano il grande schermo dalla notte dei tempi.

La regia equilibrata di Thomas Cailley è però il vero valore aggiunto: sa come rivestire la storia del necessario verismo sfruttando bene l’ambientazione boschiva senza esagerare con il pur inevitabile apporto della CGI. Il lungo finale non delude (per quanto l’incontro con mamma sappia un po’ troppo di commozione a comando) a conferma di un film solido, sufficientemente capace di coinvolgere e di promuovere una tensione che monta progressiva e che stempera il dramma sul volto dolce e l’espressione sperduta del giovane protagonista.

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Tutti i commenti e le recensioni di The animal kingdom

TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/10/23 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/12/23
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Deepred89 16/10/23 15:50 - 3873 commenti

I gusti di Deepred89

Tra i tanti film sulle mutazioni indesiderate (in questo caso, cronenbergianamente, in animali) come metafora sull'evoluzione del corpo e allegoria politica, questa produzione francese risulta tra le poche a uscirne totalmente a testa alta. Una serie di elementi già visti altrove (oltre a quello citato, il rapporto padre-figlio, la scuola tra vipere e primi amori, l'intolleranza e tanto altro) ma combinati benissimo, sempre con un occhio alla forma e un altro alle emozioni. Regia efficace e mai pretenziosa, musiche incalzanti, belle location boschive, interpretazioni notevoli.

Paulaster 30/05/24 18:10 - 4908 commenti

I gusti di Paulaster

Avvengono improvvise mutazioni tra la popolazione simili a una malattia da debellare. Clima non orrorifico tout court con le “creature” che cercano un ambiente dove nascondersi e le varie relazioni (padre/figlio o marito/moglie) sono esplorate in profondità. Il denominatore della storia è il concetto di natura, che protegge i “diversi” e che gli esseri umani non credono nella coesistenza. Diversi i messaggi universali (il conformismo, l’amore filiale) ottimamente in equilibrio senza scadere nell’emozionale gratuito. Anche i ruoli secondari aiutano la vicenda.
MEMORABILE: La leccata al braccio; I vestiti appesi nel bosco; Il volo; Il bambino bestiola; La mancata firma.

Rebis 17/06/24 18:52 - 2478 commenti

I gusti di Rebis

Senza elaborare nulla di sostanzialmente nuovo, Thomas Cailley definisce un parametro di “autenticità” nel filone dell'evoluzionismo mutante: metamorfosi iperrealiste a ridotto apporto di CGI, corpi lacerati e feriti, immersione nella complessità dei personaggi (notevole Paul Kircher), regia piana, aderente al narrato, sostenuta dall'adescante commento musicale di De Simone. L'accuratezza formale, a tratti, disinnesca la partecipazione emotiva, ma il film si distingue per il minimalismo e l'approccio intersoggettivo al fantastico.
MEMORABILE: Lo strappo dell'unghia; La chirurgia correttiva; Il volo.

Daniela 13/10/24 20:50 - 13293 commenti

I gusti di Daniela

A causa di una mutazione di origine misteriosa, alcune persone acquistano caratteristiche animali psempre più marcate tanto da essere considerate pericolose. Deciso a stare accanto alla moglie-felina, il protagonista non si accorge che anche il figlio sta manifestando sintomi... La sceneggiatura rinuncia alla spettacolarità a favore di un approccio più intimista da contrappone la forza dei legami familiari all'ottusità di chi non vuole confrontarsi col diverso non omologabile mentre la regia asseconda tale scelta puntando sulla bravura degli interpreti per suscitare emozioni.
MEMORABILE: Il ragazzo uccello.

Kinodrop 19/11/24 19:33 - 3400 commenti

I gusti di Kinodrop

Il tema della trasformazione in animale non è certamente nuovo ma qui viene declinato con una sensibilità particolare non solo riguardo agli individui che la subiscono direttamente, ma ai loro familiari, con in più un risvolto sociologico su diversità e tolleranza. Anche se trattato in chiave fantasy, si apprezza per la sincerità dei sentimenti contrastanti concentrati nella figura di Émile, ancora sospeso tra due mondi opposti e in quella del padre (bravo Duris) con la sua forza di protezione. Notevoli gli effetti in CGI mai troppo carichi e ben in sintonia con l'ambiente naturale.

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