Satan en prison - Corto (1907)

Concettualmente simile a Le locataire diabolique (di due anni successivo), una scenetta in cui i trucchi, messi a punto da Méliès con la destrezza e la facilità comunicativa di ogni grande illusionista, non sono fini a se stessi, ma utile supporto alla verve comica generale: un carcerato speciale (e... diabolico!) arreda la sua cella vuota, estraendo da una scatola magica tavolo, sedie, tovaglia, cibi, bevande, quadri e persino un’elegante dama, per poi evadere sotto forma di diavolo e burlarsi degli increduli secondini...

Bellisimo cortometraggio (5') di Georges Méliès, che abbina i consueti trucchi di apparizione, di sparizione e di sdoppiamento ad una trama simpatica e briosa (fosse così facile organizzare una cenetta romantica con una bella donna...), fino al sorprendente finale, che spiega pure il titolo, fino ad allora enigmatico.

Nel 1907, Méliès esportava già i suoi cortometraggi negli Stati Uniti, aveva affinato le sue doti tecniche e cercava di venire incontro ai gusti di un pubblico più ampio: questo suo film ad argomento "satanico" non è macabro e inquietante come i suoi primi lavori sul tema, bensì schiettamente comico. Un mini-spettacolo di prestidigitazione di straordinario fluidità ed inventiva, condito da un pizzico di malizia, una diavoleria, sì, ma... rassicurante! Scherzoso.

È dura pensare di mettere Satana in prigione: come minimo arreda tutta la cella a suo piacimento, dopodiché la spoglia tutta e fugge magicamente... È quel che accade in questo grazioso cortometraggio di Méliès, dove egli stesso si cimenta con gusto nel ruolo magico-diabolico del protagonista alle spalle dello sfortunato secondino. Oggetti e persone che appaiono e scompaiono: il repertorio è quello, ma ciò che oggi conta di più è la verve esuberante e ironica della narrazione. Molto piacevole.

Regista e protagonista di questo cortometraggio, George Melies vi interpreta un misterioso illusionista (ma la vera identità sarà svelata solo nel finale) che “arreda” una stanza vuota adottando tutti i suoi trucchi. Molto simpatico, il corto è caratterizzato da un notevole ritmo e da un’interpretazione dell’artista davvero espressiva. Ovviamente ingenui (ma certamente sbalorditivi per l’epoca) gli effetti speciali.

Corto di Méliès che mi era in effetti sfuggito. L'artista ha fatto di meglio, ma gli effetti speciali sono comunque ben implementati ed il tutto convince. Discreto e, per essere di quasi 110 anni fa, girato e montato in modo moderno e veloce. Non manca nemmeno un po' di ironia.

Questa volta il signore delle tenebre viene rinchiuso in prigione; nonostante questo riuscirà a mandare letteralmente al manicomio i secondini che devono curarsi di lui. Méliès utilizza uno dei suoi soggetti preferiti per dare libero sfogo a tutto il suo campionario di trucchi. Notevole il ritmo sia in fase di costruzione della scena (prima parte) sia in quella di "distruzione" (seconda parte). Il re dei trucchi ancora una volta confeziona un corto interessante e divertente.