Non male, anche se dopo un inizio che farebbe la gioia dei fan della serie classica, il film si adagia sui soliti clichè, creando poca empatia con i nuovi personaggi della next generation.
Per chi e nuovo al cambiamento (come il sottoscritto), farà la conoscenza di Picard e co. in una risibile e goliardica scenetta che sembra uscita dai
Pirati di Polanski.
A parte il luciferino cipiglio alla Alexander DeLarge del sempre ottimo Malcom Mc Dowell si viaggia sui binari della mediocrità, tra i soliti klingon (comandati da due femmine brutte, sporche e cattive), noia, l'Enterprise divenuta una specie di casa famiglia e il nuovo equipaggio su cui proprio non si riesce a identificarsi (sarà forse che non amo molto i cambiamenti radicali).
Improvvisamente il film vira verso un assunto geniale e spiazzante derivato dal potere
Nexus, paradiso artificiale dove tutto è possibile, la morte e il dolore non esistono e si vive secondo i propri sogni e desideri, con Picard perso in festività natalizia di una famiglia che non ha mai avuto.
Torna il mitico capitano Kirk, che insieme al nuovo capitano Picard, faranno una coppia che allarga il cuore e lo spirito, tra un telefilm alla
Bonanza,
La casa nella prateria e miscugli molto poco velati tra
Solaris,
Ritorno al futuro e
Terminator.
Il finalone ha un tremendo sapore da telefilm pomeridiano di Italiauno, ma il divertimento è assicurato e Kirk compirà l'ultimo eroico gesto estremo.
Carson crea così l'alchimia tra la vecchia serie e quella nuova e alzando la qualità del film che sembrava sprofondare nella noia.
La mancanza dei personaggi della mitica serie si avverte profondamente, ma come si dice in questi casi: largo alle nuove generazioni!