Sex List - Omicidio a tre - Film (2008)

Confusionario thriller che scopiazza qua e là sceneggiature. La confusione regna sovrana e quelli che dovrebbero risultare colpi di scena fanno perdere allo spettatore ogni riferimento. Si passa dal sesso alla truffa, in un film senza capo né coda. Nemmeno l'interpretazione degli attori è da salvare. Tranquillamente evitabile.

Un timido contabile, sessualmente represso, viene introdotto in un sex club ad appuntamenti da un rampante avvocato. Perchè? Non certo per solidarietà maschile. Il film è spaccato in due e ad essere realizzata meglio è la prima parte, fuorviante e arricchita da alcune brevi scene erotiche. Quando si scoprono le carte inizia la sfida tra i due protagonisti che sfocia nella pleonastica appendice madrilena, con un paio di improbabili colpi di scena. McGregor è conciato come Orsacchio, ex "gieffino" sbeffeggiato dalla Gialappa's. Piccolo ruolo per la Rampling.

Ottimo cast per un film mediocre che si può guardare senza eccessivi entusiasmi ma senza dover infierire oltremodo. La storia del giovane timido ed ingenuo che si fa abbindolare non è certo nuova ma la presenza della coppia McGregor-Jackman che si fronteggia alternandosi nel ruolo preda/cacciatore vale comunque la visione.

Se la confezione di questo film è decisamente elegante e professionale, non si può certo dire che il contenuto sia efficace. Si tratta infatti di un thriller estremamente prevedibile, fintamente provocatorio (anzi il messaggio di fondo è quantomai moraleggiante) e popolato da personaggi stereotipati. Anche i pur validi componenti del cast hanno fatto decisamente di meglio...

Confezione e fotografia di lusso tentano di sostenere una sceneggiatura debole, che denota un'inconsistenza di fondo tale da non far sobbalzare lo spettatore a nessuno dei pochi colpi di scena proposti. Meglio la prima parte, in cui uno spaesato Ewan McGregor viene a perdersi in un turbinio di sesso e depravazione altamente regolamentato dalla maitresse Charlotte Rampling. Sul più bello il tutto viene abbandonato per cedere il passo nella seconda parte al thriller vero e proprio, che però non riesce mai a prendere il sopravvento.

Thriller patinato con McGregor sugli scudi, ambiziosetto ma poco originale e scontato nell'epilogo, riserva comunque qualche momento simpatico, come nei confronti McQuarry/Bose, o divertenti nella veloce scalata ai piaceri della carne del giovane rampante. Un po' Wall Street un po' Amazing Spiderman (nel senso dell'imbranato), ma troppo insipido.

La provenienza di Marcel Langenegger dal mondo degli spot pubblicitari si fa sentire in questo suo primo lavoro cinematografico. Se funziona la patinatura della confezione con il tocco italiano nella fotografia di Dante Spinotti, meno credibili sono invece le figure dei protagonisti e di un mondo notturno certamente esistente, ma col tentativo di nobilitarlo dalla sua decadenza. La parte thriller invece rientra nella prevedibilità e in un finale deludente che toglie anche i pochi meriti fin lì accumulati.

Revisore contabile timido e sessualmente inesperto si lascia irretire da un sedicente avvocato che puzza di fasullo lontano un miglio... e qui sta parte del problema: impossibile non mangiare subito la foglia, giocandosi così ogni possibilità di sorprendere lo spettatore con svolte inaspettate. Completano il disastro una sceneggiatura approssimativa, l'epilogo da ululare alla luna, la prestazione (comprensibilmente?) svogliata dei due divi in cartellone. Confezione di lusso per questo film-pacco perdibile senza rimpianti.

Thriller di routine ma discretamente divertente, soprattutto grazie alle performance dei due protagonisti, entrambi in parte e vero fulcro dello spettacolo. La trama di per sé non presenta nulla di nuovo, con colpi di scena ampiamente intuibili, ma almeno scorre veloce e senza intoppi, tra ribaltamenti classici della situazione e un po' di tensione. Peccato per la love story infilata forzatamente, che nel finale stempera quello che dovrebbe essere il momento culminante. Comunque vedibile.

Titolo e trama non sono nulla di originale, ma il film scorre fluidamente e non annoia. Se McGregor nei panni del quieto e represso contabile non regala grandi guizzi, Jackman, invece, diverte e sorprende nelle sue espressioni da canaglia impenitente e senza scrupoli. Certamente inverosimile, specie per l'eccessiva patinatura che toglie realismo alla pellicola (negli incontri al buio non una donna "normale", ma tutte eccezionalmente perfette e bellissime). Un thriller banalotto, ma nemmeno una ciofeca. Non male, dopotutto.

Che tutto si basi sull’inganno lo dice anche il titolo originale, ma bastano pochi minuti per intuire tutti gli imbrogli senza troppi spoiler. E così ingredienti base potenzialmente intriganti (il giro sessuale telefonico d’alto bordo, le identità simulate) si acquietano su un solco di prevedibilità e superficialità che purtroppo cozza con la qualità tecnica e il ritmo narrativo ineccepibili. Ma il peggio è il terribile e letale epilogo spagnolo, uno dei finali più abborracciati e melensi che si potesse pensare su una trama come questa.

Thriller con qualche risvolto pruriginoso che pur potendo contare su una confezione ineccepibile (splendida la fotografia di Dante Spinotti), un discreto ritmo e un cast di buon livello, risulta pesantemente penalizzato dalla mediocre sceneggiatura. Lo spettatore capisce praticamente subito dove sta l'inghippo, il piano criminale è troppo macchinoso, l'epilogo madrileno conciliante fino all'inverosimile. McGregor e Jackman sono credibili nei rispettivi panni di pollo e canaglia, la Williams bamboleggia, Charlotte Rampling, ancora magnetica, è sprecata in una piccola parte.